☪︎⋆Six˚✩

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Passò un mese da quando conobbi Jungkook

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Passò un mese da quando conobbi Jungkook.

Non era come tutti lo descrivevano, pericoloso, maligno o qualsiasi altra cattiveria, era esattamente l'opposto, ma più cercavo di dirlo alla gente, perfino ai miei amici, più non mi credevano, così cominciai a passare più tempo con lui, dato che nessuno voleva fare amicizia, beh tanto peggio per lorSarei stato l'unico per lui.
Eravamo nel soggiorno di casa sua, davanti a noi si ergevano pile di buste di snack di ogni tipo, brioscine, patatine, scatoli della pizza, lattine di varie bibite e chi più ne ha più ne metta, stavamo cercando di battere il record di un gioco horror, in cui dovevi cercare degli indizi per uscire da una camera, fin quando lo schermo non si fece tutto nero, decretando che il vincitore era Jungkook.
"Però sei stronzo forte."
Dissi girandomi verso di lui.
"Che vuoi, sei tu che sei scarso."
Disse prendendo una bottiglietta di Coca Cola, per poi berla.
"Gne gne e tu invece sei il miglior giocatore del mondo, bene vediamo se riesci a schivare questo."
Presi un cuscino e glielo tirai addosso, per poco non lo feci affogare.
"Adesso l'hai voluto tu."
Disse, poggiando ciò che stava bevendo sul tavolino e mettendosi a cavalcioni sopra di me, iniziando a farmi il solletico.
"Hahahhaha, basta Jungkook, basta ti prego."
Lui non mi ascoltò, continuò il suo giochetto demoniaco e quando si fu stancato si accasciò sul mio petto.
Entrambi eravamo sudati e cercavamo di riprendere fiato dai troppi movimenti e dalle troppe risate fatte.
Istintivamente misi una mano sui suoi morbidi capelli, accarezzandoglieli.
"Kook non è che potresti parlarmi un pò della tua famiglia o di quello che facevi prima di trasferirti all'Accademia? So così poco di te..."
"Cosa vuoi sapere?"
"Mah...non so tua madre, tuo padre, se hai fratelli o se hai altri poteri oltre alla lettuta del pensiero...cose così."
Lui sospirò, si alzò dal mio petto e iniziò a raccontare sedendosi meglio, quasi mi dispiacque non averlo più su di me, faceva così freddo e non sentire più il suo corpo caldo sul mio, mi aveva provocato una scarica di brividi, lungo tutta la colonna vertebrale.

"Mia mamma è morta dandomi alla luce, si chiamava Vanessa, aveva origini italiane, non l'ho mai conosciuta, ma avrei tanto voluto...tutti mi parlavano bene di lei, era intelligente, bella e molto vivace.
Inoltre era una stella del cinema, un'attrice di fama mondiale.
Aveva sposato mio padre, il pittore Jungwoo Jeon, non so come, ma quando dicono che gli opposti si attraggono hanno ragione, mio padre era tutto il contrario di mia madre, composto, perfettino e molto preso dal suo lavoro.
I miei nonni mi hanno sempre detto che si amavano tanto.
Hanno aspettato molto per avermi date le condizioni di salute, non tanto buone, di mia madre.
Le lacrime cominciarono a scorrergli sul viso.
"Oh Kookie mi dispiace, non volevo farti piangere, se non vuoi continuare è ok."
Dissi abbracciandolo.
"No no, voglio finire la storia.
Mia madre aveva un dono, quello di vedere o avere delle visioni sulle entità malefiche, presenti in questa dimensione o nelle altre, era per questo che aveva problemi di salute, questi ecco diciamo "demoni" man mano che lei cresceva, le risucchiavano via sempre di più, la sua energia vitale.
Quando nacqui, dopo il parto, lei ebbe una visione, la più brutta e lunga della sua vita.
Morì sul colpo, oltre che per la stanchezza, anche per la paura, imprigionandola in uno stato di oscurità che potevi scrostarti di dosso soltanto morendo."
Mi accorsi anche io di star piangendo dopo tutto quel discorso.
"Mio padre, cercò sempre di non farmi mancare mai nulla, ma per distrarsi dalla morte della sua amata non stette molto con me dopo che crebbi, dicevano che gli ricordavo troppo mia madre e che faceva male, così iniziammo a vederci una sola volta alla settimana, mentre io stavo con i miei nonni materni.
So che è orgoglioso di me e che mi vuole bene, anche se non lo da a vedere. "
Disse dopo aver ripreso fiato.
"Mio padre poteva leggere nel pensiero ed ereditai questo suo potere, ma assieme a quest'ultimo anche quello peggiore, lo stesso di mia madre.
Forse è per questo che tutti mi guardano male o non si fidano, sentono che dentro di me c'è qualcosa che non va e hanno ragione a starmi lontano."
Disse, mentre tante piccole gocce d'acqua gli rigavano le guancie.
"E allora perchè io non ho queste sensazioni quando sto con te?"
Chiesi asciugandogli le lacrime.
"Semplicemente non lo so."
Rispose, accarezzandomi i capelli.
"Dobbiamo fare qualcosa Jungkook, non puoi stare tutta la vita con queste presenze che ti tormentano."
Sbottai, incazzato.
"Lo so ma non posso farci niente, il male è parte di me, ormai da 18 anni e potrà solo andare peggio."
Disse con occhi vacui e rassegnati.
"Non dire così Kookie, troverò un modo per aiutarti, te lo prometto."
Risposi in modo più dolce e prendendogli una mano.
"Grazie Tae, sei l'unico che farebbe mai qualcosa del genere per me."
Rispose, stringendomela.
"Per te questo ed altro."
Dissi, per poi abbracciarlo.
Stettimo in silenzio per qualche minuto, vicini, stretti fra i nostri corpi, guardando il caminetto e le fiamme al suo interno, che danzavano felici bruciando la legna.

Un urlo squarciò quella perfetta armonia.
Accadde tutto in un secondo.
Jungkook cadde a terra tenendosi la testa con le mani.
"Oh mio Dio Jungkook cos'hai."
Chiesi spaventato, inginocchiandomi accanto a lui e poggiando una mano sul suo fianco.
Si girò e la cosa che mi fece più paura furono i suoi occhi, completamente bianchi, mentre piangeva lacrime nere.
Cercava di dirmi qualcosa, ma si affogava col suo stesso sangue che colava fuori dalle sue labbra, a fiotti.
"Jungkook guardami ti prego, dimmi cos'hai."
Dissi con voce rotta dal pianto, stremato dal vederlo conciato così male.
"L-l-lui è qui."
Disse in preda agli spasmi.
"Chi, chi è qua?!"
Gridai.
"L'oscurità."

ɓℓσσ∂ ɱσσɳ ~ƭαεҡσσҡ~Where stories live. Discover now