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ANDY

Mi sembra di star vivendo un sogno. Io ancora tra le sue braccia dopo aver passato insieme la più bella notte di sempre. Fuori è ancora buio e l'unica luce che ci permette di guardarci negli occhi è quella della luna che attraversa il tessuto della tenda.

Io, sdraiato nel suo sacco a pelo col suo braccio che passa attorno alle mie spalle. La mia testa posata sul suo petto e la mia mano passa lentamente il contorno della fenice.

Lui, sdraiato sopra una coperta a petto nudo con lo sguardo rivolto verso l'alto. Le labbra socchiuse e le sue dita che disegnano piccoli cerchi immaginari sulla mia spalla.

Inutile dire che il suo ti amo è stato qualcosa di magnifico. La sincerità con cui me lo ha detto gliela leggevo negli occhi. Poi mi ha baciato dolcemente, senza malizia, e si è disteso affianco a me rimettendosi solo i boxer. Poi ha disteso il suo braccio lungo le mie spalle e ci siamo messi così, senza dirci più niente, immersi nel silenzio della natura.

"Come hai capito di amarmi?" Me ne esco con questa domanda, e devo ammettere che avevo quasi timore a fargliela. Abbassa un attimo lo sguardo e incrocia il mio, sorride e poi torna a guardare in alto.

"Non ne ho la più pallida idea. Ero totalmente confuso, mi hai incasinato la testa in una maniera tremenda Fowler, forse è da li che ho capito che provavo e provo qualcosa per te." risponde con il continuo sorriso sulle labbra. Ricambio il sorriso e poi il silenzio torna a regnare tra di noi.
Continuo a tratteggiare il contorno della fenice passando ripetutamente il dito sulla piuma centrale.

"Ti piace così tanto?" Chiede da un momento all'altro. Annuisco e poi alzo lo sguardo per guardarlo. Vedo i tratti del suo viso illuminati dalla luce della luna, i suoi occhi chiari luccicano e hanno un qualcosa di indescrivibile.

"Quando l'hai fatta?" Chiedo.

"Appena compiuti sedici anni." il tono della sua voce è calmo, tranquillo. Alza l'altro braccio e si porta una mano dietro la testa, senza smattere di guardare in alto.

"Il primo tatuaggio che mi feci fu il simbolo sulla mano. Avevo quattordici anni. Mi ricordo ancora quel giorno, avevo una paura tremenda ma allo stesso tempo lo volevo più di me stesso. Pensavo che tatuandomi quel simbolo che mi legava a mia madre, lei sarebbe tornata da me, o che per lo meno l'avrei sentita più vicina. Invece non è successo nulla di tutto ciò." chiude lentamente gli occhi e sospira. Sono quasi sicuro che, se potessi vederlo, lo troverei con le lacrime agli occhi. Prende la mia mano nella sua e la stringe accarezzandomene il dorso.

"Certi ricordi fanno male Andy..." sussurra serrando ancora gli occhi.

"Se non vuoi parlarne non ti obbligo." cerco di rassicurarlo ma mi è difficile.

"Io devo parlarne, devo parlarne con qualcuno se no mi faró soffocare dai miei stessi pensieri. Mi farò soffocare dai miei demoni, e loro vinceranno. Ma parlarne con te mi sembra la cosa migliore, è come se tu riuscissi a spazzare via tutto." sorrido timidamente alle parole che mi sono appena state dette e stringo la sua mano nella mia.

"Ma non sei obbligato a farlo ora, quando vorrai io ci sono." sussurro.

"Ti ricordi... quella serata sul tetto?" Chiede accennando a un sorriso.

"Certo che me la ricordo, mi sembra un po' impossibile da dimenticare."

"Quella sera... è stata la prima volta in cui io mi sono confidato in quel modo con qualcuno. È come se avessi saputo già che tu saresti stato in grado di ascoltarmi."

"Tu eri debole quella sera Rye."

"No, Andy." controbatte "Io sono sempre debole." sospira ma poi riprende a parlare. "Quella sera mi hai chiesto il significato dei miei tatuaggi. Te ne ho detti solo due ricordi?"

"Sì, mi dicesti che la rosa me l'avresti detta in un altro momento." rispondo annuendo.

"Ecco... la rosa me la tatuai il giorno dopo il simbolo che ho sulla mano. Lo decisi quella notte, ero in preda al panico per le vari reazioni che avrebbe potuto avere la mia pelle ma allo stesso tempo non mi importava. Quel tatuatore era bravo, e mi faceva pagare pure a un buon prezzo se calcoli che lo ha fatto illegalmente." continua ad accarezzare il dorso della mia mano e io lo osservo mentre lo ascolto, rapito dalle sue parole.

"La rosa mi rappresenta. Ho deciso di farla nera perchè è ciò che sono dentro. Io dentro di me, sono nero Andy... non ho colori, non ho vita. Mi è stato risucchiato tutto via, non solo con la morte di mia madre. E forse ho capito di amarti perchè guardandomi dentro ho visto accendersi una piccola lucina. Questo solo da quando sei arrivato tu nella mia vita.
La rosa è nera, come me. Il petalo che cade rappresenta una lacrima. È la lacrima che ho versato quando mio padre mi tirò uno schiaffo. Il primo schiaffo, la prima lama di un coltello che mi prese di stricio. Proprio in quel punto. Da li ho deciso che quella lacrima sarebbe stata l'ultima lacrima versata per lui. E quel petalo rappresenta l'ultimo petalo appassito a causa sua." lo guardo intensamente e sento il suo respiro farsi leggermente più frequente a ogni parola che dice.

"C'è un punto nella vita... dove devi imparare a difenderti. Arriva il momento dove ti rendi conto di essere marcio e quindi, per paura di disintegrarti ancora di più, usi quel marcio come difesa. Ti fai crescere delle difese attorno a te. La mia rosa nera ha le spine perchè ha imparato a difendersi. Ogni anno torno da quel tatuatore e mi faccio aggiungere una spina. Ogni anno aggiungo una difesa. Ogni fottutissimo anno. E sono stanco Andy, sono stanco di difendermi in questo modo." e per la prima volta mi stupisco di ciò che sta succedendo.

Una lacrima. Una piccola innocente lacrima scende lentamente sulla sua guancia andando a marcare ogni lineamento del suo volto. Stringe gli occhi e serra la mascella laciando cadere la lacrima lungo tutta la sua guancia. Mi tiro su lentamente e mi metto a gambe incrociate. Allungo la mano verso il suo volto e passo il pollice lungo tutto il tragitto percorso dalla lacrima, asciugandolo.

"Lo so che sei stanco." decido di parlare e lui apre gli occhi guardandomi. Vedo il dolore, il dolore lo sta divorando in questo preciso momento.

"Non ho idea di cosa sia successo precisamente nel tuo passato e so, che quando te la sentirai, me ne parlerai. Ma io già da ora sono al tuo fianco Ryan. Non ti lascio andare. Aggiungeremo una spina insieme a quella rosa." appoggio la mia mano sulla sua guancia e l'accarezzo. Lui sorride e rimane così, cullato dalla mia pelle a contatto con la sua.

"Grazie." sussurra "Grazie per non lasciarmi andare."

Don't Let Me Go // 𝐆𝐚𝐲 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐲 Where stories live. Discover now