Sistema i due cuscini a terra, ci sediamo sopra e ci avvolge entrambi con la coperta rubata a Hayes. Appoggio a terra le cose da mangiare che ho rubato e lui tira fuori una bottiglia di vodka che, non so quando, ha portato via dalla festa. 

« Amo questo posto, ogni volta che ho la testa piena di pensieri vengo quassù e il silenzio riesce a schiarirmi le idee » mi spiega prendendo un sorso dalla bottiglia. 

« E che pensieri avresti questa sera, mio caro Grier? » scherzo rubandogli la bottiglia. 

« Mi mandi in confusione Samantha » confessa guardandomi:«  In senso positivo ovviamente, non ti avevo mai vista così ed è davvero bello. Timida e chiusa di giorno, espansiva e simpatica di notte »

« Ah perché di giorno quindi non sarei simpatica? » ridacchio facendo la finta offesa:« Questa me la segno, mi ha trafitto in due » mimo il cuore spezzato in due.

« Lo vedi? Quando sei a scuola non sei così, non esce questo lato bellissimo di te. Scherzi, fai le battute, sorridi e sei davvero bella quando lo fai » continua e non posso fare a meno di pensare che ha ragione. Ma tutto ciò è causato dalla presenza di persone che mi fanno essere così, ovvero chiusa e senza quella luce negli occhi che ho quando sono con persone diverse. 

« Sono ancora offesa » borbotto. 

« Allora lascia che mi faccia perdonare » sussurra e si avvicina di nuovo a me per far incontrare di nuovo le nostre labbra. 

Non ho la forza per impedirlo. In un attimo dalla mia testa spariscono tutte le voci che girano su di lui, ha più importanza ciò che sto sentendo io in questo momento con lui.

Le sue labbra toccano di nuovo le mie, ma questa volta il bacio è diverso, è più delicato, è come se avesse quasi paura di ferirmi. Le dita della sua mano accarezzano delicatamente il mio volto, mentre io mi sporgo in avanti alla ricerca di un bacio più profondo, cosa che a lui non sembra per niente dispiacere. 

Senza nemmeno pensarci due volte salgo a cavalcioni su di lui, ho bisogno di sentirlo davvero vicino a me. Lui afferra i lati della coperta e li tiene fermi dietro la mia schiena. Siamo entrambi avvolti dalla coperta al calduccio, sembra quasi un posto sicuro, al riparo dal resto del mondo. 

« Non andartene più via » sussurra allontanandosi via dal bacio e guardandomi dritto negli occhi.

Per un secondo ci credo, poi mi ricordo che siamo entrambi ubriachi come non so cosa e che sicuramente domani mattina le cose torneranno al loro posto, io ad essere la solita Samantha e lui a essere il solito Nash. 

« Non pensarci su » rispondo.

« Perché no? Non ti piaccio? » domanda come un bambino.

« No, no assolutamente non è per questo » mi piace anche troppo:« Solo che è una frase molto importante e sicuramente domani mattina non ti ricorderai nulla, quindi non pensarci su »

« Perché non dovrei pensarci su? »

« Perché, purtroppo per me, sono una ragazza che ci crede davvero tanto alle persone e non voglio in alcun modo illudermi o farmi pensieri su una frase che hai detto perché eri ubriaco. Chiamala pure autodifesa » spiego.

Sta zitto per due secondi, come se dovesse pensare veramente con attenzione alle mie parole. 

Senza dire nulla si avvicina di nuovo alle mie labbra per strapparmi un bacio, solo che a quanto pare un bacio tira l'altro e senza nemmeno accorgermene ci troviamo nella stessa situazione di due minuti fa. Le sue mani viaggiano lungo il mio corpo solo che questa volta solleva la mia maglietta fino a metà schiena come se volesse sfilarmela, subito nella mia testa balena l'idea che possa vedermi le cicatrici che ho sul braccio e lo fermo bruscamente. Non mi può togliere la felpa, non deve. 

« Cosa c'è? » domanda confuso non appena mi allontano dal bacio.

« Preferisco tenere la felpa » afferro i bordi e la riporto al suo posto.

« Ma non fa così tanto freddo e abbiamo la coperta » borbotta cercando di avvicinarsi di nuovo a me, ma io lo fermo di nuovo.

«No » ripeto.

« Qual è il problema Sam? »  continua abbastanza innervosito:« Voglio solo toglierti la felpa, mi tolgo anche la mia se ti aiuta a sentirti più a tuo agio »

« Senti non voglio che tu fraintenda le mie i- intenzioni, va bene? » balbetto alzandomi in piedi. Ovviamente è una grandissima bugia, fino a cinque secondi fa non mi importava nulla dei fraintendimenti o di altro. Ma al momento è l'unica scusa che ho per tranquillizzare la situazione. 

« Le tue intenzioni? Ma che cosa ti prende? » si alza anche lui in piedi.

« Andiamo Nash, questo posto lo conosce mezza scuola. Porti qui le ragazze per fare il sensibile e poi portartele a letto... Non è una novità. Non sono una di quelle ragazze, se è questo che pensi » dico.

« Sam, ti stavo solo togliendo la felpa... Non volevo fare nulla » replica.

« Voglio tornare dentro » rispondo subito e lui annuisce. 

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