48. (Ben)

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La luce del sole aleggiava per la stanza, ma Haley non aveva ancora aperto i suoi occhi grandi. Ero sicuro che non stesse ancora dormendo, si stava solo godendo le carezze sui capelli che le stavo facendo da quando mi ero svegliato pochi minuti prima. Sembrava un gattino e per un attimo ebbi paura che si sarebbe messa a fare le fusa. Un sorriso uscì spontaneo sulle mie labbra a quel pensiero. Aveva ancora la testa appoggiata sul mio braccio. Per tutta la notte eravamo rimasti nell'esatta posizione in cui ci eravamo addormentati.

«Buongiorno» sussurrò finalmente, con la bocca ancora impastata dal sonno.

"Sono pienamente d'accordo con te" pensai. Per ora la giornata poteva definirsi proprio così: un buon giorno. Ero felice, felice per davvero. Avrei anche potuto restare a letto fino a sera e sarebbe stato comunque un giorno perfetto.

Quando mi svegliavo a casa mia, da solo, mi mancava il coraggio di alzarmi dal letto. Mi mancava il coraggio di dover affrontare un nuovo giorno, che avrebbe potuto portare con sé nuove cose, nuove sventure, nuovi mostri. Non ero un amante delle novità, perché non mi avevano mai portato niente di buono.

"Da quando ci sei tu, però, ogni giorno è una novità" riflettei. E le novità, forse, ora iniziavano a non spaventarmi più. E forse, in questi ultimi tempi, alzarmi dal letto non era stato poi tanto difficile. Prima o poi sarebbe arrivato un tuo messaggio e il mio cuore avrebbe sussultato di gioia. Prima o poi sarebbe arrivata una tua telefonata e io non vedevo l'ora di sentire la tua voce rassicurante. Se poi fossi stato fortunato, sarei pure riuscito a vederti, a vedere il tuo sorriso, che avrebbe illuminato l'intera giornata, e quella dopo, e quella dopo ancora...

Forse, oggi, era la prima volta in cui ero felice di alzarmi dal letto, perché ci saresti stata tu, dal mio risveglio fino ad un'altra notte di sonno.

Finalmente, ti eri svegliata. Finalmente, la luce che irradiava la stanza aveva un nome. Finalmente, la gioia che risplendeva nel mio cuore stava assumendo forma. Finalmente, il sole che rischiarava i miei giorni più bui aveva un volto: il tuo.

«Buongiorno a te» le risposi, quasi sconvolto dell'infinita dolcezza intrisa nella mia voce.

Si voltò verso di me e mi sorrise. Le sue labbra sorrisero, la sua bocca delicata si incurvò in una semicurva, mostrando i suoi denti bianchi. I suoi occhi sorridevano, brillavano di luce propria, predicavano amore. Le sue guance pallide sorridevano, con quelle piccole fossette che forse notai davvero per la prima volta. Allungai un dito e le ricalcai delicatamente.

Com'era possibile? Come poteva essere così perfetta?

Amavo vederla la mattina appena sveglia. Forse era più bella così che ne la sera, tutta truccata e pronta ad andare ad una festa, anche se sarebbe comunque stata la ragazza più bella tra tutte.

Amavo vederla con quegli occhi ancora addormentati ma che già esplodevano di voglia di vivere. E quei capelli scompigliati davanti al viso erano il sipario perfetto alla spettacolare bellezza dei tuoi lineamenti.

Amavo baciarla appena sveglia, perché le sue labbra sapevano di freschezza. Sarei stato ore a baciarle quella bocca di fata. E quando finalmente parlavi, con quella voce che avevi al risveglio, il mio cuore si scioglieva dalla meraviglia della natura che avevo davanti.

Se non fossi stato consapevole di non meritarmelo, avrei pensato di essere finito in Paradiso.

Perché tu sei il mio angelo, ma il demone che è in me, forse, non ti merita.

ONE NIGHT || Benjamin Mascolo ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora