Una strana malattia.
Una strana malattia che percorre la stessa strada di Branden.
Una malattia che non lascia sfiorare lo strato superficiale della pelle che avvolge il suo corpo.
Un obbligo a cui non potrà sottrarsi, un orientamento sessuale ch...
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Pov Chandler
-"Dovresti farti perdonare"- sorrise Ciak distendendosi sul letto affianco a me. -"E come?"- chiesi mettendomi a cavalcioni sopra di lui. -"Vedrai"- rispose leccandosi il labbro inferiore e invertendo le pozioni.
Strappò con forza la camicia, facendo saltare il aria i piccoli bottoncini.
-"Impaziente?"- domandai. Posò le sue labbra sul mio collo iniziando a leccare la parte sensibile di pelle e mordicchiandola. Un segno violaceo si formò. -"Ora sarai solo mio. Vero?"- chiese con timore -"Solo tuo"- Posò le mani sui miei fianchi, iniziando a baciare la mia pelle. Quando avvertii la presenza della sua lingua e dei suoi denti, gemetti. Scese sul petto passando leggere le sue dita sulla cicatrice, la baciò e la leccò. -"Fa male?"- -"Ora non più"- Capovolsi le posizioni trovandomi sopra di lui. Abbassai le labbra sulle sue creando un contatto leggero e caldo tra le bocche.
Poco dopo Ciak si protese verso di me succhiando il labbro inferiore. Piegai la testa di lato e introdussi dolcemente la lingua nella sua bocca. Sentii un brivido corriere lungo la schiena. Lo accarezzai sul petto coperto ancora dal tessuto sottile della maglietta. La sfilai, mettendo in evidenza la sua pelle dorata. Infilò le dita fra i miei capelli, tirandoli leggermente mentre cominciai a muovere i fianchi contro di lui. Sospirò di piacere quando strusciai la mia erezione sulla sua. Mugolai quando Ciak infilò un braccio tra di noi accarezzando l'erezione coperta dal cotone della tuta.
Il telefono di Ciak squillò. -"Amore..."- sbuffai -"Non ascoltare"- continuò a baciarmi, ma quando il suono si fece più insistente lo porsi a Ciak. -"Rispondi"- annuí e accetto la chiamata senza guardare il mittente.
Continuai a baciarlo sul collo, marchiandolo. Passai poi ai suoi capezzoli, leccandoli e bagnandoli di saliva. -"Pronto?"- -"Ciak"- -"Che vuoi?"- rispose stizzito. Mi fermai guardandolo dall'alto. Si stava irrigidendo. Si morse l'interno della guancia. -"Come stai?"- sentii -"Che cazzo te ne frega?"- -"Tesoro.."- -"Tesoro? Da quando mi chiami così eh?!"- -"Tuo padre sta morendo"- Il cuore balzò in gola quando sentii le parole successive. -"E quindi?"- -"Vuole vederti"- -"Dopo cinque anni. Dopo cinque fottuti anni?! Mi avete abbandonato. Non vi verogonate?"- gli si incrinò la voce. Lo accarezzai dolcemente. -" Ci dispiace e non sai quanto.."- -"No, no! Cazzo! Lasciatemi stare. Lasciate che viva la mia vita. Non vi voglio più vedere. Per me siete morti"- Urlò. -"Ciak.."-
Chiamata terminata.
Pov Ciak
Non ci potevo credere dopo cinque anni.. Chandler si affiancò a me.
-" Chi era?"- lo guardai accigliato. -"Lo so che hai sentito tutto"- risposi acido. -"Mm, allora che ha detto tua madre?"- -"Mi prendi per il culo? Lo so che hai sentito!"- urlai. -"Stai calmo "- -"Ma vaffanculo!"- mi alza e andai alla vetrata della stanza. Mi sentii abbracciare da dietro. -"Tuo padre sta morendo veramente?"- -"Così pare"- -"Ti ha chiesto di andare da lui?"- -"Si"- -"Forse dovresti andare,gli mancherai e vorrà vederti"- -"Non consci i miei"- -"No, ma conosco te, so che ci starai male."- -"Non me ne frega niente di loro. Possono bruciare all'inferno"- -"Ciak. Sono i tuoi genitori"- -"Tu non sai niente"- -"Allora spiegamelo tu."- -"Niente"- -"Oh avanti. Dimmi che cazzo hai. Come puoi odiare le persone che ti hanno messo al mondo?"- -"Non sono tutti come te. Sei stato viziato fin da piccolo, hai vissuto nel lusso. Una vita rosa e fiori. Non sai niente di me. I tuoi genitori ti hanno concesso tutto, ti hanno amato. Io no!"- Risposi con la rabbia nel sangue, ma poco dopo mi pentii di ciò che avevo detto . -"Io viziato? E tu allora cosa sai di me. Dai. Dimmi!"- urlò spingendomi leggermente. -"Lascia perdere"- -"Dio Ciak sei insopportabile"- sbottò. -"Allora dovresti lasciarmi"- -"Cosa?!"- -"Nessuno mi sopporta, nessuno mi ama. Nessuno mi ascolta. Allora vattene anche tu. Vattene! Tanto siete tutti capaci solo di scappare da me!"- urlai con le lacrime agli occhi. -"Stai scherzando vero?"- -"No, vattene"- -"Piccolo.."- afferrò un polso, ma mi liberai cadendo all'indietro. Iniziai a singhiozzare e a piangere. -"Amore , vieni qui"- Mi aggrappai con tutta la forza che avevo alla sua maglia, inzuppandola con le mie lacrime. -"Scusa , scusa, scusa, non pensavo quelle cose che ho detto"- -"Va tutto bene"- sussurrò accarezzandomi i capelli e lasciando dei piccoli baci sul mio viso. Poggiai la testa nell'incavo del suo collo. -" Non hanno mai accettato il fatto che fossi gay."- sussurai. -"Non ho mai avuto un bel rapporto con loro. Mi ignoravano e basta. Un giorno i miei andarono a cena ed io rimasi a casa. Era la notte di capodanno. Mi chiusi in camera da solo e mi addormentai. Poco dopo sentii qualcuno afferarmi per la maglietta e sbattermi sull'anta dell'armadio. Era mio padre."- Iniziai a tremare al solo ricordo. Mi cinse in vita, prendendomi in braccio e stendendoci sul letto. -"Amore mio.."- -"Aveva trovato delle riviste gay sulla scrivania. Feci coming out. Il suo sguardo era disgustato. Mi schiaffeggiò. Urla che gli facevo schifo, che non avrebbe mai accettato un figlio come me . Ero la vergogna della famiglia. Uscì dalla stanza e tornò con una pistola fra le mani."- Singhiozzai e mandai giù il nodo alla gola che si era formato. -"Me la puntò al petto, dicendo di sparire e lasciare casa. Così feci . Viaggai per un po' e alla fine arrivai qua."- -"Tua madre?"- chiese -"È rimasta a guardare"- -"Piccolo mio. Non lo sapevo. Mi dispiace così tanto."- -"Non lasciarmi. Non andartene mai di prego. Sei l'unica cosa bella che mi sia capitata nella vita."- -"Sono qui e starò sempre con te."-
-"Cosa farai ora?"- -"Niente. Non sono pronto a vederli"- Annuí posando le labbra sulle mie, coccolandomi.
Scusatemi tanto per l'attesa ma la scuola mi ha tenuto occupata moltissimo. Non so quando aggiornerò ma cercherò di farlo il più presto possibile. Bacioni . 😘
