58. (Haley)

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Ci erano sempre voluti dieci minuti per tornare al campus, eppure mi sembrava di essere in macchina da tutta la notte, nonostante gli stop ignorati e le precedenze non date.

Non era tornato per me. Era tornato e basta.

Era entrato dentro casa salutando l'amico con un "ciao", come se fosse tornato da un pomeriggio in palestra e non da un mese in giro per il Paese.

E continuava ad ignorarmi senza scrupoli. Dopo essersi preoccupato per i miei capelli, aveva iniziato a comportarsi come se io non ci fossi.

Tutto quello che un attimo prima avevo sognato ad occhi aperti, tutto quello che avevo desiderato più di ogni altra cosa al mondo, ora era lì, proprio sotto i miei occhi. Eppure, eravamo così distanti...

I minuti passavo e io stavo sempre peggio. Gli occhi bruciavano sempre di più per le lacrime trattenute. Avrei voluto crollare in ginocchio e strapparmi i capelli. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di attirare la sua attenzione. Qualsiasi condanna sarebbe stata meno dolorosa della sua indifferenza nei miei confronti.

Volevo solo affondare la testa nel cuscino e fingere che non fosse tornato.

Attraversai la strada sovrappensiero.

Maledetta stupida.

Una macchina inchiodò a meno di un metro da me. Rimasi ferma nel bel mezzo della strada per non so quanti secondi. Le gambe tremavano, il mio cervello era in totale blackout. Fu solo quando sentii l'imprecare dell'automobilista, che mi intimava di spostarmi dal mezzo della strada, che reagii.

Credo di non aver mai corso così veloce in tutta la mia vita. Non sapevo neanche dove stessi andando, ero completamente nel pallone. Le mie gambe si muovevano da sole, mentre nella mia mente rivivevo uno dei momenti più brutti della mia vita.

I fari dell'auto sempre più vicini.

La luce sempre più accecante.

Qualcosa mi aveva presa in pieno.

Poi il buio.

Non so come, arrivai alla porta d'ingresso del dormitorio. Frugai dentro la borsa in cerca delle chiavi che mai riuscivo a trovare, specialmente quando andavo di fretta. Il mio respiro si stava facendo sempre più affannoso. Mi sentivo soffocare. I polmoni bruciavano ed ogni boccata d'aria sembrava alimentare quel fuoco. Mi accasciai contro il muro, mentre il mondo intorno a me cominciò a ruotare troppo velocemente.

Respira, Haley. Respira.

Chiusi gli occhi, ma non servì a niente. Una strana sensazione si stava insinuando nel mio petto e, allo stesso tempo, sentivo il vuoto allargarsi dentro allo stomaco. Era come se mi fosse stato strappato via qualcosa ed io potevo percepirne la mancanza.

Riaprii gli occhi. Tutto sembrò farsi distante, come se stessi guardando il mondo attraverso una lente di riduzione. Vedevo tutto allontanarsi dalla mia visuale, mentre io mi sentivo sempre più intrappolata e sigillata dentro ad una bolla stretta.

Le gambe non rispondevano ai miei stimoli, non ci pensavano proprio ad alzarsi e a fuggire via da quell'incubo.

«Haley.»

La sua voce mi era arrivata ovattata, come se non fosse reale, come se stessi sognando.

«È tutto okay. Ci sono io qui.»

«Ben.» Non sapevo se l'avevo pronunciato oppure no. Qualcosa mi stava ancora schiacciando dentro. Sentivo il petto sempre più oppresso.

«Respira lentamente.»

"No, non ci riesco." Mi sembrava quasi di morire.

«Conta fino a dieci con me.»

Le sue mani sul mio viso mi diedero un secondo di sollievo. «Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove...»

«C'è tutto l'ossigeno che ti serve qui, te lo assicuro.»

Era vero. Ero fuori, all'aria aperta, e davanti a me si estendevano i giardini del campus con la loro erba sempre curata e verde anche d'inverno. Pian piano, tutto stava riprendendo forma.

«Butta fuori l'aria lentamente.»

Anche il mio respiro cominciò a farsi più regolare, ma l'ansia teneva ancora in ostaggio il mio cuore. Appoggiai la mano sul petto, avrei voluto strapparmelo via. Strinsi il maglione talmente forte da farmi male.

Poi la sua mano calda sfiorò la mia e i miei occhi ritrovarono finalmente i suoi.

«È tutto okay. Fidati di me.» Lasciai la presa per stringermi alla sua. Mi tirò su e io mi lasciai condurre dentro. Lo seguii senza lasciarlo mai. Lui era la mia unica via di salvezza.

ONE NIGHT || Benjamin Mascolo ||Where stories live. Discover now