La casa al mare - parte 1

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8 giugno 2017

LORENZO'S POV
Lorenzo:"Grazie mille Lore, sono sicuro che gli piacerà."
Lorenzo II:"Sì, ma non distruggetela, per piacere. È la residenza estiva dei miei nonni."
Lorenzo:"Non preoccuparti, mi conosci."
Lorenzo II:"Sarà meglio per te. Ciao."
Lorenzo:"Grazie ancora, a più tardi."

Riattacco.
Ieri sera mi è venuta un'idea brillante. Probabilmente il criceto che ho in testa, ha ripreso a correre sulla sua ruota, iniziando a produrre neuroni sani e ha attivato il mio cervello.
Dato che ormai fa caldo e che io posso godermi questi giorni di libertà, prima di partire per il tour estivo, ho deciso di fare qualcosa di carino con Pietro.
E quindi mi sono chiesto "dove potremmo andare?". A quel punto, mi sono ricordato che Lorenzo, un mio carissimo amico, ha una residenza estiva in Sardegna, dato che i suoi nonni andavano lì spesso.
Quando sono venuti a mancare, quella casa è rimasta inutilizzata, fino ad ora.
Quindi, l'ho chiamato per sapere se potesse lasciarmela per qualche giorno.
Lui ovviamente ha accettato.
Devo svegliare Pietro, il quale sta dormendo nel mio letto. Addirittura nel salone si sentono i suoi versi che dovrebbero assomigliare a dei russamenti.
Appena lo raggiungo, mi siedo accanto a lui, il quale sta dormendo beatamente nel nostro letto. Le lenzuola sono distese disordinatamente ai suoi piedi, penzolando dal bordo della "brandina".
Più lo osservo, più l'amore che provo per lui traspare in ogni fottuto angolo di questa casa. Il suo volto incorniciato dai capelli ricciolini, i quali si richiudono in una sottospecie di frangia, mi incanta, e non posso smettere neanche per un secondo di scrutarlo in tutte le sue forme, le sue perfezioni e le sue imperfezioni.
La particolarirà che lo rende dolce è il fatto che lui non sappia cosa sta per accadere.

La platea è in delirio.
Lorenzo Ostuni è pronto a mostrare il suo immenso talento al mondo.
Sale lentamente la dura rampa, la quale si rivela essere un trampolino.
La folla scalpita senza sosta.
Il momento che tutti attendevano è finalmente giunto.
Lorenzo Ostuni si prepara.
Tutti sono entusiasti di vederlo all'azione. Tuffi come suoi sono difficili da vedere.
Saluta il pubblico, gesticolando nervosamente. È sempre stato un ragazzo timido.
Ecco che è pronto a gettarsi.
Uno. Due. Tre.
Un tuffo perfetto, ladies and gentlemen.

Mi tuffo direttamente sul suo corpo, sfiorando violentemente il suo bacino. Perforo il suo collo come un mulinello che si forma in acqua.
Mi stendo su di lui con delicatezza.
La delicatezza che conosco soltanto io.
I suoi versi si trasformano in urla di dolore.
Muovendosi, scivolo dal letto e finisco a terra, sopra alle lenzuola ormai piene di polvere.
Lorenzo:"Ben svegliato."
Pietro:"LORE TI AMMAZZO!"
La situazione si ribalta e questa volta è lui che sale su di me e inizia a prendermi a pugni, però in maniera dolce, tanto che non riesco nemmeno a percepirli.
Lorenzo:"Molto forte il ragazzo, mi dicono."
Pietro:"Solo perché non voglio farti male."
Lorenzo:"Perché sono il tuo fidanzato?"
Pietro:"No, perché già ti ritrovi con questa faccia.
Se poi ti colpissi, il tuo viso si rovinerebbe ancora di più di quanto non lo sia già adesso."
Lorenzo:"Sei uno stronzo!"
Pietro:"Parla quello che mi ha spezzato tre costole, le gambe, il braccio e la pancia."
Io rido per reazione, ma ammetto di aver esagerato. Soltanto mentalmente.
Lorenzo:"Se non ti va bene, la prossima volta sarò più crudele."
Pietro:"Immagino."
Mi accorgo della posizione in cui stiamo e subito mi alzo, imbarazzato. Tuttavia, lui ride per il mio evidente rossore, come se la posizione in cui ci trovavamo non gli facesse né caldo né freddo.
Lorenzo:"V-Volevo dirti che ho una sorpresa per te."
Cambio discorso, e lui mi guarda male.
Pietro:"Ho paura. Non mi farai di nuovo guidare fino a Firenze, vero?"
Lorenzo:"No! In Sardegna."
Dico tutto d'un fiato, lasciandolo completamente basito. Schiocco le dita dinnanzi al suo volto scioccato, ma neanche questo sembra risvegliarlo da quella sorta di trance.
Pietro:"Ma, ma, ma non si può."
Lorenzo:"Perché no? La tua macchina non resiste all'acqua?"
Dico ironicamente, lasciando intendere la mia voglia di prenderlo in giro.
Pietro:"Tu sei tutto ubriaco. Me ne vado. Torno a dormire a casa mia!"
Si riveste in fretta, prende con agilità il suo zainetto e se lo porta in spalla. Avanza verso la porta d'ingresso, ma io lo blocco, interponendomi nel loro contatto diretto.
Lorenzo:"Tu non puoi passare!"
Pietro:"Ma io voglio dormiree!"
Mette il broncio e poi si getta sul divano, come se fosse una balena spiaggiata.
Lorenzo:"Pigrone, oggi dobbiamo partire."
Pietro:"Lasciami dormire, ti prego."
Lorenzo:"No."
Gli afferro le gambe e lo trascino per terra, ma lui non sembra intenzionato a muoversi.
Lorenzo:"Cavolo quanto sei pesante."
Pietro:"Sei tu troppo magro."
Lorenzo:"Mi ascolti?"
Lui la smette di lamentarsi e annuisce, stringendomi la mano per aiutarlo a rialzarsi.
Lorenzo:"Un mio caro amico possiede una casa in Sardegna e me l'ha lasciata per un po'.
Dopo andiamo all'aeroporto a prendere i biglietti.
Partiamo noi due Piè."
Pietro:"Così all'improvviso? Non ne ho nemmeno parlato con i miei."
Lorenzo:"Loro capiranno. Sono aperti mentalmente al contrario di te."
Pietro:"Grazie eh. Però la proposta mi alletta. Dove si trova la casa?"
Lorenzo:"Al mare e non ti dico altro."
I suoi occhi si illuminano e mi guardano, vogliosi di passare delle vacanze da sogno al mare stupendo della Sardegna.
Pietro:"Una casa al mare? Adoro. E va bene, accetto"
Lorenzo:"Sapevo che ti avrei subito convinto."
Pietro:"Allora vado a preparare le valige. Ti vengo a prendere dopo pranzo."
Mi intristisco per qualche secondo, ma se voglio che sia tutto perfetto, devo lasciarlo andare.
Lorenzo:"Va bene. A dopo."
Lo bacio velocemente, lasciandogli anche un segno violaceo sul collo e poi lui se ne va, dopo avermi rivolto uno sguardo quasi malizioso.
Forse non è stata questione solo di qualche secondo.

A Pietrenzo story Where stories live. Discover now