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«Senti, tu adesso mi darai ascolto e uscirai di casa, non esiste che tu te stia chiusa tra queste quattro mura, sai quanto cazzo ti annoi? Non pensi a te, felice con la tua michetta Cris...»

«Amichetta anche tua» correggo mio fratello.

«No» sottolinea:«Voi che vi divertire»

«Mamma ti ha chiesto di convincermi?» Gli chiedo.

Cameron questa sera si è piantato in camera mia, radicato quasi nel pavimento, non si sposta nemmeno con la spinta già forte che riesco a dargli. Perché? Perché vuole convincermi ad andare alla stupida festa di Natale di Nash, peccato che non sa che io e lui ci siamo lasciati e che non ho intenzione di rivolgergli parola fino a quando non avrò capito il motivo della mia scelta. Non sembra avermi presa molto sul serio.

«Ha detto che non mi dà la paghetta questa settimana se non ti faccio uscire da questa camera» confessa.

Non avevo dubbi.

«Ma lo faccio anche perché ti farà bene stare fuori da qui» conclude.

«Ho chiuso con Nash, non ho intenzione di andare alla sua festa. Fosse di qualcun altro sì, ma è sua»

«E tu fai finta che non sia sua»

«Cameron...» sembra che stia parlando con una bambina.

«Nash non ti si avvicinerà»

«Non ho intenzione di uscire» lo dico di nuovo, nel caso in cui non fosse chiaro:«Mi dispiace per la tua paghetta, se avrai bisogno potrò darti una parte della mia a patto che non sia una paghetta intera, perché in quel caso non ho intenzione di-»

Ma non riesco a terminare la frase perché Cameron si avventa su di me, mi solleva dal letto con tutta la forza che ha e mi prende in braccio come se fossi un sacco di patate, con le gambe che penzolano davanti al suo petto, la mia schiena incurvata sulle sue spalle e la mia testa in giù sulla sua schiena. Mi manca l'aria per la pressione che sento sulla pancia, e stare a testa in giù è pure peggio.

«Cameron che diavolo fai, mettimi immediatamente giù»

«Mi tocca ricorrere alle maniere forti» risponde.

«Non ti tocca ricorrere a un bel niente, mettimi giù»

Lui sembra non sentirmi, mi tiene come se fossi una piuma, tant'è che riesce benissimo a camminare, riuscire ad aprire la porta della mia stanza e uscire in corridoio. Nostra mamma si ferma in mezzo al corridoio appena vede questa scena davanti a sé, con i panni ancora in mano, uno le scivola a terra ma sembra non rendersene conto.

«Ma che... Cameron, che diavolo stai facendo?» Alza la voce.

«Questi due fratelloni stanno andando a una dannata festa, lasciaci stare» risponde Cameron passando accanto alla mamma, tenendo le mani salde sulle mie gambe. Lei spalanca gli occhi confusa, poi capisce che la richiesta che gli ha fatto non è stata compresa per bene.

«Hai intenzione di andare alla festa vestito così?» Gli chiedo, battendo con i pugni sulla schiena.

«Certo, io sono già pronto, il problema sei tu che sei ancora in pigiama. Ma sai che c'è? Alle persone piacciono i personaggi stravaganti, penseranno che hai sbagliato il tema della festa, che hai scambiato Festa di Natale con Festa di Nash ha detto pigiama party forse? » Se la ride da solo.

Mentalmente, mentre non smetto di colpire sulla schiena mio fratello, comincio a pensare a quanto lui sia in grado di farmi veramente arrivare a quella festa conciata in questo modo, solo per il gusto di farsi una risata o per l'obiettivo di avere quella stupida paghetta. Mi immagino già sul giornalino della scuola, con l'ingresso trionfale di Cameron e io in pigiama... No, non esiste.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 19, 2021 ⏰

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