Polaroid

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28 febbraio 2017

LORENZO'S POV
Sono esattamente 2 settimane che sto ignorando Pietro.
Lui ha continuato a mandarmi messaggi insistentemente, ma io non gli ho mai risposto.
Circa una settimana fa è venuto sotto il palazzo in cui vivo e ha iniziato a citofonarmi.
Sapevo che era lui, gli altri miei amici mi avrebbero sicuramente avvertito.
Non potevo rispondere, non potevo e non posso tornare indietro.

O forse sì?
C'è ancora una speranza nella nostra amicizia?

In questi giorni ho pensato molto, soprattutto a lui.
Non potrò mai dimenticare il suo volto, mentre lo spingevo via da me.
I suoi occhi erano accesi, non come i miei. Potevo leggere la paura nei suoi occhi.
Paura di me? O di qualcos'altro?
Anche in me quella sera, vedendolo lì, scaraventato a terra, si è spezzato qualcosa.

Con Serena invece è finita.
Ho provato diverse volte a parlarle, ma non voleva vedermi.
E in effetti mi sento più libero, come se avessi tolto un peso enorme.
Mi ha solamente usato.
Ero il suo burattino e lei muoveva i fili per manovrarmi.
Purtroppo i primi giorni non volevo crederci e per questo volevo parlarle.
Ora me ne pento amaramente.
Non l'ho mai davvero amata.
Come si fa ad amare una persona che non ricambia e che è così acida con tutti?

All'improvviso, sento il campanello del mio appartamento suonare.
Ho paura sia Pietro, ma se è lui, dovrò affrontarlo prima o poi.
Apro cautamente la porta, ma non è lui.
Fortunatamente.
Postino:"Signor Ostuni?"
Lorenzo:"Sì."
Postino:"Ecco a lei. Firmi qui."
Lorenzo:"Grazie mille. Arrivederci."
Il postino mi ha consegnato un pacco e non so affatto cosa sia.
È ben chiuso da vari strati di scotch.
Prendo le forbici e inizio a tagliare.
Penso sia qualcosa di importante, magari per i miei video.
Quando finalmente apro il pacchetto, scopro invece una macchina fotografica, o meglio una polaroid.
Solo adesso ricordo di aver mandato a riparare un mese fa la mia vecchia polaroid per utilizzarla nei miei vari viaggi.
Ma nella scatola non vi è solo quest'ultima.
Sono presenti anche alcune foto, probabilmente quelle che non ero riuscito a sviluppare, a causa della rottura improvvisa della polaroid.
Inizio a illustrarle.
Alcune sono molto belle, raffiguranti me e altri miei amici, i Mates e altro.
Poi mi concentro su una foto.
Io e Pietro che dormiamo vicini, io con la testa poggiata sulla sua spalla.
Chi ha scattato questa foto?
D'istinto sorrido, vivendo dei ricordi fantastici.
Ma ora è impossibile continuare a sorridere.
Non è l'unica foto mia e di Pietro, ovviamente ce ne sono altre.
Ammetto che mi manca.
Mi manca stare con lui, passare le mie giornate a giocare ai videogiochi con lui o solo le nostre chiacchierate al bar.
Non è mai stata colpa sua.
La colpa era mia, solamente mia.
Io che ero accecato da un amore falso.
Io che l'ho spinto, anche se lui mi voleva solo aiutare ad aprire gli occhi.
Ho bisogno di parlargli.
Non con i messaggi, né videochiamata.
Ho bisogno di lui adesso, qui con me.
Decido di scendere di casa e prendere il primo autobus che passa verso casa di Pietro.
Spero mi perdonerà, per tutto.

PIETRO'S POV
Ecco ho finito.
Ho appena finito di appendere le ultime foto nella mia stanza.
Foto di me insieme a Sabrina, Sascha, i Mates, Andre e Giulio.
Sulla scrivania, accanto al computer, vi sono anche foto di me e Lorenzo.
Non so se gettarle o attaccarle al muro.
Non mi parla da 2 settimane, come temevo.
Ho provato ogni singola cosa per farmi perdonare.
Poi ho capito che era inutile continuare a cercarlo se lui non voleva vedermi o parlarmi.
Aspetterò che mi cerchi lui, sempre se lo farà.
Ho perso ogni speranza.
Papà P:"E quelle? Non le appendi?"
Pietro:"Oh porca..mi hai fatto prendere un colpo! Vieni più silenziosamente la prossima volta eh! Comunque non credo."
Papà P:"Siete tu e Lorenzo. Avete litigato per caso?"
Pietro:"Sì, ma non è niente di che."
Papà P:"In effetti, non esci da un po' di casa. Mi stavo domandando se fosse tutto apposto."
Pietro:"Ribadisco, non è successo niente. Abbiamo solo litigato, ma sicuramente faremo pace."
Dico, cercando di essere più serio possibile.
Papà P:"Io ti consiglio di attaccarle. Sono proprio belle quelle foto. Si vede che vi volete molto bene."

A Pietrenzo story Where stories live. Discover now