22. (Ben)

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«Che cazzo ci fate qui?» Merda. Non pensavo tornassero così presto. Che coglione!

Sam e Sarah erano bloccati all'ingresso, scossi dalla scena che si erano trovati davanti entrando.

Haley era saltata in piedi e si stava rivestendo imbarazzata.

«Io ci abito qui!» urlò Sam sbattendo la porta alle sue spalle. «Lei piuttosto cosa ci fa qui mezza nuda?!»

Era veramente infuriato.

«Oh. Mio. Dio. Non ci posso credere» sghignazzò Sarah. Aveva gli occhi lucidi e se la stava ridendo di gusto. Almeno lei l'aveva presa bene.

Sam invece mi guardava con le labbra imbronciate e lo sguardo assassino, sarebbe esploso da un momento all'altro.

«Tu mi avevi promesso di lasciarla in pace. Invece ti ritrovo con lei sul mio divano» continuò arrabbiato.

«Sul nostro divano» lo corressi.

«Non prendermi per il culo Ben!» tuonò.

«Sam, cerca di stare calmo! Non è successo niente» lo ammonì Sarah.

«Ti avevo avvisato. E anche Sarah aveva avvisato te!» Si rivolse ad Haley, puntandogli il dito contro.

«Sam, mi dispiace. Vedrai che si risolverà tutto.» Haley cercò di tranquillizzarlo.

«Sam, ora smettila. Stai creando te tutto questo litigio e non ce n'è motivo. Solo perché hanno scopato un paio di volte non è la fine del mondo» intervenne Sarah.

«Cosa?» esclamammo in coro io e Sam.

«Tu lo sapevi?» fece Sam sconvolto.

«Certo che lo sapevo. E anche se non me l'avesse detto Haley, l'avevo comunque intuito. Si vede a un miglio di distanza che sono cotti l'uno dell'altra.»

«Tra qualche giorno si stuferà anche di te!» disse Sam.

Le sue parole mi fecero male. Ero consapevole di aver trattato così diverse ragazze che magari neanche lo meritavano, ma detto da lui mi fece sentire uno schifo.

Anche Haley rimase male per quelle parole. Teneva i pugni stretti lungo i fianchi e la sua bocca era ricurva in una smorfia di rabbia. Sembrava quasi combattere contro sé stessa, come se una parte di lei non volesse credere alle parole di Sam, mentre l'altra voleva almeno rifletterci su. In fondo, mi conosceva da pochissimo. Aveva tutte le ragioni per essere confusa. Forse, però, lei riusciva a capirmi più di chiunque altro.

«Tu non sai niente di lui!» urlò lei.

«Lo conosco abbastanza da essere sicuro che sei una delle tante ragazze che continuerà a scoparsi finché tu non vorrai di più. Allora chiuderà ogni tipo di rapporto con te. E fidati, di solito succede nel giro di pochi giorni.»

Ora stava esagerando!

Haley partì convinta verso di lui. Scattai giusto in tempo da riuscire a fermala un attimo prima che la sua mano arrivasse alla guancia di Sam.

Sarah non sembrava essere sorpresa. Conosceva Haley da tanto tempo, magari si aspettava una reazione del genere. Sam non doveva dirle quelle cose.

Ci fu un momento in cui tutti ci fermammo, come se qualcuno avesse premuto il pulsante pausa del telecomando.

Poi Sam filò dritto nella sua camera e si chiuse dentro.

«Andiamo, Sam! Mica hai 5 anni. Torna qua» lo chiamò Sarah, invano.

Spostai il mio sguardo su Haley.

«Avevamo promesso di non raccontare niente.»

La rabbia che fino a quel momento aveva cercato di reprimere scomparì, lasciando il posto alla frustrazione. «Ben...» Sembrava sul punto di piangere. «È la mia migliore amica, non mi sono sentita di lasciarla all'oscuro. Avevo bisogno di dirglielo.»

«E allora perché promettermi che non l'avresti fatto?» Alzai la voce.

Le prime lacrime iniziarono a scenderle lungo il viso. Sarah andò ad abbracciarla.

Ero arrabbiato con lei. Non perché aveva spifferato tutto alla sua amica. Di quello avremmo dovuto parlarne comunque, prima o poi. La cosa che più mi mandava in bestia era che mi aveva promesso di tenere la bocca chiusa e invece non l'aveva fatto. Pensavo di potermi fidare di lei. Le avevo aperto il mio cuore, le avevo confidato cose che non avevo mai detto a nessun altro. Cose che avrebbe potuto dire a Sarah come aveva già fatto.

«Dai, andiamo!» Sarah prese Haley per mano e si diressero verso la porta. Le guardai percorrere il salotto senza battere ciglio. 

Prima di chiudersi il portone alle spalle, Haley mi guardò. I suoi occhi erano tristi, rossi per il pianto. Mi ci volle tutta la forza che avevo in corpo per controllarmi e non correre da lei. La voglia di stringerla tra le mie braccia era inimmaginabile e aumentava man mano che si allontanava da me.

Poi il portone si chiuse.

ONE NIGHT || Benjamin Mascolo ||Where stories live. Discover now