14.Far scattare una molla.•

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Quando Cameron mi aveva avvisata del fatto che dovevano parlarmi non aveva nemmeno lontanamente accennato al fatto che a quanto pare nessuno sapeva veramente cosa dire.
Ormai è da qualcosa come 15 minuti che sono entrata in cucina e seduta sul mio sgabello, tutti per qualche secondo mi hanno guardata attentamente ed io mi sono davvero preparata al peggio.
Il peggio si è rivelato essere un silenzio terribilmente pesante che a quanto pare nessuno ha intenzione di interrompere.
Okay

"Prima incominciamo, prima finiamo." Brorbotta Cameron finalmente attirando nuovamente l'attenzione di tutti, si rivolge poi a me
"Okay adesso... Josh rimane qui a spiegarti cosa dobbiamo fare. Mi raccomando; ricorda quello che ti ho detto" mi ripete per l'ennesima volta e per un secondo questa sua mossa mi sembra molto stupida dato che sta praticamente rivelando a tutti il nostro... il nostro piccolo segreto.
Eppure nessuno sembra accorgersene
Rimangono tutti impassibili sembrando con la testa completamente altrove.
Annuisco allora velocemente cercando di non dare troppo peso inutile alla smorfia di compassione che appare sul volto di Cameron per pochissimi secondi.
Tutti si spostano in direzione della porta ed escono dalla cucina, mi aspetto che come ogni giorno prendano e se ne vadano via ma al contrario li vedo dirigersi verso il corridoio pieno di porte.
Tranne Josh, lui rimane qui.

Quando tutti spariscono dalla mia vista, mi giro nuovamente trovando un paio di occhi azzurrissimi che mi guardando sembrando a loro volta preoccupati
Ma cos'hanno tutti oggi?
"Stai bene?" Mi chiede con un leggero sorriso che però non raggiunge nemmeno gli zigomi.
Falso
"Immagino di si..." rispondo iniziando ad torturarmi le dita e le maniche de maglione, la situazione non mi sta piacendo per niente.
Odio non sapere le cose.
E qui ne so veramente poche
Mi guarda per un po' poi continua
"Sai perchè ti abbiamo portato qui Scarlet?" Mi domanda e per un secondo mi viene da ridere
Che razza di domanda è?
Scuoto la testa in segno di negazione 
"Vedi... allora. Noi non siamo gli unici ad avere queste specie di poteri , ce ne sono tanti, tanti , altri come noi... alcuni nascono in quel mondo mentre altri vengono... scovati." Inizia spiegare inciampando alcune volte sulle sue stesse parole, sembra voler trovare quelle giuste perchè anche solo il minimo sbaglio potrebbe essere un problema.
Le domande iniziano a frullarmi in testa in pochi secondi
Quale mondo?
Scovati?
Io cosa c'entro con tutto questo?
Lui mi guarda attentamente studiando la mia reazione è per quando vorrei urlare tutte le domande che mi passano per la mente la mia espressione sembra parlare al poi mio.
"Il mondo di cui parlo è... sostanzialmente è sempre la terra ma... diciamo che si trova in posti molto nascosti. Alcuni nascono in quei posti mentre altri no, altri sono in giro per il resto del mondo e... questo non va bene. Per diversi fattori che non ti sto a spiegare adesso e che sinceramente vanno contro i miei ideali ma- si blocca un attimo come se si fosse reso conto di stare divagando e scuote leggermente la testa- Comunque ci sono alcuni gruppi , di persone come noi,  che si occupano di rintracciare quelli che si trovano tra la gente comune.." riprende a spiegare con tono pacato e tranquillo, come se stesse parlando del tempo ma in modo misurato
"...tipo il nostro." Conclude ma continua a sfuggiermi quel particolare.
Cosa c'entro io?

"I componenti di questi gruppi , quando c'è una segnalazione, vengono mandati in 'case' come questa che sono isolate dalla civiltà ma comunque abbastanza vicine per riuscire trovare chi ci indicano." Parla molto lentamente , come se questa fosse una parte molto importante del discorso e lui dovesse assicurarsi che io capisca tutto.
"Tramite una di quelle porte" indica il corridoio dove gli altri sono spariti qualche minuto fa
"Riusciamo ad arrivare in quella che teoricamente sarebbe la nostra vera casa. Il nostro vero mondo"
Si blocca nuovamente sempre fissandomi con attenzione, io non so cosa dire esattamente.
Perché mi sta spiegando tutto questo?
"E qui arriva il motivo per cui tu centri con tutta questa situazione" continua e lí la mia concentrazione sale, tutta la mia attenzione è rivolta a lui e il fatto che ci stia mettendo qualche secondo in più per continuare mi fa venir voglia di urlare.
"Scarlet sei qui perché sei una segnalazione." Afferma poi facendomi spalancare leggermente gli occhi e-
Okay
Cosa?
"Cosa?" Esprimo il mio pensiero ad alta voce non riuscendo ben a seguire il filo del discorso.
Che cosa vuol dire?
Che io sono come loro?
Ma in che senso?
"Ti abbiamo preso perché tu... teoricamente , appartieni al nostro mondo, sei come noi." Continua gesticolando leggermente più animatamente, lo fissò come se avesse 3 teste.
"Come voi?" Gli domando nuovamente e Joah adesso sempre leggermente esasperato
"Anche tu hai dei poteri, a quanto pare" conclude poi con tono di voce un pochino più alto, come se il mio 'non comprendere la situazione' lo stesse infastidendo.
Continuo a guardarlo senza dire una parola non riuscendo a decidere come rispondere.
Come si risponde a una rivelazione del genere?
"È partito tutto dalla tua vicina, inizialmente era solo un dubbio ma comunque il nostro capo ci ha subito mandato a prenderti anche senza... senza effettive prove o segni evidenti " ricomincia a spiegare facendomi aggrottare nuovamente le sopracciglia
La mia vicina di casa?
"Inizialmente ti abbiamo osservato per un po' e non abbiamo notato nulla di strano , anomalo o... diverso. Però gli ordini erano chiari quindi ti abbiamo portata qui e anche in queste settimane non è successo nulla. Anche se probabilmente non lo sai; la cosa é strana."
E queste parole non mi tranquillizzano assolutamente
"Di solito non ci si sbaglia con le segnalazioni, soprattutto se dobbiamo prendere le persone. Ma tu non hai ancora dato un minimo segno di vita per quanto riguarda il tuo eventuale potere, zero assoluto. Normalmente bisognerebbe iniziare a sentirsi strani oppure... liberarlo per sbaglio. Ma niente" il suo tono è intriso di scetticismo mentre una consapevolezza mi colpisce come uno schiaffo in piena faccia
Quella senzanzione...
Il bruciore
Che sarà?
"Io..." inizio ma successivamente mi tornano in mente le parole di Cameron
"Non dire niente"
Chiudo la bocca di scatto schiarendomi nervosamente la voce sotto il suo sguardo attento
"...io non so cosa dire" termino la frase cercando di essere più convincente possibile, tutta l'aspettasti a negli occhi di Josh svanisce e le sue spalle si rilassano.
C'è mancato poco
Passano alcuni secondi di silenzio leggermente pesante prima che mi decida ad approfondire.
Un brutto presentimento si sta facendo strada dentro la ma testa
"Quindi... non è nulla di certo?" Chiedo leggermente titubante non proprio sicura di voler sapere la risposta.
E anche se avessi dei poteri?
Cosa assurda tra l'altro
Ma se così fosse?
Dovrei rimanere qui?
O andare in quel mondo?
No.
Hanno promesso che mi riporteranno a casa
"No, nulla di certo." Mi risponde dopo un po' incrociando le braccia al petto, sembra riflettere come se la situazione non gli tornasse
Okay
"Era questo di cui dovevate parlarmi?" Continuo perché la conversazione non mi sembra del tutto finita
C'è dell'altro
Lo vedo sospirare pesantemente prima di rispondere
"C'è dell'altro... - afferma poi - come ti ho già detto non è normale che ormai sono passate due settimane abbondanti e te non hai dimostrato nessun segno... Non possiamo tenerti qui per sempre, così il nostro capo ci ha detto di farti fare delle simulazioni per vedere se ne riusciamo a ricavarne qualcosa." Spiega e non so se interpretare queste parole come buone oppure no, la mia mente è focalizzata sulla parte 'non possiamo tenerti qui per sempre', ma qualcosa mi dice che non è assolutamente quello che spero.
"Simulazioni?" Chiedo allora con voce ridotta ad un sibilo confuso
Mi devono fare dei test?
O cosa?
"Sai, solitamente quando non si ha il controllo dei propri poteri basta semplicemente far scattare una molla. Un impulso quale può essere la rabbia o la gioia" Continua ed improvvisamente molte cose iniziano ad avere senso
Il bruciore
Si presenta solo quando sono turbata.
E quelle sue volte in cui ero con Cameron.
Far scattere una molla...

"Josh." La voce roca di Cameron ci fa girare di scatto entrambi verso la porta intorrompendo così la nostra conversazione.
Il moro si alza facendomi cenno di seguirlo, un po' titubante entro insieme ai due nel corridoio e noto subito che la porta in acciaio è aperta.
Oh.

Si dirigono al suo interno e lo stesso faccio anche io, una volta dentro mi ritrovo in una stanza completamente bianca, bianca per i muri e il soffitto di intende.
Il pavimento è in mattonelle bianche e questo permette di vedere lo stacco con le pareti
Mi guardo un po' in torno quando i miei occhi si posano su Noah che sta trascinando quello che ha tutta l'area di essere lo strumento che si usa per fare l'elettrocardiogramma nelle visite sportive.
Mi faranno correre?
Lo osservo prendere i cerchietti e porgermeli, aggrotto le sopracciglia perplessa mentre li rigiro tra le mani .
Noah probabilmente si accorge che non so cosa farmene
"Oh.. scusami ne devi mettere due ai polsi e gli altri due sul petto." Dice infatti con un sorriso che forse doveva sembrare incoraggiante.
Non lo è
Faccio come ha detto anche se la mia testa mi sta suggerendo di scappare il più lontano possibile ma...
Mi hanno detto di fidarmi
E sto cercando di farlo
Non mi faranno del male.
Giusto?
Una volta che ho attaccato i dischetti Noah se ne va prendendo posto dietro una vetrata che noto solo ora, al suo interno ci sono anche Josh, Federico e Cameron.
Manca Ben.
Sento la macchina dietro di me che inizia a fare bip bip bip.
Il suono è regolare come i secondi in un orologio.
Tutto nella norma.
Sono calma.
Tuttavia una leggera ansia mi sale quando sento dire passi provenire da dietro alle mie spalle, passi vicini.
C'è qualcuno qui con me
Lanciò nuovamente un'occhiata agli altri dietro al vetro notando che anche loro stanno fissando un punto che non sono io.
Magari è Ben
Piano piano vedo un ombra apparire sul pavimento proprio in mezzo ai miei piedi e-
Si
È sicuramente Ben
Chi potrebbe mai essere se no?
Aspetto qualche secondo prima di farmi coraggio e girarmi lentamente, non alzò subito lo sguardo; per un attimo mi limito a fissare le scarpe della persona davanti a me.
Sono delle ballerine, la cosa mi fa alzare di scatto la testa e-
Non è possibile.

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