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                                  Travis

La guardai mentre metteva le ultime cose nella borsa, il giorno dell'intervento era arrivato. La dottoressa l'avrebbe tenuta sotto osservazione per due giorni. Dovevamo recarci all'ospedale per le nove, ed erano le otto e un quarto. Io e lei non parlavamo da eri sera. Era come se nessuna parola fosse adatta. Regnava il silenzio in quella stanza, ma un silenzio pieno di pensieri. Ero consapevole che quello sarebbe stato l'ultimo giorno prima che la battaglia avesse inizio. Io rimanevo pienamente convinto della mia decisione. Il giorno prima, andammo da mia mamma. Abigail voleva passare un po' di tempo con loro dato che era da tanto che non li vedeva e anche io. Avevamo pranzato e chiacchierato in tranquillità. Non si era fatto nome della mia madre biologica e ne fui contento. Tuttavia, verso la sera, Ab tirò fuori il discorso chiedendomi e se il mio pensiero era rimasto lo stesso. Io le avevo risposto che in quel momento, dovevamo pensare solo a lei. Lei mi guardò storto ripetendo la frase che era divenuta la sua preferita " nulla deve cambiare. " 

« Trav. » la sua voce mi riportò alla realtà. Spostai lo sguardo su di lei e feci in modo che i nostri occhi si incontrassero. Ero in ansia per l'intervento. 

« Come stai? » chiesi così. Lei aprì la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse. 

« Bene. » mormorò senza guardarmi. 

Mi avvicinai. « Non devi fare finta di essere forte, non con me. Puoi crollare quando vuoi e quanto vuoi. » lei alzò lo sguardo verso di me e una lacrime scuse incontrollata che poi venne seguita da altre. La tirai a me e l'abbracciai forte mentre lei mi stringeva e mise la testa sul mio petto. 

« Ho paura. » singhiozzò. « Ho paura per me, per te, per noi. » 

Le accarezzai il capelli lentamente . « Anch'io ho paura, ma ne usciremo forti. Come abbiamo sempre fatto. » lei alzò la testa dal mio petto e tirò su col naso. 

« Non so quante volte al giorno ti dico ti amo. A volte credo di essere assordante.  » feci un mezzo sorriso. Le asciugai le lacrime sotto gli occhi e rimasi con le mani sulle sue guance. 

« Non mi scoccerò mai di sentirtelo dire. » lei sorrise per poi buttarsi tra le mie braccia. 

                                   ***

Camminai andando avanti e indietro, mi sembrò di star consumando il pavimento. Ab era in sala operatoria da un po' di tempo e io già non ce la facevo più. Laura e Federico si trovavano con me. La mamma di Ab era andata a prendere una boccata d'aria mentre io e suo fratello ci trovavamo ancora qui. Federico era seduto su una sedia con i gomiti poggiati sulle ginocchia e la schiena inarcata. Io, da quando lei era entrata dentro, stavo in piedi senza fermarmi un minuto.

D'improvviso vidi una ragazza che stava camminando. Non aveva capelli e portava una bandana.  Era secca e aveva delle occhiaie profonde. Pensai a Ab. Anche lei diventerà così?  Il mio cuore sembrò fermarsi solo al pensiero. La ragazza mi sorrise debolmente mentre io come se mi fossi scottato, girai la testa dall'altra parte. 

« Travis. » Federico mi chiamò. « Trav, perché non vai a prendere una boccata d'aria. Ti chiamo subito appena ci sono notizie.  » lo guardai con aria di negazione. 

Lui mi guardò torvo. « Va, ti serve un po' d'aria, sennò tra la puzza di farmaci, tra poco ti sentirai svenire. » 

Sospirai e uscì dalla stanza fuori la sala. L'aria gelida mi investì, ma non ci diedi peso. Tirai fuori dalla tasca dei jeans il pacchetto di sigarette e ne accesi una. Non avevo mai fumato molto, fumavo solo quando ero nervoso. 

« Ciao! Posso farti compagnia ? » la guardai stranito e poi alzai le spalle non sapendo cosa rispondere. 

« Perché sei qui ? » chiese e io feci un sorrisino. « Non chiedi neanche come mi chiamo? » 

Lei sorrise alzando le spalle. « Sono qui perché la mia ragazza ha... » deglutì. Era la prima volta che lo dicevo ad alta voce e che me ne rendevo conto. « La mia ragazza ha un tumore al seno. La stanno operando. » 

« Io ho un tumore al cervello. » la guardai. Come faceva a sorridere nonostante tutto? Anche Ab lo faceva, ma quella ragazza aveva il viso di una che ne aveva passate molte. 

« Sto facendo le chemio. Sono difficili, ma adesso non sarò sola. Conoscerò la tua ragazza. » aspirai il fumo stando attendo a non farlo andare dalla sua parte. 

« Si chiama Abigail. È una tosta, ma ha un cuore grande. » guardai la ragazza che aveva degli occhi blu scuri. « Credo che andrete d'accordo. » lei sorrise. 

« Tu come ti chiami?  » chiese. « Travis. » risposi. 

« Io mi chiamo Jenny. » guardò l'orologio e poi imprecò facendomi ridere. « Adesso devo andare, sennò i medici mi fanno il culo. » scoppiai a ridere mentre la vedevo afferrare le sue cose. 

« Ci si vede Travis. Spero che Abigail stia bene. » le feci un cenno con il capo come saluto e poi se ne andò. 

Finì di fumare la sigaretta e poi la buttai. Entrai subito nella sala d'attesa e vidi Federico e Laura in piedi. 

« Un'infermiera ci ha detto che tra poco esce. » sentì il mio cuore iniziare a battere all'impazzata mentre mi immaginavo il suo volto stanco.

Dopo cinque minuti Ab uscì su una barella. Stava ancora dormendo. « È sotto anestesia. Adesso la portiamo in camera e si sveglierà lei. » disse la dottoressa. 

Scendemmo al piano di sotto e lei era già in camera. La dottoressa si avvicinò a noi. 

« L'intervento è riuscito. » tutti quanti tirammo un sospiro di sollievo. « Come vi ho già detto, è adesso che viene la parte difficile. Aspetteremo che Abigail si riprendi per iniziare le chemio. » 

« Possiamo entrare a vederla? » chiese Laura. 

« Uno alla volta, ma non la svegliate deve riposare. » la dottoressa mi sorrise dolcemente come per rassicurarmi e io sprigionai un'altra delle mie preoccupazioni. 

« Andate prima voi, io entrerò dopo. » dissi. Laura, dopo un paio di secondi entrò. Giusto cinque minuti e poi uscì facendo entrare Federico. 

« Grazie per quello che fai per lei, Travis. » scossi la testa. 

« Non sono io quello che ha fatto molto per lei, è lei che ha fatto tanto per me rendendomi una persona migliore. » Laura sorrise per poi abbracciarmi. Appena Federico uscì entrai dentro lentamente. 

Quando la vidi su quel lettino mi sentì morire. Presi una sedia e la posai accanto al suo letto. Mi sedetti e le presi la man delicatamente, senza farla svegliare. Ammirai la sua pelle rosea e le sue labbra leggermente rosse. I suoi meravigliosi capelli erano distesi sul cuscino e io li toccai delicatamente. Misi il naso tra questi e ne ispirai l'odore. Delle lacrime iniziarono a scendere sul mio volto ma le asciugai subito. 

 « C'è la faremo, raggio di sole. Io e te, contro tutto e tutti. » le baciai la fronte e mi sistemai accanto a lei tendo sempre la sua mano. 

Nota autrice

scusate se non vi rispondo in privato, ma non riesco a mandare i messaggi, nei commenti però posso rispondere. Tuttavia, stavo pensando di creare un'account instagram, dato che il vecchio non so che fine abbia fatto.

MY EYES IN YOURSWhere stories live. Discover now