Dichiarazioni

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Giorno 6
La giornata sta per volgere al termine e io mi sento stanchissima.
Ho passato tutta la mattinata al tribunale a sbrigare pratiche e a rincorrere giudici e controparti, e per di più, tornata in studio, mi sono dovuta occupare di risistemare le carte e i faldoni che avevamo nello stanzino.
Spostare tutti quei faldoni pesanti, pieni zeppi di fogli di carta, è stato più faticoso che fare un'ora di palestra.
E le mie braccia sembrano anche più toniche: devo proprio consigliarlo a tutte le mie amiche.
Altro che esercizi con il personal trainer.
Non vedo l'ora di tornare a casa e fare un bagno caldo.
Guardo l'orologio.
Le 19. Devo solo finire le ultime cose e posso andarmene.
Poi sulla porta della mia stanza vedo arrivare Leonardo.
Sembra perfetto, la sua camicia non ha neanche una piega e il suo volto è rilassato.
Come se non avesse lavorato intensamente per 8 ore.
Come se la fatica non si riversasse mai sul suo corpo.
"Ehi ragazzina" mi dice.
Io sentendo quel soprannome non posso fare a meno di irrigidirmi.
Mi chiama ragazzina quando vuole qualcosa da me.
Quando vuole me.
"Dimmi" rispondo abbassando gli occhi ai documenti a cui sto lavorando.
"Ho fame"
E quindi? Vorrei dirgli ma mi mordo le labbra.
Non sarebbe una risposta gentile. "Anche io" rispondo invece.
"Ceni con me?" è la sua proposta indecente e inaspettata.
Un sussulto scuote il mio corpo e sono quasi certa che, se non fossi seduta, sarei stramazzata a terra per la sorpresa.
Davvero lui mi sta chiedendo di uscire insieme?
Davvero Leonardo, l'avvocato perfido e terribile, vuole cenare con me?
L'unica risposta che posso dargli è sì... Se non altro per scoprire di cosa si nutre.
Sarà forse sangue fresco di giovani avvocati?
Prendiamo la sua macchina e, schiacciati insieme nel suo bolide costoso, un profumo forte e irresistibile invade le mie narici.
Il suo profumo.
Mentre guardo la città scorrere veloce davanti ai miei occhi sono emozionata e tesa al tempo stesso.
Il nostro primo appuntamento insieme.
O forse mi sbaglio. Forse questo non è davvero un appuntamento.
Mi ha chiesto solo se volevo cenare con lui.
Non se volevo uscire con lui.
E seppur la differenza è sottile come un foglio di carta, io posso quasi toccarla.
Come tocco lui.
Come tocco il sedile in pelle che accoglie il mio corpo.
Si ferma in una strada di periferia di Milano.
Una di quelle strade poco raccomandabili della città dove non avrei mai messo piede da sola. Intorno a noi è tutto buio, tranne una lucina fioca di qualche sparuto lampione.
Dove mi sta portando? mi chiedo seguendo i suoi passi lunghi e fluidi.
Poi si ferma e davanti ai miei occhi vedo un'insegna luminosa.
"Pizza per tutti i gusti".
Sbircio curiosa il locale dall'esterno.
Tovaglie a quadretti bianche e rosse, luci calde e poca confusione.
"È qui che porti tutte le tue conquiste?" chiedo scettica.
Lui mi guarda e ride.
"No" dice continuando a ridere : "è qui che vengo quando voglio mangiare la pizza più buona del mondo"
"perché ci hai portato me?"
"perché tu non sei come le altre".
Inarco un sopracciglio quasi offesa. Non mi ha portato in un ristorante elegante perché io non sono elegante come tutte le altre ragazze con esce di solito? Non sono abbastanza?
Lui deve avere intuito i miei pensieri perché prendendomi una mano tra le sue aggiunge:
"Non sei come le altre perché nessuna capirebbe perché mi piace tanto questo locale. Perché odierebbero e criticherebbero ogni cosa di ciò che io invece amo di questo posto. Perché non mangerebbero mai una pizza"
Il mio cuore inizia a battere un po' più forte.
Mi specchio nei suoi profondi occhi blu e ricambio il sorriso.
Mi piace non essere come le altre.
Un po' lunga e forse troppo concettuale, ma suona proprio come una dichiarazione d'amore. In fondo è sempre un avvocato.
"Insomma mi hai portato qui solo per non farti sentire in colpa quando addenti una fetta di pizza?"
E tutta la tensione che aveva accumulato aspettando la mia risposta si scioglie in un sorriso sincero.
"Anche"dice guardandomi attento: "ma soprattutto perché tu vai oltre la apparenze."
E quando la sua mano si posa sulle mie spalle per accompagnarmi all'interno della pizzeria sento ogni più piccola particella del mio essere entrare in fibrillazione.
Ogni tocco, ogni sguardo, ogni piccola disputa è come piccolo assaggio di qualcosa di più grande.
Di più vero.
E sì, io vado oltre le apparenze e più lo conosco più mi convinco che lui sia una persona migliore di quella che vuole mostrare.
Una persona di cui potrei innamorarmi davvero.
Respiro l'aria familiare del locale e mi volto a sorridergli complice.
In un attimo so che questo è il posto giusto per il nostro primo appuntamento.
Il posto in cui io e lui possiamo essere noi stessi.
Una persona di cui potrei innamorarmi davvero, penso e sento il mio cuore quasi uscire fuori dal mio petto.
Una persona di cui forse mi sono già innamorata.

*Note Autrice*
Come vi è sembrato il capitolo? Vi aspettavate un Leonardo così romantico? Quando fa così c'è da svenire!!

Se il capitolo vi è piaciuto vi chiedo gentilmente di votarlo e di lasciarmi un commento... Mi piacerebbe moltissimo conoscere i vostri commenti su questa storia!

Grazie e a martedì 😉

Law of SexOnde histórias criam vida. Descubra agora