I am who i am

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-"Basta!"-Sobbalzo dal letto

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-"Basta!"-
Sobbalzo dal letto. Un altro incubo.
Non ho più energie. Sono le 5:30 .
Il corpo duole. Non riesco ad alzarmi. Oggi non andrò all'allenamento anche se so già cosa mi aspetterà, però le mie gambe non reggerebbero.
Voglio dormire.
Cerco di addormentarmi.
Dormo.
Mi sveglio sentendo la porta bussare anzi sbattere.
-"Apri"-
Non ho le forze di muovermi tantomeno di parlare.
Quella voce ripete le stesse frasi ancora.
-"Apri o butto giù la porta"-
Non me ne frega niente.  Lascio che le coperte mi avvolgano.
La maniglia si abbassa.
Intravedo un'ombra da sotto le coperte. Si avvicina.
Afferra l'orlo del piumone, scoprendomi.
Rimango lì. Inerte. Apro gli occhi riconoscendo quello sguardo. Dio se è bello.
-"Cazzo Branden, ma mi ascolti quando parlo? Perché non sei venuto all'allenamento? "-
-" ........"-
-"Ti sto parlando! "- -" Guardami"-
La sua mano afferra la mia spalla per farmi girare. Haphephobia è tornata. La causa sarà sicuramente quella sera.
Non riesco a respirare. I polmoni si avvicinano tra loro. Lo stomaco è  un buco nero. Mi scosto rapidamente alzandomi in piedi.
-"N-n-non  m-m-i   t-occar-e"- balbetto
-"Il motivo? Che cazzo ti prende?"-
-"Non mi toccare "- ripeto.
-"È la tua malattia? Pensavo non si sarebbe presentata se io con te"-
È bello come la prima nevicata dell'anno. I suoi occhi.
-"Potresti solamente uscire?"-
-"Muoviti fuori dalla camera . Non puoi rinchiuderti qua. Rinuncia a diventare un militare se questa fobia ti spaventa così tanto. "- -" Esci o ti devo trascinare a forza?"-
-"Cazzo! Te l'ho chiesto anche gentilmente. Ora esci.  Smettila di rompere i coglioni!"-
Mi accorgo di aver detto la cosa sbagliata.
La sua espressione si fa furiosa. Mi prende per il colletto della maglietta sbattendomi sul tavolino della camera.
Ho paura. Non l'avevo mai visto così.
-"Mi fai male"- cerco di dire.
-"Questo di più"-
Abbassa la lampo dei suoi jeans. Sfila i miei pantaloni da pigiama.
Cerco di dimenarmi con forza.
Ripenso alla notte passata.
Una lacrima bagna il mio viso. Mi fa appoggiare con il bacino in giù.
-"Noo per favore "- singhiozzo. -"Non sei come me. Lasciami."-
-"Ora sarai il mio giocattolo. Prima ed ultima volta. Tranquillo. "-
A quelle parole il sangue si congela. Mi arrendo, lasciandomi andare al mio destino.
Il cuore palpita richiedendo ossigeno.
Aaron sfila le mie mutande.
Si ferma.
Del sangue gocciola sul pavimento. I suoi occhi sono terrorizzati alla vista della macchia che si stava creando sul pavimento.
-"Che cazzo hai fatto?"-  Urla. Leggo un certo timore nella sua voce.
-"I-io Nien-.."-
-"Chi è stato?"-
Non riceve alcuna risposta. Afferra la testa tra le mani.
-"Cazzo, cazzo"-
Inizio a piangere, non riuscendo a fermarmi.
Afferra i miei polsi e vede i segni lasciati dalle catene.
-"Ti hanno violentato?"- tenta di chiedere con occhi lucidi.
Avevo paura. Paura che se gli avessi detto tutto, il viedo sarebbe divenuto virale.
-"Rispondi!"- sbotta.
Mi giro. Afferra il viso tra le sue mani asciugando con il pollice quelle lacrime salate che non cessavano di scendere.
-"Ti hanno ricattato? "-
È come se mi leggesse nel pensiero.
Annuisco leggermente. Copre il mio corpo con la sua felpa. Riesco a percepire il suo profumo. Così delicato, dolce e pungente.
-"Uccideró  quel bastardo"-
Perché ci tiene tanto a me? Non ero solo un gioco?
-"Perché t'importa? "- lo lascia senza fiato.
-" Perché sto iniziando ad amarti"-

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Haphephobia  ◆ Tematica Omosessuale ◆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora