20.

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"Amore... entriamo?"

I due si trovavano a pochi passi dall'entrata della stazione dei carabinieri di Roma. Era stata una decisione sofferta, un'azione forse troppo avventata, ma la voglia di riprendersi in mano la vita era più forte della paura di non farcela.

"Dammi un minuto Brì". Le gambe di Ermal erano come diventate di marmo. E se non gli avessero creduto? Se non avesse avuto abbastanza prove?

Fabrizio sembrò quasi leggergli nel pensiero. "Andrà tutto bene, fidati di me". Stringendolo in un abbraccio, forse troppo serrato, gli accarezzò lentamente i capelli. "Sono qui con te, sono qui per te"

Appena entrati, furono avvolti da un'atmosfera caotica. Decine di uomini e donne in divisa si spostavano da una stanza ad un'altra, chi con passo svelto, chi con più calma. I due si sentivano fuori posto, spaesati, con un senso di paura che cominciava a farsi strada in loro.

"Buongiorno". Una donna con un sorriso rassicurante li raggiunse. "Posso aiutarvi?"

Fabrizio rispose per primo, il giovane sembrava rimasto senza capacità di parola. "Siamo qua per una denuncia"

"Siamo felici di potervi aiutare. Aspettate qui mentre chiamo il mio collega"

Ermal e Fabrizio rimasero seduti su quelle sedie per un lasso di tempo che a entrambi parve un'eternità. Non parlavano, nessuno dei due avrebbe saputo cosa dire.

"Ragazzi, venite pure"

Mentre si incamminavano verso la stanza in cui si sarebbe svolta la stesura del verbale, il musicista prese la mano dell'altro, sussurrandogli come un mantra "andrà tutto bene"

Non appena furono entrati, la donna li fece accomodare su due sedie, poste davanti ad un'ampia scrivania, dietro la quale un uomo attempato si accingeva a trascrivere quello di cui da lì a poco si sarebbe andato a parlare.

"Prima di iniziare, vi voglio rassicurare. Fare una denuncia è un passo importante, ma niente e nessuno vi potrà mai far del male a seguito delle vostre confessioni. Prendetevi tutto il tempo che vi serve"

"Sono pronto". Ermal aveva risposto con voce tremula, ma era ad un punto di non ritorno: ora o mai più.

"Perfetto... Quindi, chi di voi è il querelante?"

"Io"

"Ho bisogno dei tuoi dati anagrafici"

Compilata la prima parte formale, ci fu un breve momento di pausa, che il giovane passò stretto al suo compagno. Erano lì insieme e ne sarebbe usciti insieme, da vincitori.

"Okay, riprendiamo"

I due ripresero posto e il carabiniere in seconda fila iniziò a digitare velocemente al computer. Quel rumore di sottofondo era snervante.

"Allora Ermal, adesso arriva la parte più difficile. Se hai bisogno di una pausa o di un bicchiere d'acqua, non esitare a fermarmi"

Il giovane strinse la mano del compagno sotto il tavolo. "Aiutami", sembrava dirgli, "dammi la forza per farlo". Fabrizio rispose alla stretta. "Fidati di me", sembrava rispondergli.

"Cominciamo. Allora ragazzo, sei qui per denunciare cosa?"

"Mio padre..."

"Per un episodio in particolare?"

"No, è qualcosa che si protrae da anni"

"Potresti essere più preciso? So che è difficile, ma più dettagli sei in grado di darci, più noi possiamo aiutarti"

"Okay, ehm...". Una pausa. Un respiro. "Sono vittima di violenza domestica da quando sono bambino, da quando ho ricordi"

"E ne sei vittima solo tu? O anche altri componenti della famiglia?"

"Solo io, mia madre è morta quand'ero piccolo"

"Era una vittima anche lei?"

"Sì...". Il ricordo di sua madre coperta di lividi si fece spazio nel suo cervello. Non poteva permettersi di cedere.

"Okay Ermal, stai andando bene. Sei coraggioso e tutti noi siamo qui per supportarti"

Il giovane chiuse gli occhi e respirò a fondo. Poteva sentire gli occhi del compagno fissi su di lui e questo gli dava ancor più la forza di continuare.

"Questa è una domanda scomoda e indelicata, ma devo fartela ai fini della denuncia. Ci sono mai stati episodi di violenza sessuale, in famiglia?"

Ermal si irrigidì e Fabrizio con lui. Temeva questa domanda da quando aveva messo piede in commissariato.

"Sì"

Fabrizio sentì il cuore perdere qualche battito. Sapeva che il padre era una persona violenta, ma un pedofilo mio dio no. Guardò Ermal con apprensione. E se in questi mesi l'avesse forzato a fare qualcosa che il giovane non era convinto di fare?

"E sono stati episodi sporadici o frequenti?"

"La prima volta avevo sette anni". Dirlo ad alta voce gli faceva venire la nausea. "L'ultima qualche mese fa"

"Va bene Ermal, basta così. Abbiamo elementi a sufficienza"

Il giovane tirò un sospiro di sollievo. Finalmente era finita quella tortura.

"Tuttavia, essendo tu minorenne e privo di qualsiasi figura genitoriale, dobbiamo affidarti ad un centro che si occupa di giovani nelle tue condizioni"

"No"

"È la prassi, non possiamo fare altrimenti"

"Ma io ce l'ho una casa, non ho bisogno di farmi rinchiudere in prigione"

"Non è una prigione". La signora sorrise. "Ti aiuterà, riceverai tutto il sostegno di cui avrai bisogno"

"Ma io già ce l'ho. Ti prego Fabrizio diglielo, non lasciare che mi portino via ancora"

Il musicista, però, non proferì parola. Non ci riusciva.

"Adesso ti farò firmare il verbale, dopodiché contatterò la struttura. Ci vorranno al massimo un paio d'ore"

Usciti dalla stanza, i due vennero fatti accomodare in una sala in attesa di essere richiamati.

"Fabrizio io... mi dispiace"

"No Ermal, non dispiacerti. Non è colpa tua, non lo è mai stata"

"Mi vergognavo"

"Vergognarti? E perché mai? Amore, davvero, non è colpa tua"

"Non sono mai riuscito a ribellarmi. Mi faccio schifo, mi sento così... sporco"

"Ricciolì guardami". Gli sollevò il mento con due dita. "Hai un'anima bellissima, non lasciare che ciò che hai subito ti tormenti"

"Ma io ho bisogno di te, ti prego". Il giovane aveva iniziato a singhiozzare. "Non farmi portare via"

"Tu non hai bisogno di me, hai bisogno di un aiuto professionale che io non sono in grado di darti". Il musicista in realtà lo stava dicendo più a se stesso che al giovane. "Appena uscirai da lì ci prenderemo la nostra rivincita"

"Aspettami"

"Ti aspetterò sempre, anche per tutta la vita se necessario". Un bacio tra le lacrime sigillò la loro promessa e la donna portò con sé il giovane. 

Cerco solo il modo di trovare la pace che non ho [MetaMoro]Où les histoires vivent. Découvrez maintenant