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ANDY

Sento un braccio che mi circonda la spalla mentre mi scuote leggermente. Mi porto le mani sugli occhi e me li stropiccio per poi aprirli del tutto e solo ora mi rendo conto di essere ancora in pullman.

"Oh, il mio principino si è svegliato." la voce di Ryan mi fa voltare verso di lui che ha ancora il braccio attorno alle mie spalle. Jessica mi guarda dal suo sedile con un sorriso perverso sul volto e mi guardo in torno per accertarmi che nessuno ci abbia visto oltre a lei.

"ma sei matto? Così rischiavamo di essere visti." sussurro guardandolo male.

"Tranquillo, siamo nei posti più in fondo e tutti sono impegnati a farsi i cazzi loro. E poi anche se ci avessero visto che problema ci sarebbe stato scusa?" chiede, e questa sua domanda mi fa riflettere un pochino.

"In effetti nulla... è solo che pensavo che a te desse fastidio." a questa mia affermazione fa una smorfia confusa e poi sorride. Si avvicina a me e inizia a lasciare qualche dolce bacio sul mio collo per poi arrivare all'orecchio.

"Non mi darebbe mai fastidio presentare agli altri la persona che amo." i brividi mi percorrono la schiena e un sorriso da deficiente si fa spazio sul mio volto mentre lui si allontana da me. Faccio per rispondere ma lui mi interrompe.

"Il professore ha detto che siamo praticamente arrivati a scuola, vengono a prenderti i tuoi?" mi chiede e subito la malinconia si impossessa della mia mente. Ho passato una settimana bellissima, noi due, soli. E solamente l'idea di dover tornare a vederlo solo a scuola mi fa stare un po' male, anche perchè non saprei come dire ai miei che sono gay. Forse questo è il problema più grande.

"Hey..." dice accarezzandomi la guancia "Ci vedremo anche fuori scuola, te lo prometto. anche perchè..." si avvicina ancora una volta al mio orecchio «Non saprei stare senza il tuo adorabile culetto un solo giorno in più» si morde il labbro e si allontana da me mentre io sento una vampata di calore impossessarsi delle mie guance.

Il pullman si ferma e, dopo aver ricevuto i messaggi dei miei genitori dove mi dicono esplicitamente che non torneranno prima di tarda sera, mi faccio accompagnare a casa da Ryan. In macchina regna il silenzio e lo guardo con la coda dell'occhio. I suoi lineamenti sono rilassati mentre canticchia qualcosa tra se e se.

"Ma quindi..." decido di rompere il silenzio e lui subito inizia a prestarmi attenzione "A te non darebbe fastidio se la scuola venisse a sapere della nostra relazione?"

"No, però preferirei prima parlarne con i miei amici e secondo me tu dovresti prima parlarne con i tuoi genitori, se no c'è il rischio che lo vengano a sapere dai pettegolezzi e diciamo che non è molto bello..." annuisco e lui torna a prestare attenzione alla strada mentre tra di noi cala ancora il silenzio. Arriviamo davanti a casa mia e scendo dalla macchina quando mi ritrovo già lui davanti.

"Beh..." dice facendo spuntare un sorriso sul suo volto. Si appoggia col sedere al cofano della macchina e mi tira verso di se facendomi posizionare tra le sue gambe mentre posa le sue mani sui miei fianchi, sorrido quando fa avvicinare il suo volto al mio.

"Dato che sono solo le otto di sera potremmo-" mi bacia "Potremmo fare ciò per cui non avremo tempo nei prossimi due giorni" dice e torna a baciarmi sorridendo.

"Rye." dico staccandomi leggermente da lui "È tardi e sono stanco, poi esistono anche i bagni della scuola, quelli al sesto piano non li usa mai nessuno." rispondo mordendomi il labbro inferiore.

"Hai ragione, allora mi ripagherai per bene lunedì. Preparati." mi bacia e lui scende dal cofano.

"Notte principino." dice prima di rientrare in macchina.

"Non chiamarmi così!" lo rimprovero e lui mi fa l'occhiolino per poi entrare in macchina e partire. Rimango a fissare la figura della sua macchina che pian piano si allontana per poi sparire completamente dalla mia vista. Sospiro e faccio un sorriso ma quando sto per aprire il cancello di casa mia sento una voce fare il mio nome, e mi volto.

Non so come sia possibile ma una leggera sensazione di paura inonda il mio stomaco mentre guardo la donna davanti a me. La stessa che vidi dall'altro lato della strada prima di partire. Vestita diversamente, ma con lo stesso viso, con le stesse guance incavate e con gli stessi occhi, vuoti.

"C-come fai a sapere il mio nome?" chiedo intimorito e di sicuro non mi aspettavo questa sua reazione; la donna sorride, ed è un sorriso dolce, quasi amichevole.

"Tranquillo, l'ho sentito pronunciare da quel ragazzo che c'era qui prima. State insieme?" chiede e un pizzico di curiosità si fa strada nei suoi occhi.

"Sì, perchè le interessa?"

"Posso sapere il nome e cognome?" chiede senza rispondere alla mia domanda precedente.

"Ryan Leonard Beaumont, ora posso sapere io il perchè di queste domande?" chiedo e sto perdendo la pazienza. Il suo volto cambia colore diventa pallido e gli occhi le diventano lucidi. Fa un mezzo sorriso e poi cerca di parlare nonostante le si spezzi la voce.

"I-io... ho bisogno del tuo aiuto." dice quasi balbettando.

"Si ma... prima dimmi chi sei." rispondo ancora più confuso di prima.

"Io... sono la madre di Ryan."

Spazio autrice

Tan tan taaaaaaaaaaaaaaan! Sono tornata a farvi sclerare e impazzire, come sempre. Sorry per la mia assenza ma non è un periodo molto facile e chi mi è accanto lo sa. Cercherò di aggiornare il più possibile, lo prometto.

Anita

Don't Let Me Go // 𝐆𝐚𝐲 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐲 Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu