Allo scoccare della Mezzanotte - parte 1

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31 dicembre 2017
-5 ore a Capodanno

LORENZO'S POV
L'ultimo giorno dell'anno è probabilmente l'ultima porta che si dovrebbe chiudere prima di aprire un portone per l'anno nuovo.
Ogni anno desideriamo il meglio da noi stessi, e che le nostre vite cambino precipitosamente, di vivere con moderazione. C'è chi sogna di trovare l'amore della sua vita, chi vuole diventare famoso, chi invece si preoccupa della scuola e dei prossimi esami da affrontare. Invece, per me, l'anno non è ancora terminato. Molti sono gli interrogativi che mi pongo e molte altre sono le risposte poco convincenti che do a me stesso, in attesa di aspettare la più importante notizia di questi dodici mesi, perché io, al contrario di molta gente, ho più porte da chiudere e non ho ancora trovato le ultime chiavi. Così, mentre raccolgo le ultime informazioni in serbo, sistemo meglio il nodo della mia cravatta, prima di sfumare una volte per tutte da questo appartamento e abbandonarlo ancora oggi, da solo, buio e spento, silenzioso e malinconico.

Lorenzo:"C'è una festa, una festa a cui non puoi mancare."
La voce del mio destinatario mi appare roca e stanca, di fatti si è appena svegliato dal suo lungo sonno durato più di dodici ore.
Lorenzo:"Stavi ancora dormendo?"
Fingo di non sapere, quando in realtà mi è stato tutto chiaro dai primi mugolii con i quali mi ha risposto, un po' come quelli che emetteva quando lo svegliavo di soprassalto e iniziavamo a incontrarci, corpo contro corpo, a litigare e a punzecchiarci perché entrambi svegliavamo l'altro, e non gli permettevamo di dormire un'altra volta.
Pietro:"Dio, Lorenzo, lo so. Avevo già impostato una sveglia, ma a quanto pare la prima sveglia sei stata tu."
Un riso leggero fa intendere al mio amico che l'ho fatto di proposito, ma preferisce zittirsi e sbuffare, mentre la rete del letto emette un rumore fastidioso, come se una massa pesante si stesse alzando. E non c'è dubbio allora che sia Pietro quello in piedi adesso.
Lorenzo:"Allora, verrai? È l'ultima festa dell'anno, ci divertiremo."
Così cerco di convincerlo a prendere parte ai festeggiamenti, e il suo tono prima confuso, adesso mi dà il consenso e accetta senza alcun dubbio la mia richiesta forse un po' troppo evidente. Ci salutiamo senza neanche salutarci, in un profondo vuoto, un silenzio colmo di parole ed emozioni. Già ci sono stati dei momenti del genere, e alla fine uno dei due rompeva il ghiaccio. Stavolta abbiamo lasciato che quelle ultime parole fossero davvero le ultime. Un 'verrò' che risulta come un 'accetto, ci vediamo più tardi'. E mai sono stato più convinto di incontrarlo più tardi la sera stessa. Ho l'estrema necessità di conversare un'ultima volta prima di lasciare alle spalle questi 365 giorni. La prima porta che vorrei chiudere sarà proprio questa qui. Probabilmente quella più grande di tutte, potrei definirla il cardine di tutte le altre. Lui è il centro di qualunque cosa, del mio mondo, della mia vita e il nucleo essenziale del mio anno.

-4 ore a Capodanno

L'ultima festa, come da programma, si terrà nella nuova casa di Sascha e Sabrina. Siamo tutti davvero entusiasti che i due stiano vivendo un nuovo capitolo della loro storia. Insomma, un bambino non era ciò a cui Sascha ambiva, ma adesso è la persona alla quale, oltre alla sua splendida ragazza, si preoccupa di più. E di nuovo provo invidia nei loro confronti, come quella volta all'ospedale. Loro potrebbero essere la famiglia perfetta, e io e Pietro avremmo potuto essere qualcosa di speciale e di grande. E magari anche queste idee così alla rinfusa, un po' troppo veloci, hanno terminato il mio periodo d'oro.
E mi sento un idiota a rimuginare sempre sulla stessa storia, e a quasi compatirla. Mi faccio pena da solo, mi distruggo da solo in questo modo. E stasera vorrei divertirmi, con o senza lui, perché ancora una volta delle lacrime sono state versate e non ho più intenzione di affrontarle. Né mie, né altrui.
Quindi, ripercorrendo tutto il mio passato, solo adesso capisco che è stato tutto un enorme errore. Un marchio di fabbrica contraffatto che all'inizio nessuno nota. E poi arrivano le travolgenti conseguenze di contrabbando, e noi siamo stati i colpevoli. Io colpevole del mio silenzio, lui colpevole di aver acquistato quell'oggetto col marchio contraffatto. Eppure, ci sembrava tutto normale all'epoca. L'altro non capiva l'altro, ed era meglio così. Eravamo complicati nel nostro silenzio, e adesso siamo complicati e basta. Il viale davanti a me si illumina, quanto basta per mostrarmi dove sono. E sono all'inizio. L'inizio del mio vialetto.

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