ᴀᴘᴘᴀʀᴇɴᴢᴀ

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𝓙𝓸𝓼𝓱

«Mio nonno vuole parlarti prima dell'inizio della serata», mi fa sapere la mia ragazza. Non basta lei a stressarmi, pure suo nonno.
Lei tiene molto a lui, come se fosse suo padre, ma io non lo reggo proprio. È stata la prima persona della sua famiglia che ho conosciuto. Mi ha detto che senza il suo consenso le cose non potevano andare avanti, non so nemmeno come io abbia fatto a darle retta.
Sto iniziando a capire quanto stupido sia stato. «È necessario? Insomma ci siamo visti la scorsa settimana, ho già avuto la ramanzina sul fatto di farti sentire una principessa e cazzate varie», sono stato lì ad ascoltarlo per più di un ora, che ripeteva sempre le solite cose.
«Ha detto che è una cosa importante. Se il mio nonnino dice che lo è, allora è vero», mi fa notare, anche se non sono d'accordo con lei.
Sto capendo come suo nonno in realtà mi stia antipatico.
«Starò con lui solo cinque minuti dopodiché più lontano mi sta meglio è», non riuscirei a tollerarlo per l'intera serata nemmeno volendo.
«Fai come vuoi, ti aspetto stasera», esce dal soggiorno andando via. Vorrà prepararsi prepararsi per la serata, per essere impeccabile. Non so per quale motivo Victoria si comporti così.
Quando l'ho conosciuta era molto serena e ambiziosa. La tipologia di ragazze che adoro, eppure adesso non fa che stressarmi, soltanto per fare felice suo nonno.

«Ma non sei ancora pronto?», mia madre entra nella mia camera controllandomi dalla testa ai piedi .
«Io e Victoria andremo un po' più tardi. Poi dovrei aspettarla, che male sarà mai prepararsi dopo», dico con ironia, perché la mia ragazza impiegherà secoli prima di scendere sotto casa propria.
«Sai se Lucy verrà? In camera sua non c'è», non so se verrà o meno, non ho voglia di chiederglielo.
«Può darsi che voglia evitare questa serata», l'ultima l'abbiamo trascorsa insieme. Come faccio a dimenticare gli abbracci ed i baci scambiati.
«Preparati voglio vederti pronto», mi riferisce, così vado nella mia stanza.
Non è difficile prepararsi per noi maschi. Metto un completo, un po' di profumo, mi sistemo i capelli e via. Pronto per la serata di beneficenza.
Mi chiedo se anche Victoria abbiamo impiegato così poco tempo, ma ne dubito fortemente.

Mi reco nella sua villa , o meglio di quella di suo nonno.
Non so come faccia, ma presumo che i soldi non gli mancano mica.
La villa è enorme. Ad aprirmi c'è una governante, che mi informa che sono in anticipo e che mi conviene parlare con il proprietario. Mi dirigo dentro, seguendo le direzioni che mi indica la signora, non che io abbia scelta.
Salgo un paio di gradini, che mi portano in un enorme salone. Lì ci sta il nonno di Victoria, che si trova di fronte alla finestra. Impegnato ad ammirare il paesaggio, nel mentre tiene fra le mani un bicchiere di whisky.
«Finalmente sei qui», mi dice voltandosi verso di me. È già pronto per la serata, indossa uno smoking ed un papillon abbinato al completo.
«Voleva parlarmi», gli riferisco, così mi indica di accomodarmi verso le poltrone, e lo faccio.
«Come vanno le cose?», mi chiede. Stare qui a confidarmi con lui è l'ultima cosa che voglio.
«Alla grande tra poco inizierò il college», questo argomento è andato, mi serve altro da dire.
«Spero che i contatti con mia nipote non verranno interrotti», si massaggia il braccio e si siede nella poltrona di fronte alla mia.
«No, abbiamo intenzione di vederci appena siamo liberi dagli impegni», questo nuovo programma universitario riduce la percentuale di vederci, ma non lo dirò di certo a lui.
«Magari potete compiere un passo che va oltre l'università», dice, ma non lo seguo, cosa mai può esserci dopo? Non abbiamo creato nessun progetto fuori, se non quello universitario, tra l'altro non mi interessa molto essendo in università diverse.
«A cosa si riferisce?», chiedo per capire alla lettera ciò che vuole da me.
«Attraverso un matrimonio certe promesse sarebbero più durature», si è bevuto il cervello? Sto iniziando a capire dove vuole arrivare, soprattutto lo scopo di questo invito.
«Signore, non mi sento pronto per il matrimonio. Ho solo dicianove anni e ancora non ho nemmeno un lavoro..», non sono soltanto questi i motivi, ma un po' tutto.
Chi vorrebbe sposarsi adesso?
«Non ne avrai bisogno. Infatti ciò che è mio, diventerà di mia nipote e di conseguenza anche tuo», lasciandomi la sua proprietà, non significa che cambierò idea.
«Voglio costruirmi da solo», dico. Non ho intenzione di accettare prestiti da nessuno nemmeno da lui. «Se per farlo dovrò aspettare qualche anno lo farò. Io non ho fretta e nemmeno Victoria».
Non abbiamo mai parlato di matrimonio, per me è lontano mille miglia.
«È un desiderio nascosto che vuole tu compia», questa mi è nuova. Non pensavo si fosse fatta tutti questi film. Poi c'è da dire che da quando è tornata Lucy, inizio a vedere tutti i suoi difetti.
Questo non dovrebbe farlo un uomo convinto di sposarsi.
«Io sono sicuro delle mie scelte», perciò non cambierò idea, poco ma sicuro.
«Peccato. Io voglio che ci pensi bene. Ti offrirei il più prezioso anello di fidanzamento per darlo alla mia nipotina. Dopo una bella proposta non potrà rifiutare», ma io voglio che rifiuti!
«Signore gli invitati sono già qui», entra la governante, dandoci questa bellissima notizia.
«Direi di andare. Buona serata nonnino». Con la scusa scappo via, prima che mi blocchi e mi costringa ad accettare.

Nel giardino gli invitati hanno già preso posto. Si sta pure preparando un'orchestra.
Qua stanno facendo le cose in grande.
Vedo mia madre e Peter, lungo la destra, impegnati a parlare con degli amici.
Tutto sembra sereno e regolare, tranne i miei pensieri. Quelli mi consigliano di prendere il primo biglietto e partire per il Messico.
«Devo dire che l'eleganza non ti manca», mi volto ad accogliermi è una donna bionda.
Indossa un abito blu, molto succinto per la sua età. Il suo taglio di capelli le arriva fino alle spalle e indossa un rossetto rosso fuoco. Il suo volto non somiglia molto a quello della figlia, se non fosse per la stessa forma degli occhi.
«Lo stesso vale per lei, madame». Bacio la mano di mia suocera, che apparentemente sembra una mia coetanea.
«Ti andrebbe di bere qualcosa?», mi domanda, eppure da come me lo chiede preferisco evitare. In questa famiglia non ho ancora trovato qualcuno che sia normale.
E dovrei far parte di loro? Se lo possono scordare!
«Non posso sto aspettando Victoria», una scusa perfetta, così si ricorda che filtrare con il genero, non è affatto una cosa adeguata.
«Sì scusami. Ti lascio alla tua serata», come se nulla fosse scompare dalla mia visuale, ma ad catturarla è Victoria.
Indossa un abito bianco, che aumenta le sue curve. È lo stesso di quelli che abbiamo visto, solo che non ha preso il colore da me scelto. L'abito si chiude a sirena e la scollatura è molto semplice.
«Amore!», corre ad abbracciarmi. L'idea che tutti la guardino non è fra le mie preferite, peró dopotutto è stata lei a volerlo.
«Ciao», dico.
Lei in risposta fa un giro su se stessa.
«Che ne pensi?», di bello è bello, ma non è il mio preferito.
«Ti sta bene», è così infatti, però non riesco a fingere, se qualcosa per me non è il massimo, mi viene difficile camuffare l'emozione.
«Vieni che ti presento qualcuno», mi porta verso un gruppo di persone mai viste.
Mi raccontano del loro lavoro e delle loro famiglie. Invece Victoria, mette in risalto se stessa e la nostra splendida storia d'amore.
Mi volto un istante, ma dopo ciò mi maledico di essermi voltato, in risposta mi blocco senza volermo.
C'è Lucy, che si tiene al braccio muscoloso di Robert.
Sono venuti insieme.
Lei indossa un abito stupendo. Non ricordavo nemmeno che usasse questi generi di capi.
Un abito rosso.
Rosso!
Io amo il rosso!

Le scende delicato lungo il suo corpo.
Le spalle sono ben viste, attraverso la sua scollatura.
I suoi capelli brillano, come tutta la sua figura.
Robert è lusingato ad accompagnarla.
Lo vedo dal suo volto, invece io mi sento uno stupido.
Non guardo più la donna al mio fianco, ma quella di fronte, quella che mi è stata proibita da sempre.
E che farei meglio a dimenticare.

RIVOGLIO IL MIO DISASTRO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora