Alex

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22 aprile 2017

LORENZO'S POV
Sono sveglio da ormai cinque ore, o anche di più.
Non faccio altro che pensare a quel fottuto bacio, ai miei errori, a Pietro.
Che cazzo ho fatto?
Mi chiedo, mentre mi guardo allo specchio.
Sospiro, dopodiché noto il costume, indossato alla festa, lasciato in disordine su una sedia qualunque e lo ripongo nel cassetto.
Lì, come tutti i miei sentimenti e il bacio, giacerà il costume.
Non ho intenzione di riprenderlo.
Mi vergogno di ciò che ho fatto, per questo voglio dimenticare la giornata di ieri, come se non fosse mai esistita.
Di colpo, il cellulare inizia a vibrare più volte.
Controllo i messaggi.

*messaggi*
Pietro:Lore, devo parlarti.
Pietro:Sto venendo da te.

Visualizzo il messaggio e gli rispondo con okay.
*fine messaggi*

Il mio cuore inizia a battere più rapidamente, ma questa volta è per la paura, la paura che lui abbia scoperto tutto.
Per rabbia, tiro un calcio al letto, ricevendo indietro solo un dolore atroce.
Lorenzo:"Stupida rete metallica."
Il mio è quasi un sussurro, ma formato da ira e da odio, odio per me stesso.
Nella zona inferiore della gamba mi ritrovo un livido violaceo che tende sempre di più a inscurirsi.
Prendo del ghiaccio, lo avvolgo in un pezza e la appoggio sulla parte ferita.
Se premo, avverto ancora il dolore provato prima.
Sono un completo disastro, uno sbaglio che dovrebbe essere cancellato.
Probabilmente appena verrà, mi accuserà di averlo baciato e a causa della mia testardaggine, che rovina sempre tutto, anche la nostra amicizia terminerà velocemente, come il bacio.
D'un tratto, il citofono suona, creando quel ronzio fastidioso che ogni tal volta è impresso nella mia mente.
È arrivato.
Lorenzo:"Chi è?"
Pietro:"Sono io. Aprimi."
Lorenzo:"Sì."
Rispondo in modo deciso, ma allo stesso tempo insicuro.
Dalla voce sembrava indifferente e serio, come se conoscesse ogni cosa, come se sapesse tutto per filo e per segno.
Riesco già a immaginare la scena.
Lui che mi volta le spalle e io deluso un'altra volta.
Alla mia mente ritorna questa scena.
L'ho già vissuta, ma in quel caso ero io quello che se ne andava e Pietro era quello deluso, giacente a terra, sorpreso del mio cambio di umore.
Il suono del campanello mi riporta alla realtà.
Prima o poi avremmo dovuto affrontare questo argomento.
Apro la porta.

Lorenzo:"Ciao Pietro."
Pietro:"Ciao."
Entra, come se non fosse successo niente e si getta sul divano.
Lorenzo:"Hai detto che dovevi parlarmi. Allora, parla."
Arrivo subito al punto, dato che l'attesa mi logorerebbe ancora di più.
Pietro:"Ieri dove sei stato?"
Mi chiede retoricamente, come se conoscesse già la risposta.
Lorenzo:"A..a casa. Stavo dormendo."
Pietro:"Ti ho chiamato. Non hai visto le mie chiamate perse?"
Lorenzo:"Sì, ma non ho voluto disturbare. Pensavo tu fossi andato alla festa."
Mi osserva con sguardo di sfida.
Penso voglia capire fino a dove riesco a spingermi, fino a dove le mie bugie riescono ad arrivare.
Pietro:"Sì. Per caso sei venuto anche tu?"
Anche lui, come me, sa essere diretto e centrare il punto.
Lorenzo:"Se ti ho detto che sono rimasto a casa, sono rimasto a casa."
Gli rispondo, ma con tono acido.
Pietro:"Sei proprio sicuro?"
Lorenzo:"Perché tutte queste domande?"
Pietro:"Curiosità, amico mio."
Pietro è indiscutibilmente un ottimo attore, ma anche io non sono da meno.
Lorenzo:"Tu invece? Ti sei divertito?"
Gli chiedo, cercando di cambiare totalmente discorso.
Pietro:"Sì, a proposito, devo raccontarti alcune cose."
Lorenzo:"D-Dimmi."
Percepisco in qualche modo il filo conduttore, che collega me e Pietro, spezzarsi.
Pietro:"Non so se sai la notizia, ma Sabrina è incinta."
Lorenzo:"Seriamente?"
Pietro:"Sì."
Lorenzo:"Oh cazzo. Immagino già Sascha che scappa in Messico."
Affermo, ridendo nervosamente e tutt'ora mentendo.
Già sapevo la notizia e sono felice per loro.
Stanno vivendo in pieno la loro storia d'amore, senza nascondersi e usare travestimenti stupidi e infantili.
Pietro:"Probabilmente."
Mi dice, anche lui iniziando a ridere.
Lorenzo:"Beh, facciamo qualcosa?"
Cerco di sviarlo in tutti i modi.
Pietro:"No, devo dirti un'altra cosa un po' strana che mi è successa alla festa."
Lorenzo:"S-Sarebbe?"
Pietro:"Un ragazzo mi ha baciato."
Il modo in cui si espone è fluido e lineare, senza soste o pause silenziose.
Lorenzo:"Ah, davvero? Chi era?"
Dico, grattandomi la nuca.
Pietro:"Non sei sorpreso che mi abbia baciato un ragazzo e non una ragazza?"
Anche questa volte mi coglie impreparato, o forse, è lui più furbo e scaltro di me.
Lorenzo:"Ehm, non sei stato tu a baciarlo tecnicamente, ma lui, no?"
Dico, cercando di mascherare la mia poca sicurezza.
Mi sta mettendo in difficoltà.
Pietro:"Già."
Lorenzo:"Quindi, sai chi è?"
Pietro:"È questo il punto. Non lo so. Indossava una maschera che gli copriva il volto, ma aveva qualcosa di familiare."
Tiro un sospiro di sollievo, dato che Pietro mi ha creduto.
Sono salvo, o almeno stavolta.
Non commetterò più errori del genere, non più.
Adesso però la mia curiosità prende il sopravvento.
Lorenzo:"E com'è stato?" Intendo, il bacio? È stato bravo?"
Chiedo, rivolgendo lo sguardo sul parquet.
Pietro:"Posso solo dirti che non l'ho spinto via."
Lorenzo:"Quindi, s-sei..?
Pietro:"No, Lore mi conosci."
Addio alle mie possibilità di stare con lui.
Lorenzo:"Hai ragione."
Dico, ma anche un bambino noterebbe la mia delusione.
Pietro:"Ho deciso che voglio rivederlo. Devo sapere chi è."
Mi dice di colpo, lasciandomi a bocca aperta, e con estrema voglia di gridare, urlare e scappare via dalla mia stessa casa.
Lorenzo:"COSA?"
Pietro:"Perché ti sorprendi? Voglio conoscere, o meglio riconoscere, la persona che mi ha baciato."
Ha fatto bene a correggersi, conosce benissimo quella persona, il suo migliore amico.
Lorenzo:"E come farai?"
Pietro:"Non lo so."
Mi dispiace Pietro, ma non indosserò di nuovo quel ridicolo costume.
Io sono Lorenzo, non l'uomo mascherato.
Lorenzo:"Non credo si farà di nuovo sentire."
Pietro:"E perché no? Tu sai qualcosa? Conosci quella persona? Lore dimmelo."
Lorenzo:"Non conosco un cazzo di nessuno. Perché ti interessa rivederlo?"
Mi innervosisco al suo interesse per quello.
Pietro:"Affari miei Lore."
Lorenzo:"Affari tuoi un cazzo."
Mi alzo, allontanandomi da lui e dirigendomi verso un'altra camera per non mostrare la mia rabbia repressa.
Tuttavia, lui continua a seguirmi, finché non mi immobilizza, afferrandomi con forza il braccio.
Pietro:"Che ti prende adesso?"
Lorenzo:"Niente, lascia stare."
D'un tratto, mi spinge con violenza verso di lui, e mi abbraccia con estrema delicatezza, lasciando che i nostri corpi si tocchino per un tempo che mi sembra immenso.
Pietro:"Scusa se ti ho risposto così."
Mi dice, come solo lui riesce a fare.
Lorenzo:"Tranquillo, scusa per lo sfogo, ma non vedo perché tu debba rincontrarlo."
Una persona che si traveste e bacia un'altra persona, senza neanche rivelare la sua identità, è un codardo.
Sì, lo so che mi sto sminuendo da solo.
Per questo adesso capisco di essere geloso, ma di me stesso.
Pietro:"Comunque, ho bisogno di parlare con lui."
Se Pietro vuole sentire il ragazzo mascherato, avrà quello che desidera.

A Pietrenzo story Où les histoires vivent. Découvrez maintenant