5.

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***attenzione, capitolo con scene spinte***


"Posso dormire da te questa notte?"

Fabrizio rimase interdetto da quell'inaspettata richiesta. In fondo, non si conoscevano nemmeno. Ma c'era qualcosa in quel ragazzo, qualcosa di misterioso che ti faceva venire voglia di saperne di più.

"Lo so che nemmeno ci conosciamo e può sembrare una domanda assurda, ma non ho un posto dove andare...". Parlava con un filo di voce senza alzare lo sguardo, fissandosi la punta delle scarpe.

"Certo che puoi. C'hai na faccia!" rispose Fabrizio, dandogli una leggera spinta al braccio. Al tocco, Ermal si irrigidì. Sapeva che l'altro non aveva intenzione di fargli niente di male, ma era un riflesso naturale. Si odiava per questo, ma non poteva farci niente: era più forte di lui.

"Casa mia è poco distante, seguimi". Ermal si rimise gli occhiali, prese la chitarra e lo zaino e si apprestò a seguirlo. Per strada non si dissero una singola parola. C'erano tanti interrogativi, tante curiosità, ma nessuno aveva il coraggio di cominciare.

Giunti a casa, Ermal si stupì dello stato di ordine in cui riversava l'abitazione. Credeva che avrebbe trovato una gran confusione: il musicista non dava l'idea di essere una persona particolarmente ordinata.

"Che c'hai ricciolì? Troppo pulito?"

"Mi aspettavo un ambiente diverso" rispose il giovane, con un po' d'imbarazzo.

"Ti va una birra?"

"Certo"

Due minuti dopo erano seduti fianco a fianco sul divano. Fabrizio si spostò leggermente per guardare l'altro in faccia. Aveva dei lineamenti particolari, ingrigiti però dalla sua espressione. Era così diverso dalla sera precedente: ora sembrava fragile, indifeso. Sembrava sul punto di spezzarsi.

"Comunque io mi chiamo Fabrizio, non ricordo di essermi presentato"

"Io Ermal"

"Ermal, che nome particolare. Da dove vieni?"

"Dall'Albania, mi sono trasferito in Italia dopo la morte di mia madre"

"Oh, mi dispiace"

"Non preoccuparti, sono passati tanti anni". Ermal gli rispose sorridendo. Non che fosse felice, ma si sentiva in imbarazzo

"E quanti anni hai? Che fai nella vita? Non so nulla di te praticamente"

"16, vado ancora al liceo"

"Accidenti, sei un ragazzino! Te ne davo di più!"

"Me lo dicono in tanti. Dimmi qualcosa di te, piuttosto"

"Oh beh, non c'è tanto da dire. Ho 22 anni e da anni mi fingo un bravo musicista. Nella vita non faccio altro che suonare"

"Sei molto bravo, invece"

"Grazie, ho visto che anche tu hai una chitarra. Suoni?"

"Sì...". Ripensando alla sua chitarra, gli passarono davanti agli occhi gli avvenimenti delle ultime ore. Odiava suo padre più di ogni altra cosa. Odiava dover rinunciare a l'unica cosa che lo faceva sentire bene.

"Senti Ermal, non voglio sembrarti invadente. Ma mi dici cosa ti è successo? Da cosa stai scappando? Io sono più che felice di poterti offrire un posto dove dormire, ma vorrei sapere anche se posso esserti d'aiuto in qualche altro modo". Fabrizio lo fissava con uno sguardo preoccupato, ma al contempo dolce. Sembrava davvero interessato a quel giovane conosciuto solo ventiquattro ore prima.

Cerco solo il modo di trovare la pace che non ho [MetaMoro]Where stories live. Discover now