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(Leggete lo spazio autrice)

È già venerdì mattina e devo ammettere che i primi giorni di scuola sono andati bene... si insomma, a parte quello scontro con Ryan. Alla fine ho scoperto che abbiamo in comune la stessa ora di inglese che avrò esattamente fra dieci minuti.

"Quindi ricapitolando lui ti ha praticamente minacciato?" Chiede Jessica per la millesima volta.

"No, non mi ha minacciato. Mi ha solo detto di non mettermu nei guai con lui, tutto qui. Però sono curioso e c'è qualcosa di lui che mi attira."

"Andy per favore, vedi di non prenderti una cotta da liceale per uno come lui. L'hai visto com'è no?" Annuisco e abbasso lo sguardo.

"Non mi sto prendendo una cotta Jessica, sto solo dicendo che c'è qualcosa di lui che mi attira, qualcosa che nasconde, che lo rende... diverso."

"È inquietante, stronzo e coglione allo stesso tempo?" Giro lo sguardo su di lei e noto che ha un sopracciglio alzato in attesa di una mia risposta.

"Lascia stare..." scuoto la testa e alzo la schiena dall'armadietto per avviarmi in classe.
Entro tranquillamente e vado a sedermi in uno degli ultimi banchi infondo alla classe seguito da Jess.
Mi siedo e inizio a sistemare sul banco il vario materiale, poi appoggio la testa su una mano e scarabocchio qualcosa sul banco.

Dopo poco vedo entrare la professoressa seguita proprio da Ryan mentre si sistema il ciuffo di capelli da un lato. Il suo sguardo incrocia il mio e in un primo momento rimane abbastanza confuso, poi decide di sedersi a due banchi lontani dal mio, ma comunque al mio fianco. Butta lo zaino a terra che cade con un tonfo e poi si siede sulla sedia allungando le gambe sotto al tavolo.
La lezione inizia e io riprendo a scarabocchiare qualcosa sul banco. Decido di alzare leggermente lo sguardo e con la coda dell'occhio vedo che lui è col viso voltato verso di me. Non mi giro e continuo a fare ciò che stavo facendo prima quando la voce di Jessica mi distrae.

"Hai capito?" Chiede sussurrando.

"Cosa?"

"Dobbiamo partecipare a questo concorso giornalistico, lo sta spiegando. Vedi di ascoltare al posto di disegnare rose sminchie sul banco."
Non me ne sono manco accorto, ma ho riempito il banco di rose. Andiamo bene...

"Ragazzi, ora assegnerò le coppie o i gruppi e no, non potete decidere voi. Avete capito cosa dovete fare?" Alcuni negano e altri scuotono la testa così la professoressa è obbligata a rispiegare.

"Ho deciso di farvi partecipare a un concorso giornalistico. Vi dividerò in gruppi e ogni gruppo dovrà scegliere un tema tipo la musica o l'uso eccessivo del telefono e scriverci sopra un articolo. Una volta fatto sceglierò quale tra questi è il migliore e lo invierò al giornale. Siamo in concorrenza con altre scuole e la classe che vincerà riceverà una borsa di studio che verrà divisa per ogni alunno. Ci siete?"

"Perchè cazzo non possiamo scegliere noi i gruppi? Siamo obbligati a partecipare a sta buffonata?" La voce di Ryan fa scattare lo sguardo di tutti su di lui. Ha una mano in tasca e il tappo della penna in bocca.

"Signorino Beaumont, il linguaggio. E comunque la professoressa qua sono io, quindi decido io"

"Quindi decide anche lei quando darla al professor. Tiker in aula di chimica?" Si siede composto e abbozza un sorrisino provocante. Non posso credere a ciò che ha appena detto.

"Ma come si permette?!" Strilla la prof. "Alla prossima affermazione di questo genere la mando in presidenza." sbatte il libro contro la cattedra e tira fuori da questo un foglio bianco. Alcuni della classe si mettono a ridere mentre lui torna a sedersi come prima ma con fare superiore.
Jessica si gira verso di me quasi scioccata e poi guarda la prof schifata.

"Almeno fosse bello il professor. Tiker, sembra appena uscito da una scopata tra un mammut e un triceratopo" sussurra e per poco non scoppio a ridere.

"Allora ragazzi... il primo gruppo è composto da Aurora, Andrea e Brittany..." inizia ad elencare i vari nome fino a quando arriva al mio. "Tu Andy, invece, sarai insieme a Jessica e Ryan. Cercate di fargli imparare un po' di cultura." dice guardando verso di noi. Jessica sbatte la testa sul banco disperandosi mentre io rimango immobile. Vedo con la coda dell'occhio Rye alzarsi e venire verso di noi per poi sedersi davanti a noi.

"Mettiamo bene in chiaro le cose, a casa mia non si lavora, dopo le sette di sera io non sono disponibile e io posso lavorarci al massimo un'ora, quindi non rompetemi il cazzo." rimango allibito da questa sua reazione e mi giro verso Jessica che si copre la faccia con le mani rassegnandosi.

"Allora a casa mia, oggi pomeriggio." dico tutto d'un fiato.

"Io ne oggi ne domani posso, ve la caverete voi due." detto questo, la campanella suona e Jess si alza uscendo dalla classe.

"Bene, aspettami alle quattro fuori da scuola, dopo gli allenamenti." si alza pure lui e dopo avermi scompigliato i capelli con una mano esce dalla classe lasciando qua da solo in stato confusionario. Questo ragazzo è bipolare, prima mi 'minaccia' dopo mi tratta come se mi conoscesse da anni.

Qualche ora dopo...

Sono fuori da scuola con le braccia strette attorno al busto per tenermi caldo. Ho appena saputo che i miei non torneranno per un colloquio di lavoro che hanno entrambi, così avrò casa libera.
Degli schiamazzi mi fanno voltare verso l'entrata della scuola e noto il trio che esce. Il biondino gli tira una pacca sulla spalla mentre quello moro inizia a ridere ma appena vedono che lui si dirige verso di me, il loro sorriso scompare.

"Mica vai con quello spero." dice il biondino.

"Progetto di inglese, ci vediamo sta sera." li saluta con una mano e mi raggiunge.

"Dimmi che hai la macchina." chiede speranzoso mettendosi le mani in tasca. Faccio di no con la testa e lo sento sbuffare per poi dirigersi fuori dal cancello.

"Da che parte sta casa tua?" Chiede impaziente. Senza rispondergli lo supero e metto anche io le mani in tasca, spero solo che questo pomeriggio duri il meno possibile.

Il tragitto è silenzioso e dopo una decina di minuti siamo già arrivati davanti a casa mia. Lui è rimasto per tutto il tempo con lo sguardo piegato verso lo schermo del cellulare e non mi ha nemmeno rivolto la parola.

"Porca troia, che casa." dice riferendosi alla villa che si ritrova davanti. Si guarda in giro meravigliato, soprattutto quando vede la piscina. E la luce del sole che gli si abbatte sul viso lo fa sembrare ancora più bello. Cosa cazzo sto pensando, ripigliati Andy.

Entriamo in casa e butto le chiavi sul bancone della cucina insieme allo zaino. Mi volto e lo vedo andare verso il divano pe poi buttarsi sopra e accendere la tv.

"Fai pure come se fossi a casa tua." dico ironicamente.

"Che lavoro fa tuo padre?" Chiede da un momento all'altro dopo aver preso una foto che ritrae me e la mia famiglia.

"Il polizziotto perchè?"

"Più precisamente?" Chiede puntando i suoi occhi nei miei.

"Si occupa di omicidi, scomparse o robe del genere."
Il suo sguardo si irrigidisce e lo vedo stringere la mascella. Posa la foto e va avanti a guardare la televisione.
Non so perchè, ma ho come la sensazione che sarà un lungo pomeriggio.

Spazio autrice

Purtroppo sì, riesco a pubblicare solo un capitolo al giorno e mi dispiace tanto.
Nel prossimo capitolo Andy cercherà di scoprire qualcosa di più su Rye.

Perchè Ryan si è irrigidito quando ha saputo di cosa si occupa il padre di Andy?

*domanda mia che non c'entra con la storia*
Posso chiedervi cosa ne pensate dei Ricole?(Rye e Nicole)

Don't Let Me Go // 𝐆𝐚𝐲 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐲 Where stories live. Discover now