Dov'è Pietro?

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27 gennaio 2017

LORENZO'S POV
Le luci del giorno, che si posano sui miei occhi, mi svegliano.
Li apro lentamente, non avendo dormito benissimo.
Ieri con alcuni amici e Pietro sono andato in una discoteca, un pub principalmente.
Si era fatto tardissimo e quindi sono rientrato prima.
Ho lasciato gli altri nella discoteca e appena tornato a casa, mi sono addormentato verso le 03:00 del mattino.
E ora sono le 10:30.
Ho un fortissimo mal di testa.
Tra l'altro, devo rivedermi con Pietro.
Ieri finalmente ha ceduto e l'ho costretto a fare un video con me oggi.
In teoria, dovrebbe essere già arrivato.
Avevamo concordato alle 10:00.
Sarà in ritardo.
Prendendomela con comodo, vado a fare colazione.
Apro la dispensa, vuota.
La credenza, vuota.
Il mobiletto delle ricette, vuoto.
Dovrei davvero fare la spesa qualche volta.
Non avendo la colazione, decido di lavarmi e riordinare un po' l'appartamento, nel mentre che lo aspetto.

12:00
È in ritardo.
Mi sto preoccupando.
Decido di chiamarlo.
Prendendo il telefono, solo ora noto alcune chiamate.
È un numero sconosciuto.
Lo richiamo.
Lorenzo:"Pronto?"
??:"Lorenzo, sono la madre di Pietro. Mi sono fatta dare il tuo numero, in caso non rispondesse lui al cellulare."
Lorenzo:"Sì va bene, Pietro è a casa?"
Mamma P:"No e non è tornato nemmeno ieri sera."
Lorenzo:"Cosa?"
Mamma P:"Tu l'hai visto?"
Lorenzo:"Ieri ci siamo visti, ma poi sono rientrato a casa prima, quindi l'ho lasciato con alcuni amici."
Mamma P:"Ti prego, ritrova quel cretino che appena lo vedo, lo ammazzo questa volta."
Lorenzo:"Vado subito a cercarlo. Mi chiami se ha sue notizie."
Mamma P:"Tu lo stesso."

Corro subito fuori casa.
Ho già chiamato i miei amici, ma non l'hanno più visto dopo che sono andato via.
Sono davvero preoccupato.
Non risponde al telefono.
Non legge i messaggi.
Non so che fare.
Decido di andare al pub per vedere se si trova ancora lì.
Il pub è situato vicino a casa mia in un viale ben accessibile e spazioso.
È anche uno dei viali più cari di Milano.
I negozi che vi si trovano sono esclusivamente di marca e le loro cose costano un occhio.
Raggiungo il viale.
Accidenti, il pub è chiuso.
Sicuramente avrebbero trovato Pietro e mandato via.
Non può essere dentro al locale.
Adesso non ho piste.
Non ho idea di dove si possa essere cacciato, ma so che il mio cuore sta battendo fortissimo.
Ho davvero paura che gli sia successo qualcosa.
Chiamo la madre per avere notizie.
Neanche lei sa niente.
Appena lo trovo, giuro che questa volta lo meno male.
A questo punto, vado al nostro bar dove di solito prendiamo la colazione.
Quest'ultimo è vicino al grande viale con l'albero secolare al centro.
Raggiungo il luogo.
Chiedo ai baristi se hanno visto Pietro, mostrando loro una sua foto.
Sembro un padrone disperato che sta cercando il proprio cane.
Purtroppo loro non mi dicono niente che già non so.
O la va o la spacca.
L'ultimo luogo in cui si può essere cacciato, è proprio all'albero.
Corro dall'altra parte della strada.
Percorro il viale e davanti a me si prosta la grande quercia.
Maestosa come sempre.
Lì sulla panchina vedo finalmente Pietro, ancora intento a dormire.
Sto sorridendo, non tanto per la scena, ma perché ero davvero preoccupato che gli fosse successo qualcosa, ma ora lui è davanti a me.
Con velocità compongo il numero della madre di Pietro per avvertirla che ho trovato suo figlio.
Mamma P:"Lorenzo?"
Lorenzo:"L'ho trovato."
Mamma P:"Davvero? Come sta? Tutto bene?"
Lorenzo:"Sì, ma sta ancora dormendo."
Mamma P:"Grazie per avermi avvisato. Ora sono più tranquilla. Potresti riaccompagnarlo a casa? Devo fare due chiacchiere con il signorino."
Trattengo una risata.
Lorenzo:"Sì va bene."
Dopodiché riattacca.

Mi avvicino alla panchina.
Mi siedo accanto a lui.
Lo scuoto.
Pietro:"Muhhh"
Lorenzo:"Ti svegli mucca?"
Pietro:"Muuhhhhhh"
Lo scuoto un'altra volta.
Lui si alza e inizia a strofinarsi gli occhi.
Pietro:"Oi Lore..ma dove siamo?"
Mi dice, guardandosi intorno.
Lorenzo:"Ah se non lo sai tu!"
Pietro:"Che vorresti dire?"
Lorenzo:"SEI SCOMPARSO. TUA MADRE E IO ERAVAMO IN PENSIERO."
Lo abbraccio.
Pietro:"Ma sono vivo."
Lorenzo:"Sì, ma non sei tornato a casa. Hai dormito qui."
Pietro:"Qui? Stai scherzando, vero?"
Lorenzo:"Purtroppo no."
Pietro:"Ho dormito seriamente come un barbone su una panchina?"
Si copre il volto dall'imbarazzo.
Lo trovo davvero carino, quando fa così.
Lorenzo:"Ti ricordi cosa è successo ieri?"
Pietro:"Non proprio."
Lorenzo:Ti sei ubriacato?
Pietro:"Non..non credo."
Lorenzo:"E allora come spieghi il tuo bizzarro ritrovamento?"
Pietro:"Non lo so Lore. Te lo giuro. Non ricordo niente."
Lorenzo:"Senti, andiamo a casa. Ti accompagno."
Pietro:"Va bene. Che mal di testa!"
Dice, toccandosi la nuca.
Lorenzo:"Sicuramente avrai bevuto."

Ci stiamo avviando verso casa sua.
Ora il mio battito è regolare, quasi.
Tuttavia, il mio cuore batte ancora un po' forte.
Oggi è stato un abbraccio, la prossima volta sarà un omicidio.
All'improvviso mi vengono in mente le parole di suo padre.
"Prenditi cura di lui".
Era questo che intendeva forse?
Decidiamo di andare a piedi, anche se ci vuole un po' di tempo per arrivare a casa sua.
Pietro mi ha detto che ha bisogno di ricordare e aggiungo, di far passare la probabile sbornia.
Lorenzo:"Allora, ti ricordi qualcosa?"
Pietro:"Ancora niente."
Lorenzo:"Dai! Ci deve essere qualcosa che ricordi."
Pietro:"Forse sì. Ricordo che stavo con te e con gli altri.
Poi ad un tratto te ne sei andato e verso di noi è venuta una ragazza.
Ha iniziato a parlare con gli altri.
Annoiato, me ne sono andato dal pub."
Lorenzo:"E dopo che hai fatto?"
Pietro:"Non lo so, ma giuro che non ho bevuto, anche perché sono astemio."
Lorenzo:"Non capisco dove vuoi arrivare."
Pietro:"Non è possibile che io abbia bevuto, non mi piace farlo."
Lorenzo:"E come hai fatto ad arrivare alla panchina?"
Pietro:"Probabilmente non ero solo. Qualcuno mi avrà accompagnato e lasciato lì."
Lorenzo:"Ma perché farlo?"
Pietro:"Non chiederlo a me. Ho la testa che mi scoppia ancora di più."
Camminiamo in un quartiere oscuro, dove i "grattacieli" si innalzano e impediscono alla luce di filtrare.
Fa molto freddo.
Passiamo di nuovo per il pub.
È ancora chiuso, ovviamente.

Pietro:"Ora mi ricordo!"
Lorenzo:"Cosa?"
Pietro:"Vedi quel vicoletto accanto al bar? L'ho percorso per raggiungerti, dopo che sei andato via.
Sì, volevo venire da te."
Lorenzo:"Davvero? Ma non mi hai raggiunto."
Pietro:"Sì invece, ricordo chiaramente che ti ho raggiunto. E abbiamo iniziato a parlare.
Me lo ricordo."
Lorenzo:"Io no."
Pietro:"Per forza, eri ubriaco."
Lorenzo:"Io non ho bevuto, o si?"
Mi sto perdendo nelle sue parole.
Pietro:"Prima di andare, ricordi che hai preso un drink alcolico?"
Lorenzo:"Ora che ci penso, hai ragione. Ma dubito che un drink possa farmi un effetto del genere."
Pietro:"Un drink pesante si.
Ti ho inseguito.
Abbiamo iniziato a parlare.
Tu eri ubriaco, non mi riconoscevi.
Ti ho portato fino all'albero.
Ti ho fatto sedere sulla panchina per farti riprendere un po'."
Lorenzo:"Io non lo ricordo per niente."
Pietro:"Poi sei impazzito e mi hai colpito. Probabilmente sono svenuto."
Lorenzo:"Mi stai dicendo che la colpa è mia?"
Lo guardo male.
Pietro:"Lore ti giuro, è andata così."
Lorenzo:"Non ricordo niente. Niente!"
Lui si ferma e mi prende il polso, cercando di fermare anche me.
Pietro:"Lore, guardami."
Mi giro e guardo profondamente i suoi occhi. Sono bellissimi. Sono di un marroncino chiaro che però sfociano nel verde.
Mi perdo in ciò che è più grande di me.
Non li avevo mai notati prima.
D'improvviso ogni cosa della serata di ieri mi viene in mente.
Pietro.
L'alcolico.
L'albero.
La panchina.
Me ubriaco.

Lorenzo:"Io..non.."
Pietro:"Lore?"
Lorenzo:"Ora ricordo."
Pietro:"Cosa ricordi?"
Lorenzo:"Niente."
Mento.
Pietro:"Che dici?"
Lorenzo:"Non è successo niente. È andata come hai detto tu."
Gli sorrido, sperando non noti le mie bugie.
Pietro:"Sei sicuro? Ti vedo un po' scioccato."
Lorenzo:"Sto benissimo. Ti accompagno dai. Andiamo."
Sono combattuto.
Confuso e stanco.
Non posso dirgli cosa è successo ieri.
Io.
Lui.
L'albero.
Dopo che siamo arrivati alla panchina e alla quercia, io ero ubriaco.
Lui provava a parlarmi, ma io non lo ascoltavo.
Ad un tratto, avevo perso per un attimo i sensi del mio corpo, abbandonando il mio cervello e..ho provato a baciare Pietro.
Non so cosa stessi pensando, probabilmente pensavo fosse la mia ragazza.
Spero.
Poi lui mi ha respinto.
Io l'ho colpito e sono scappato.
Perché la mia mente ha omesso queste informazioni?
Perché alcune cose le ricordavo meglio di altre?
Perché volevo e voglio dimenticare così tanto la serata?
È per essere stato rifiutato dalla mia "ragazza" o perché sono stato rifiutato da Pietro?
E Pietro perché non ricorda questi particolari?
Ho troppe domande nella testa che si intersecano disordinatamente, creando solo tanta confusione.
Decido di non raccontarglielo.
Sicuramente si è trattato di un grande malinteso.
A me non piace Pietro.
È stato l'alcolico a impedirmi di ragionare con chiarezza.
All'improvviso, lui mi risveglia dai miei pensieri più oscuri.
Pietro:"Hey Lore. Siamo arrivati. Vuoi salire da me?"
Lore:"Penso che farò una passeggiata per schiarirmi un po' le idee."

Mi guarda abbastanza confuso.
Non voglio farlo preoccupare, ma ho bisogno di riordinare le parti mancanti.

Pietro:"Okay, allora a dopo. O a domani."

Lore:"Ciao Piè."
Lo lascio, percorrendo la stessa strada all'inverso.
Sono confuso sui miei sentimenti.
Nella mia testa appaiono due immagini sfocate.
Nella prima si intravede la mia ragazza.
Nella seconda intravedo degli occhi.
Gli occhi che ho sempre visto, ma che non ho mai notato.

Gli occhi di Pietro.

A Pietrenzo story Where stories live. Discover now