ʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛÀ ᴜᴄᴄɪᴅᴇ

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𝓛𝓾𝓬𝔂

Poterlo toccare di nuovo è stata un'esperienza unica. Mi sono sentita come i vecchi tempi, sia amata ed adorata da lui. Solo che poi si è allontanato, il mondo mi è caduto addosso.
«Voi avete bisogno di scopare!» Mi volto immediatamente, dopo la sua affermazione. «Volevo dire chiarire», ah ecco, si è corretto. Robert a volte è molto esagerato.
«Lo so, ma per adesso non mi sembra che sia la cosa giusta», non mi sono mai trovata in questo modo, nella mia camera con Robert, come se fosse il mio migliore amico, forse da una parte lo è, eppure questo non esclude il suo legame con Josh, che implicherebbe minor fiducia nei suoi confronti.
«Hai conosciuto Victoria?», mi chiede, ma era meglio non averla mai incontrata.
«Si..», pure la mia voce la dice lunga su di lei.
«Miss perfezione cos'ha detto della sua rivale?», per poco non ribadisco, però mi blocco, perché penso proprio che in realtà lo siamo. Entrambe vogliamo la stessa cosa, però io rivoglio il mio amore, che è stata lei a strapparmelo.
«Come fa sapere del mio soprannome?», ci ho pensato tutto il tempo da quando l'ho incontrata.
«Josh accidentalmente ti ha chiamata nel sonno, lei era con lui. Ha voluto sapere ogni cosa..», per poco gli occhi non mi escono fuori. «Ma lui le ha detto il netto indispensabile. Non sa nemmeno che tua madre è morta, quindi stai tranquilla».
Come faccio a stare tranquilla? Una ragazza sbucata dal nulla che chiede di me è troppo inquietante.
«Lui la ama?», mi sento una stronza per chiedere queste informazioni al suo migliore amico, sebbene non ho scelta. Prima lo so e prima potrò andare avanti.
«Dice che vuole provare ad amarla, ma insomma sono tutte cazzate. Ha cercato un pretesto per dimenticare te, lo conosco bene», sentirgli dire queste cose, da un briciolo di speranza al mio cuore, che galoppa senza fermarsi.
«Che ragione aveva per dimenticarmi? Io non l'ho fatto». Forse avrei dovuto dimenticarlo, ma quando ho provato a non pensarlo per un po', il mio cuore e la mia mente ne hanno risentito.
«Voleva che tu stessi bene, per questo si sarebbe preso altri colpi, anche fino a morire. Dimmi se questo non è amore», mi sono persa nelle sue parole.

Sapevo che ci sono stati degli spari, sapevo che erano contro di lui, ma io non volevo crederci, non volevo che lui fosse ferito.
«È successo qualcosa di grave?», ho paura della risposta, perché sapere che ha sofferto tanto per me, è imperdonabile.
«È rimasto due mesi in un maledetto letto di ospedale per te!» La mia gola si è completamente seccata. «Immagina come si sia sentito al risveglio! Eravamo tutti lì per lui, ma tu non c'eri! Eri stata la prima persona che ha cercato quando ha aperto gli occhi! Lucy, io ti voglio bene, ma Josh ha sofferto ogni santo giorno da quando te ne sei andata». Sono ufficialmente affondata.
Quelle parole, sono vere e non posso negare il male che gli ho fatto passare.
Non volevo questo per lui. Volevo solo la sua felicità
«Ti dirò la stessa cosa che ho detto a lui. Mi hanno obbligata a scappare. Io non l'avrei mai lasciato. È tutto per me! Se sta bene con Victoria cercherò di convincermi e di essere sua amica. Sarà difficile, ma non impossibile», sarà molto complicato per me stargli accanto e non poterlo toccare, però lo farò solo per lui.
«È bello da parte tua fare così. Ho voluto che lui la lasciasse dal primo momento da quando stanno insieme, anche ora voglio che non stiano insieme. Detto fra me e te la detesto, però è il caso che voi stiate separati per un po'», lo penso anch'io. Cerco di cambiare l'argomento perché ovviamente questo non è uno dei migliori.
«Hai notizie di Meghan?»
Prima che io scappassi lei era la mia migliore amica, ma non l'ho più sentita, chissà magari a quest'ora mi odia.
«Ha fatto domanda per un college in Arizona, so solo questo».
Arizona? Da quando aveva questo programma in mente? Io pensavo che dovessimo stare vicine, dopotutto nemmeno il nostro rapporto è rimasto invariabile.
«Posso trovarla ancora qui? Oppure è già partita?» Ho bisogno di parlarle, di stare con lei.
«Non sono un GPS. Prova ad andare a casa sua, no?», mi domanda, ma non vorrei affrontarla per paura del risultato, l'unica alternativa che esiste é andare da lei. Siamo amiche da molto tempo, inizialmente avevo molta paura a farmi avanti, a differenza degli altri ragazzi mi ha accolta subito, senza giudicarmi. Gli altri mi cercavano sempre per secondi fini. Tutto questo è arrivato fino alle superiori dove ogni studente fuori o dentro il nostro liceo, voleva il mio numero solo per essere inviatati alle feste esclusive, che avevano come partecipanti Josh e Robert, tralasciando che io non ne sapevo nulla di ciò che organizzassero.

Sono di fronte casa sua da più di dieci minuti.
Devo solo trovare il coraggio di avanzare e suonare il campanello. Peccato non trovo questo coraggio da nessuna parte. Sono impaurita, non voglio aver perso anche lei.
«Lucy?» Conosco questa voce, simile a quella della mia amica, ma non è la sua.
«Olivia?» Corro ad abbracciare una donna fantastica, la madre di Meghan. Esteticamente somiglia tanto a sua figlia, eppure caratterialmente non hanno nulla in comune.
«Hai fatto una lunga vacanza mia cara? Mi ha detto questo tuo padre lo scorso mese». Ovviamente le altre persone, fuori dalla mia famiglia non conosco la verità.
Devo pure fingere davanti gli occhi degli altri.
«Si, un viaggio lunghissimo e molto faticoso. Sono andata a trovare i miei nonni».
D'altronde non è una vera e propria bugia. Sono stata sempre una frane nel dirle, ma facendo in questo modo non mento completamente.
«Meghan è in casa?» Per favore fa che ci sia, ho bisogno di lei.
«Sei arrivata giusto in tempo, perché partirà fra poco».
Almeno ho la possibilità di dirle qualcosa.
Insieme ad Olivia entriamo nella loro abitazione. Almeno qui non è cambiato nulla, stesso odore di pulito di sempre, stessi mobili delicati e colorati e stessa famiglia. Infatti ci sono i quadri che li rappresentano ovunque.
«Sarà in camera propria a finire le ultime cose. Vai da lei». Annuisco e salgo le scale che mi portano nella sua stanza.
Busso alla porta, rimango dietro aspettando l'ordine per accomodarmi, ma non arriva. La porta viene aperta e vengo accolta da lei.
«Lucy?!», sto diventando emotiva, perché mi metto a piangere come una bambina.
«Meg!!» Questa volta è lei ad abbracciarmi, non pensavo che dovessi abbracciare tutte queste persone in poco tempo, però lei è una parte importante per me.
«Cosa ti è successo? Sono stata in pensiero per tanto tempo!», esclama, peró i singhiozzi si impossessano di me.
«Ti racconterò tutto, però voglio che tu sappia che non è che non abbia voluto contattarti, ma non sapevo come fare».

La sua camera è circondata da scatole. C'è una valigia bella grande pronta per essere chiusa. «Perché hai deciso di andartene? Non dovevi andare nella mia stessa università?», questa è la prima domanda che voglio farle. Avevamo dei piani insieme, che ormai sono in frantumi.
Anche se il tempo è continuato a scorrere, i miei obbiettivi non sono cambiati.
«Ho deciso di andare via da qui, era ed è la giusta cosa da fare. Poi anche tu hai avuto la mia stessa idea, solo un po' prima». Esatto, la stessa idea, che non è stata affatto mia.
«Chi ti ha convinta?», domando, perchè è tutto molto strano. Sua madre non è mai stata d'accordo per un trasferimento lontano, invece adesso sembra che sia la cosa giusta. Quindi questo porta ad una conclusione, che i suoi cambiamenti non sono stati fatti soltanto da lei, ma influenzati da qualcos'altro.
«Josh».

Quel nome, crea dentro di me molte domande.
Perché mai doveva prendersi la briga di dirle di andarsene il più lontano possibile?
«Ti ha detto il motivo?», mi siedo sul suo letto, aspettando che risponda. Sono tentata di camminare avanti e indietro per la stanza a causa del nervosismo.
«Mi ha detto che devo starti lontana», non solo solo arrabbiata, ma anche delusa. Non pensavo potesse dire questo alla mia migliore amica, l'unica che fino ad adesso io abbia mai avuto.
«Ovviamente non lo volevo ascoltare, ma poi sei andata via per tutto questo tempo e ho pensato che forse un po' aveva ragione», mi dice infine.
Le aveva già detto questo, prima che io me ne andassi. Non voleva che qualcun altro fosse coinvolto, perché stando con me sarebbe stata in pericolo anche lei.
«Forse è stata cosa giusta. Ho passato un periodo tremendo», si avvicina a me per abbracciarmi. Non ho bisogno di dirle altro, sa come mi sento.
«Ci sentiremo sempre, te lo prometto», non voglio perderla, nemmeno per colpa di un trasferimento.
Ho bisogno del suo sostegno anche con chilometri di distanza che ci separano.

RIVOGLIO IL MIO DISASTRO Where stories live. Discover now