☪︎⋆Five˚✩

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Il pomeriggio arrivò presto e dopo che mi sorbì tutte le raccomandazioni da parte di Jimin e perfino da Jin e Namjoon, dovetti stare in classe, due ore, insieme ad uno sconosciuto, di cui tutti avevano paura

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Il pomeriggio arrivò presto e dopo che mi sorbì tutte le raccomandazioni da parte di Jimin e perfino da Jin e Namjoon, dovetti stare in classe, due ore, insieme ad uno sconosciuto, di cui tutti avevano paura.
Entrai in classe, lui era già lì, aveva gli occhi puntati su un libro e neanche mi notò.
Decisi di prenderlo come buon auspicio, mi sedetti al solito posto, presi libri e quaderni e iniziai a studiare.
L'atmosfera non era delle migliori, l'ansia e la tensione si potevano toccare con mano.
"Hai paura di me?"
Mi chiese ad un tratto il ragazzo.
Alzai la testa di scatto, sorpreso del fatto che lui mi avesse rivolto per primo la parola.
"No, cioè non lo so."
Risposi spaesato.
"Tutti hanno paura di me in questa scuola e non capisco il perchè"
Si girò dalla mia parte.
"Sono così brutto?"
Continuó, guardandomi negli occhi.
I suoi erano lucidi, quasi come se quel pensiero lo facesse stare male.
"No, non sei brutto."
Risposi sorridendogli.
E lo pensavo davvero, a mio avviso era molto carino.
"Allora perchè sei così teso se ti sto vicino?"
Chiese ancora.
Come faceva a capirlo?
"Non lo so, ma posso dirti perchè gli altri hanno paura di te."
Mi fece cenno con la testa per incitarmi a continuare.
"Beh, ecco diciamo che, girano voci su di te e  dicono che sei molto potente, che hai ammazzato un sacco di mostri, creature cattive e perfino demoni."
Lui mi guardò e poi scoppiò a ridere.
Era bella la sua risata, genuina, spontanea, contaggiosa e molto dolce.
"Sul fatto che sono potente hanno ragione, ma non ho mai ammazzato nessuno, nè tanto meno demoni, chi cazzo è che mette ste voci, mio Dio."
Era abbastanza incazzato.
Sorrisi alla sua reazione.
Ero sempre stato timido e sorridevo solo con i miei amici o per tirarmi fuori dalle situazioni imbarazzanti.
Ma per la prima volta lo feci davanti ad un ragazzo, di cui non sapevo nulla.
"Hai un bel sorriso. Non sorridi spesso."
Mi disse.
Come cavolo faceva a sapere tutte queste cose?
"E tu che ne sai se sorrido spesso o meno?"
Risposi, con una punta di fastidio nella voce.
"Mh non lo so...sesto senso."
Fece il vago.
"Non me la bevo questa."
Risposi, riducendo gli occhi a due fessure.
"Forse ho capito che tipo di potere hai."
Continuai, indicandolo.
"Illuminami."
I suoi occhi  scintillarono di curiosità.
"Sai leggere nel pensiero."
"Bingo."
Rispose, dopo essersi bagnato le labbra secche con la lingua.
"Io invece non ho ancora capito il tuo, il che è strano."
Con la forza del pensiero feci alzare la cattedra da terra, per poi riappoggiarla.
"Uhh carino."
Mi disse lui appoggiando la testa sul pugno chiuso.
"E so vedere anche i fantasmi."
Mi guardò stranito.
"Ne hai uno dietro la schiena."
Affermai, mentre guardavo oltre la sua spalla e notavo una donna con un vestito risalente al 1700, sporco di sangue sul corpetto.
Fece un balzo e venne vicino a me.
"D-d-d-dove?"
Balbettò, guardandosi attorno impaurito.
"Te l'ho detto, era dietro la tua schiena, ma adesso è andato via e poi non mi dirai che hai paura, ci sono cose molto più spaventose al mondo."
Dissi rimanendo calmo e seduto a differenza sua, che era praticamente schizzato via dal banco.
Annuì semplicemente e tornò a sedersi.
"Non hai paura quando vedi queste...entità?"
"Non più ci sono abituato."
Risposi facendo spallucce.
Il silenzio tornò a serpeggiare fra di noi.

"Che libro è?"
Chiesi poi, dopo alcuni minuti, alludendo al testo che aveva sul banco.
"Oh è un libro che parla di dei greci divinità e robe simili."
Vidi la copertina e lo riconobbi, lo lessi anni prima.
"Adoravo quel libro è pieno di storie affascinanti e di eroi epici."
Esclamai con occhi sognanti.
Lui annuì energicamente con la testa e sorrise.
Passammo tutto il pomeriggio a parlare di libri, videogiochi e di quello che ci piaceva fare nel nostro tempo libero.
Fu una delle conversazioni migliori della mia vita.
Penso che, nessuno conoscesse questo suo lato un pò bambino e sono felice che tutte quelle voci sul suo conto non siano vere, perché è davvero un bravo ragazzo.

"Dove abiti?"
Chiesi mentre mi stava accompagnando verso casa.
Il buio era sceso, la luna risplendeva alta nel cielo e i raggi lunari illuminavano il cammino verso le nostre abitazioni.
"In quella casetta là sotto."
Disse indicando la sua piccola dimora, circondata da due alberelli e un prato pieno di fiori.
"Vivi solo?"
"Si."
"Uh allora qualche volta vengo da te a farti compagnia."
Dissi, saltellando contento.
"Puoi venire quando vuoi."
Disse facendomi un caloroso sorriso.
"Quindi ci vediamo domani?"
Continuò.
"Si, certo a domani."
Risposi, sorridendo a sua volta.
Arrivammo sotto il portico del mio apprtamento e prima di andarsene, lui mi diede un bacio sulla guancia, lasciandomi lì pietrificato.

ɓℓσσ∂ ɱσσɳ ~ƭαεҡσσҡ~Where stories live. Discover now