Magari in un'altra vita. Magari in tutte le mie vite passate.

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Immersi nel buio, quando la sola luce che ci illumina è quella lontana dei lampioni della strada, la sua casa sembra così diversa.
Sembra tutto nuovo e affascinante.
Pericoloso e peccaminoso come lui.
Basta una luce diversa a cambiare così tante cose?
Procediamo alla cieca nell'ingresso e quando inciampiamo nel divano alle mie spalle io rido nervosa e a lui scappa un'imprecazione.
“Forse avrei dovuto accendere la luce” il tono quasi di scusa.
“Forse” concordo nascondendo un sorriso.
“Ma ormai è troppo tardi” dice guardandomi negli occhi: “Non mi allontanerei da te per nulla al mondo”
E la sua affermazione brucia dentro di me come il fuoco della passione che scorre tra di noi.
Con una mano si allenta la cravatta, con l'altra continua a stringermi a sé... come se avesse paura di vedermi scappare. Come se, non tenendomi stretta, mi perderebbe.
Ma si sbaglia.
Io non fuggirei mai da lui. Da noi.
Prende deciso la mia mano e ci dirigiamo verso la camera da letto.
E come un deja-vù rivedo davanti a miei occhi la prima volta che sono entrata in questa stanza.
Io che cercavo di convincerlo a rinunciare alla nostra scommessa e lui che mi chiedeva di aspettare.
Di rispettare i patti.
Di dargli la possibilità di dimostrarmi che poteva farcela.
Che per me ce l'avrebbe fatta.
Ed è successo. Lui ce l'ha fatta. Ha vinto.
E mentre le sue mani aprono delicate della zip del mio vestito inizio a pensare che, in fondo, abbiamo vinto entrambi.
L'unico rumore che inonda la stanza sono i nostri respiri affrettati e i baci umidi e passionali che straziano le mie e le sue labbra.
Le mie mani tremano quando inizio a sbottanare lenta la sua camicia, i suoi capelli sfiorano le mie spalle, le sue labbra scendono a baciare possessive il mio collo e tutto il resto attorno a noi smette di esistere.
Vedo le sue mani salire a giocare con le spalline del mio vestito e i suoi occhi corrono a cercare i miei, come a chiedere la mia autorizzazione, e io lo bacio.
E questo è l'unico incoraggiamento di cui Leonardo sembra avere di bisogno.
Sotto il tocco delle sue mani esperte il mio vestito è solo un ricordo lontano.
Ed è solo l'inizio. Con una complicità così nuova per noi, i nostri abiti fanno presto a diventare parte del pavimento. 
Baci dolci e profondi.
Baci a occhi chiusi.
Baci nel vuoto prima di cadere insieme tra le lenzuola soffici del suo letto.
E' questo l'amore? Mi chiedo mentre i battiti del mio cuore sono sempre più assordanti e la mia pelle accaldata si fonde con la sua.
L'amore è sentirsi felici solo tra le braccia dell'altro?
E' chiudere gli occhi e vedere cieli stellati?
E' smettere di sognare perché la realtà è già così maledettamente bella?
Spogliati da ogni difesa, come dei disperati inseguiamo unicamente l'attimo presente.
Come se il passato non fosse mai esistito e il futuro solo un tempo troppo lontano.
Esistono solo i nostri corpi che si cercano, che si trovano e finalmente si congiungono insieme.
Lui è sopra di me, è attorno a me, è dentro di me. E' in ogni parte di me.
Lui con i suoi occhi spalancati, la fronte imperlata di sudore, la vena del collo che pulsa come impazzita sotto le mie mani e il suo corpo che si spinge sempre di più nel mio.
Ogni spinta, ogni colpo, ogni bacio sembra come il preludio per qualcosa di più grande.
Più la notte scende su di noi, più i suoi occhi che si scuriscono, più mi stringo a lui e assecondo i suoi movimenti.
Se questo non è amore, gli si assomiglia così tanto penso aggrappandomi alle sue spalle e reprimendo un sussulto quando sento le sue dita accarezzare le mie gambe.
Il mio sudore mi mischia al suo e siamo così vicini, così uniti, non so più chi dei due abbia emesso il gemito che vibra tra di noi.
Mi impossesso delle sue labbra e in un crescendo esaltante di spinte, gemiti e lenzuola strette forte tra le mie dita corriamo insieme verso il nostro annullamento.
Corriamo con il fiatone e la voce rauca.
L'esplosione di mille luci però, come un fulmine a ciel sereno, coglie entrambi alla sprovvista.
Lui trema tra le mie braccia e io lo stringo forte a me mentre guardo il soffiato bianco e sgombro sopra di noi.
Mai avevo provato tutte queste emozioni.
Mai con un altro uomo mi ero sentita così.
Così completa, così amata e anche così esposta.
E non è alla nudità dei nostri corpi a cui mi riferisco.
Non basta essere nudi davanti a un'altra persona per sentirsi così.
Leonardo è riuscito a mettere a nudo la mia anima e l'anima non si vede attraverso la pelle.
In un momento non preciso, tra di noi ha smesso di essere un gioco.
Di essere solo sesso.
E stanotte non è stata solo un'unione tra due corpi affamati.
“Resti con me?” sussurra lui catturando ancora le mie labbra prima di stringermi forte a sé.
Io gli sorriso, annuisco e cerco il mio rifugio tra le sue braccia grandi e protettive.
E lì, stretta tra a lui, una lacrima solca leggera il mio viso.
Svelta cancello ogni traccia del suo passaggio e chiudo gli occhi.
Mi sono innamorata di lui.
Come una stupida o una "ragazzina", come direbbe lui.
È inutile negarlo. Forse ero già innamorata di lui al famoso semaforo o anche prima.
Magari in un'altra vita. Magari in tutte le mie vite passate.
Innamorata dell'uomo a cui mai avrei dovuto concedere il mio cuore.
Perché so già che lui, lui che adesso mi stringe possessivo a sé, che rifugia la sua testa nei miei capelli e dorme il sonno dei giusti, lui può distruggermi.
Perché è tutto troppo improvviso e magico.
Tutto troppo grande per noi.
Ma ora, mentre appoggio la testa sul suo petto e sento il suo cuore battere forte nelle mie orecchie, non voglio preoccuparmene.
Non quando posso respirare il suo odore.
Non quando posso dormire tra sue le braccia.
Non quando ogni giorno è un giorno da ricordare.
Quando ogni giorno è felicità.
Adesso voglio solo essere felice.
E lui è la mia felicità.

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