• Capitolo LIII •

Comincia dall'inizio
                                    

Il balancer strinse i denti.

"Immagina il caos che si creerebbe. Il diretto erede che nasconde il più vile dei reati. Saresti processato, la tua carriera andrebbe in fumo. Forse anche la tua vita."

"È la mia parola contro la vostra. Io non so nemmeno che faccia avete. Chi mai potrebbe credervi. L'Assemblea Superiore non vi concederebbe nemmeno udienza."

"Questo è vero." disse lei, "Ma ammettiamo di essere in possesso di prove tangibili, inequivocabili..."

Un pugno allo stomaco lo colpì, generando il vuoto.

"Voi non avete niente." rispose, duro, tenendo a bada il respiro.

"Forse hai ragione. Forse sto solo bleffando... o forse no. Magari ho davvero tutto il materiale necessario per sbatterti in prigione e farti disprezzare da Mr. Peace. Chi può dirlo."

"Io non accetto minacce. Sono io a farle."

"Credo che stavolta, invece, ti tocchi subirle e accettarle." sentenziò, facendosi improvvisamente seria.

Skyler osservava profondamente preoccupata le reazioni del giovane: il suo volto non faceva presagire nulla di buono.

"Adesso faremo un patto, Blake." riprese Magda, "Noi non toccheremo il ragazzo, per la gioia della tua cara Skyler. Inoltre... non faremo circolare alcuna voce riguardo la tua riprovevole condotta." si bagnò le labbra e riprese "Tu però dovrai toglierti dalla testa di cercarci. Lasciaci in pace e noi lasceremo in pace te. Dedica il tuo tempo ad altri cavilli, credo che quelli non ti manchino. Mi sembra un accordo più che onesto."

"Siete solo dei figli di puttana."

"Blake, per favore..." replicò lei, sarcastica "Non è certo questo il modo di parlare ad una signora. Potrei essere tua madre." sorrise, "Anche se non l'hai mai conosciuta."

Le narici del ragazzo si dilatarono, facendo uscire fuori fumo nero di rabbia. La comunicazione, così, si interruppe.

"MERDA!!!"
Blake tirò via il dispositivo e lo scagliò a terra.
La giovane gli andò incontro, col cuore in gola.
"Cosa ti ha detto?!"
"Sanno tutto di noi... sanno tutto di me!!!" rispose accorato, passando una mano tra i capelli.
Skyler deglutì e buttò giù l'amarezza di essere ripiombata nel limbo delle menzogne.
"E cosa vogliono."
"Vogliono che io li lasci in pace, che smetta di indagare. Se no faranno fuori Peter e tenteranno di aizzare uno scandalo."
"Oh mio dio..." sibilò la ragazza, terrorizzata.
Blake sospirò, sentendo bruciare dentro i pugni la frustrante sensazione di non poter opporsi a quell'accordo.

"E adesso cosa facciamo?" chiese lei.
"Non lo so..." rispose B-273, in stallo, "Questo posto non è più sicuro."

***

Il cucchiaino ruotava in senso antiorario dentro il thè caldo, alzando su lievi scie di vapore bianco. Blake osservava sbattere il metallo contro la ceramica bianca e si chiedeva perché una volta apprezzasse così tanto quella tiepida bevanda ambrata, quando, invece, adesso gli sembrava solo la stessa acqua sporca che calpestava ogni mattina lungo i viali del quartiere di Zorland.

La giovane sbucò dal corridoio, ancora assonnata. Due solchi le scavavano gli occhi e le conferivano un'aria incredibilmente disfatta, nonostante le ore di riposo.
"Da quanto tempo sei sveglio?" gli chiese, ancora scalza.
"Da prima di rendermi conto che non ho assolutamente voglia di questo thè." rispose lui.
Posò la tazza sul tavolino e si diresse verso l'armadietto.
"Sul bancone ci sono cereali e delle fette di pane." riprese, versandosi il solito drink.
"Non dovresti bere così spesso. È appena mattina."
Buttò giù un sorso, "Questa è solo una delle tante regole a cui non do ascolto..." passò una mano sulla nuca, come se un terribile mal di testa lo stesse torturando, "Ci sono cose ben peggiori che faccio..."
Skyler sbuffò, "È così che la consideri la nostra relazione, quindi? Una cosa ben peggiore?!"

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora