Lorenzo Ostuni

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2 settembre 2017

LORENZO'S POV
Provo ad alzarmi, ma il dolore che avverto in tutto il corpo come se stessi andando a fuoco mi impedisce di farlo del tutto. Solo adesso capisco che gli effetti di quelle pillole non sono ancora terminati.
Con la mano destra, mi appoggio allo spigolo della scrivania e mi trascino per qualche secondo. Mi sento come un vecchietto negli ultimi istanti di vita, e in effetti le mie forze vitali sono sempre più deboli. Ritrovo il mio equilibrio, anche se le mie gambe tremano ancora.
Do un'ultima occhiata alla lettera, al messaggio che ho scritto per Pietro.
La spedirò il giorno prima di partire, assicurandomi che Pietro non riesca a raggiungermi, perché so che se leggerà quella lettera, vorrà parlare con me. Lo amo troppo e non voglio che abbia noncuranza di sé.
Anche se tutti i miei amici credono che io non sappia le condizioni di Pietro, in realtà mi informo sempre. Suo padre mi dice ogni cosa riguardo i suoi miglioramenti e i suoi peggioramenti. So che sta avendo degli attacchi nervosi e che non mangia da ormai giorni. Vorrei poter fare qualcosa, ma se mi vedesse, si sentirebbe peggio. Se vedesse come mi sono ridotto, potrebbe credere che sia colpa sua, e io non permetterei mai che questa cosa accada.
Devo prendermi le responsabilità delle mie azioni, e ammettere a me stesso di aver rovinato molte persone che senza di me erano felici e vivevano in pieno i loro momenti, i loro giorni.
Sono un vero e proprio tornado che spazza ogni cosa che si intromette nel suo cammino. Pietro è stata la intromissione più bella che io abbia mai incontrato, ma ho distrutto anche quella in poco tempo. È riuscito ad accendere di nuovo il mio cuore che si era spento tanto tempo fa. Solo con il suo sguardo, un suo tocco, mi faceva arrossire e mi rendeva nervoso.
Quest'estate insieme a lui è stata un vero e proprio sogno; sogno che adesso si sta trasformando in un incubo.
Ritorno alla realtà della situazione, ricordandomi che oggi avrò un appuntamento con la nostra stalker. Sospiro mentalmente, infine rivolgo lo sguardo verso alcune foto di me e Pietro. Non preoccuparti, amore, riusciremo a stare insieme, prima o poi.
In questo momento ci siamo divisi e stiamo continuando su due strade diverse, ma credo fermamente che questa biforcazione finirà e ritorneremo a camminare insieme, passo dopo passo, lungo una sola retta, una sola via.
Chiudo la porta alle mie spalle, sapendo che questo è solo l'inizio di una lunga giornata.

Passeggio per i viali di Milano, quelli più isolati e sperduti, in modo da non farmi riconoscere. Sto pensando a come sono cresciuto in questi mesi. Prima ero Favij, il ragazzo più amato dai ragazzi e dai bambini, quello che riusciva a strappare un sorriso a tutti e che allo stesso tempo era il ragazzo più timido esistente. Con Pietro ho conosciuto un altro lato di me, quello di Lorenzo, Lorenzo Ostuni, un ragazzo che non dimostra cosa prova o cosa sente e che si nasconde dietro un alias. Il fatto che più mi stupisce è che Pietro si sia innamorato proprio di questa parte di me. Forse mi sto sottovalutando, forse non sono solo un vigliacco, dopo tutto.
Ho appreso di nuovo a sorridere, ad apprezzare le fresche giornate d'estate, ma soprattutto ad amare; amare una persona per quello che è e per quello che mi fa sentire, quello che suscita in me.
Molte persone notano solo la superficialità dei miei movimenti, delle mie azioni, altre invece osservano anche il mio lato nascosto, il lato che ho soppresso, ma che adesso vorrei urlare al mondo.
Sono cresciuto in tutti questi anni e sento di non appartenere più al mio soprannome. Adesso sono completamente Lorenzo Ostuni, e vorrei mostrare al mondo questa vecchia nuova parte di me. Non rinnegherò mai più il mio nome.
Sconosciuto:"Finalmente sei arrivato."
Solo adesso mi accorgo che sono arrivato al bar, e che una donna mi intima ad avvicinarsi a lei. Indossa un cappellino di paglia che le nasconde il volto e i capelli, probabilmente raccolti in un tuppo.
Sta sorseggiando un caffè tranquillamente, come se la mia presenza non le desse fastidio o non la innervosisse.
Mi siedo al suo tavolo, iniziando ad osservare ogni gesto che compie e che mi stringe il cuore, rendendomi teso e inferiore.
Lorenzo:"Chi sei? Mostrati."
Sconosciuto:"Come? Non mi riconosci? Eppure, sono passati solo 6 mesi."
Sgrano gli occhi e rimango sconcertato, appena lei posa il cappellino lentamente sul tavolo, lasciando ricadere i suoi capelli dorati.
Serena:"Sorpresa, tesoro."
Continuo a fissarla, senza muovere un muscolo. Sposto lo sguardo sul suo caffè, ma comunque riesco a intravedere il suo riflesso candido e quasi accecante.
Serena:"Non hai niente da dire?"
Il discorso che mi ero preparato è sfumato via, così come le mie certezze.
Lorenzo:"C-Cosa cazzo vuoi da noi?"
Serena:"Da Pietro niente, ma da te sì. Voglio distruggerti."
Lorenzo:"Perché? Cosa ti ho fatto? Sbaglio o sei stata tu a lasciarmi?"
Serena:"Sbagli, mio caro. Sei stato tu a lasciarmi mentalmente. Avevo capito che non provavi più lo stesso."
In fondo ha ragione, io non provavo più lo stesso, e questo perché avevo conosciuto una persona migliore di lei, una persona che mi amava per ciò che ero e non perché fossi famoso.
Lorenzo:"D-Davvero?"
Serena:"Notavo come mi scaricavi per uscire con Pietro. Hai messo il tuo rapporto con lui sempre prima del nostro. Poi, ho realizzato che magari era più di una semplice amicizia."
Lorenzo:"Beh, complimenti, l'hai capito prima di me."
Serena:"Questo perché sono sempre stata più sveglia e astuta di te, piccolo mio."
Lorenzo:"Cosa hai intenzione di fare?"
Serena:"Ti correggo, cosa hai intenzione di fare tu?"
Lorenzo:"Non capisco cosa intendi."
Serena:"Sei il ragazzo più famoso d'Italia. Voglio anche io essere popolare. E per farlo, sono disposta a fare tutto."
Lorenzo:"Anche rovinare la mia vita e quello del mio fidanzato?"
Sottolineo l'ultima parola, e lei sembra arrabbiarsi. Tuttavia, inizia a ridere, il che mi fa rabbrividire.
Serena:"Sbaglio o adesso non siete più fidanzati?"
Per un attimo, il mio cuore si arresta, impedendomi di respirare, o fare qualsiasi cosa.
Potrei perdere la testa da un momento all'altro, e strangolarla.
Serena:"Fa male la verità, vero?"
Lorenzo:"Stai zitta. STAI ZITTA!"
Serena:"Tesoro mio, che ne dici di fare una passeggiata? È una giornata calda e stupenda."
Sorrido, mentre una lacrima solca il mio volto. E devo obbedire, glielo devo. Ma a questo valzer si danza in due.
Lorenzo:"Dove vorresti andare, cara mia?"
Serena:"Al nostro posto preferito. Ti ricordi ancora quell'inutile alberello dove mi baciasti a San Valentino? Ricordo perfettamente il volto di Pietro. Poverino, gli hai spezzato il cuore."
Serro i pugni e mi trattengo da non sferrarle un colpo. Non ho mai toccato una ragazza, ma lei non lo è. È un vero e proprio mostro vivente. Continuo il mio gioco silenzioso e lieto, ma in realtà vorrei solamente sprofondare e lasciarmi andare del tutto.
Lorenzo:"Beh, muoviamoci allora."
La intimo, concedendole il mio sorriso più falso. Lei si alza, lascia i soldi nella tazzina, e infine prosegue, senza mai voltarsi, sicura che io la segua.
Affretto il passo e mi avvicino a lei di soppiatto. Osservo meglio i suoi lineamenti e il suo sguardo imbronciato, realizzando che non è più la ragazza solare che avevo conosciuto e amato tanto tempo fa.  Sempre se potesse chiamarsi amore quello che abbiamo vissuto. Probabilmente era una relazione ad adattamento. Io mi adattavo ai suoi modi e lei si adattava ai miei, senza davvero discutere e parlarne.
La sua bellezza sembra quasi sfiorita, notando le rughe che le delineano gli occhi e che la invecchiano almeno di cinque anni. Addirittura il suo modo di vestirsi è completamente cambiato. Il tenue azzurro e il giallino dei suoi abiti si sono convertiti in un nero opaco e un bianco corrotto da striature cobalto.
Amavo il suo carattere così freddo e distaccato, ma anche gentile quando voleva ed era disposta a dare il tutto per tutto. In un attimo, sembra che tutte queste peculiarità siano totalmente scomparse.
Tuttavia, il suo profumo è sempre lo stesso. Il profumo di un'accalappiatrice di uomini e di una strafottente in piena regola. Il profumo di una rosa nera, appassita, ornata da spine pungenti. Adesso, mi sembra di intravedere quest'ultime particolarmente.
Serena:"Sei diventato più carino, sai?"
Mi dice all'improvviso, ma lasciandomi dubbioso nel tono con il quale l'ha ammesso. È maliziosa o lo dice con sincerità? Non saprei a cosa credere ormai.
Lorenzo:"Tu sei diventata più stronza e spenta di prima, lo sai?"
D'un tratto si ferma, aspettando che io mi giri. Stavolta non ho intenzione di farlo. Dopo qualche secondo riprende il suo passo veloce e cauto, riuscendomi di nuovo a superare.
Serena:"Siamo quasi arrivati al tuo stupido tesoro. Mi ricordi l'importanza di questo luogo quale era? Giorgio, giusto?"
Rimango pietrificato, non appena pronuncia quel nome. Io non le avevo mai espressamente parlato di lui.
Mi chiedo come faccia a sapere tutte queste cose della mia vita.
Lorenzo:"E tu come sai di Giorgio se non ti ho mai accennato niente di simile?"
Per un attimo, sembra che io l'abbia messa in difficoltà, ma poi riprende il suo tono altezzoso e sgarbato.
Serena:"Mai sottovalutarmi Lorenzo."
Mi risponde, ma lasciandomi intendere tutto alla perfezione.
Lorenzo:"Quale è il tuo losco piano?"
Vado diretto al punto; non voglio passare altri minuti in sua compagnia.
Serena:"Da ora in poi, siamo fidanzati. Ti basta sapere questo."
Lorenzo:"Te lo puoi scordare. Non sei nessuno per me. Non ho intenzione di stare di nuovo con.."
Mi interrompe, poggiando il suo mignolo sulle mie labbra.
Serena:"Faremo solo finta. Sono già fidanzata con un ragazzo fantastico."
Lorenzo:"È questo che vuoi ottenere? Fama? Popolarità?"
Serena:"Voglio privarti di tutto quello che tu mi hai tolto."
Afferma, permettendomi di notare alcune sue lacrime fuoriuscire da quegli occhi assenti e scarsi. E in questo momento mi sto dimostrando forte, quando in realtà vorrei solo sfogarmi di tutto, tutto.
Lorenzo:"Perché allora non hai caricato in rete le foto di me e Pietro? Avresti fatto prima."
Lei sogghigna, mettendomi inquietudine e facendomi sospirare.
Serena:"La mia vendetta deve essere cospicua e lenta. Cospicua per me, lenta per te."
Lorenzo:"Se Pietro venisse a sapere di questa falsa relazione, potrebbe pensare sia vera."
Serena:"Ci sei arrivato. Ti ho in pugno. Se decidi di accettare, perderai Pietro, ma se rifiuti, perderai tutti e anche Pietro."
Abbasso la testa, sapendo già che il mio destino è segnato. Ha vinto lei questo gioco. Mi ha battuto. È stata più veloce e più scaltra.
Lorenzo:"Non posso far altro che accettare."
Serena:"Ottima scelta, orsacchiotto mio."
Mi porge la mano e io gliela stringo, anche se in modo insicuro e sfuggente. Non vorrei toccare neanche una parte del suo misero corpo. È troppo corrotta e peccaminosa.
Serena:"Adesso devo presentarti la persona con cui condivido la mia vita."
Lorenzo:"Non mi interessa un granché."
Serena:"Invece ti interessa moltissimo."
Le sue parole creano solo nella mia testa altra confusione, ma allo stesso tempo un briciolo di curiosità. Siamo proprio sotto al grande albero, alla maestosa quercia. Mi siedo comodamente sulla panchina, anche questa conservatrice di vari ricordi. La brezza inizia a soffiare, provocandomi un leggero tremolio. E non è un buon presentimento.
Serena:"Finalmente sei arrivato, amore mio."
Serena va incontro a qualcuno, ma non mi sporgo per vedere chi sia il suo grande e banale amore.
Sconosciuto:"Ciao Lorenzo, è un piacere rivederti."
Questa voce mi è familiare. Così calda e così rauca. Solo il suono delle sue parole mi gela il sangue e immobilizza il mio corpo.  Il tono spavaldo e beffardo che mi schiaccia e mi fa sentire davvero piccolo, incapace di compiere azioni concrete e reali. Continuo a guardare davanti a me, senza rispondere o ad accennare che sono ancora vivo. Tuttavia, si interpone tra me e la visione dell'asfalto bollente. Solleva il mio mento delicatamente, costringendomi a guardarlo per un'altra volta.
Non ho mai provato così tanta paura per una persona.










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