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Pov Ciak

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Pov Ciak

Non stavo bene.
O forse sì.
Ma non bene, bene.
Bene da andare avanti.
Non bene da essere felice.
Una parte di me era a pezzi.
Stava crollando.
Non sapevo cosa fare.

Era passata una settimana da ciò che successe durante la missione.

Stavo bene..... Apparentemente.

Il labbro spaccato stava pian piano guarendo.

Mi guardai allo specchio.
Sembravo non riconoscermi.
Il viso pallido, un livido sopra lo zigomo di un colore violaceo.
Il respiro iniziava ad affannarsi.

La notte capitava spesso di svegliarmi e perdere sangue dal naso.
Sono così stanco, da non avere più le forze.

Ci sono quei giorni che sembra andare tutto bene poi però il giorno fa spazio alla notte e per raggiungere l'alba prima devi affrontare il buio.
A volte penso al passato e tutto il male ritorna come un boomerang.

Mio padre.
Una pistola.
Le ossa spezzarsi.
Due gemme carbone.

Quegli occhi sono impressi nella mia mente. Solo a pensarci mi spunta un sorrisino sulle labbra.

Mi sciaquo il viso e indosso una maglietta a maniche corte nera abbinati a dei jeans.

Mentre scendo per la colazione incontro Branden.
-"Ehy"-
-"Ciao"-
-"Come stai?"- mi chiese
-"Forse dovrei chiedertelo io, hai un viso malinconico."-
I suoi occhi parlarono da soli.
-"Che è successo?"-
-"Aaron"-
-"Che ha fatto?"-
-"Beh come sai, c'è.... Noi..."-
-"State insieme?"-
-"Si, ecco, vedi, ha avuto una crisi"-
-"E perché?"-
Mi raccontò di Chandler. Il suo ex amico. Di come lo abbia tradito e abbandonato.
-"Come sta ora?"-
-"Sta riposando"-
I suoi occhi erano fissi sulle punte delle scarpe così per alleggerire la tensione gli proposi di andare a fare colazione e lui accettò volentieri.

Arrivati alla mensa, ci sedemmo ad un tavolo in un angolino così che Branden potesse rilassarsi. Ho fatto delle ricerche su internet , so della sua malattia, ma ho  l'impressione che stia migliorando notevolmente.
Mi allontanai dal tavolo per ordinare un cappuccino e dei waffle con fragole e cioccolato.
-"Ne faccia un altro per me"- sentii una voce alle mie spalle.
Mi voltai e quasi mi strozzai con la mia stessa saliva nel vedere i suoi occhioni neri.
Appoggiai una mano al bancone nel quale servivano il cibo e cercai di sorreggermi.
Era decisamente più alto di me. La mia testa raggiungeva si e no il suo petto. Continuai a guardarlo non riuscendo a distogliere i miei occhi dai suoi fino a quando i suoi incontrarono i miei.
-"Come stai?"- chiese dopo qualche minuto.
-"B-bene"- mi sentii leggermente accaldato.
Ero ancora immerso in quei meravigliosi occhi anche quando la cameriera dopo la terza volta ripeté
-"Ragazzo è pronto"-
Chandler portò una mano al lato del mio viso per raggiungere il piattino con la mia colazione e me lo porse. Era così vicino che avevo il timore che sentisse il battito del mio cuore accelerato.
-"Tieni"- quasi sussurò
-"Sicuro di star bene"- aggiunse dopo.
Annuì velocemente e lo superai andando a sedermi al tavolo anche se percepivo il suo sguardo sul mio fondoschiena.
-"Alla buon ora"- disse Branden alzando un sopracciglio.
-"Scusa c'era la fila"-
-"Già la fila"-
-"Che c'è?"- chiesi imbarazzato.
-"Ti piace?"-
Iniziai a tossire, oggi volevano vedermi morto. È sempre stato diretto lui.
-"Chi?"-
-"Chandler ,idiota"-
-"Chi? A me?! Ma no!"- risposi con troppa enfasi.
Infilai un boccone di dolce in bocca, fin troppo grande, fu colpa mia stavolta quando iniziai a tossire rischiando per la terza volta il soffocamento.

Pov Aaron

Non ti manca? Prova a parlarci

Le frasi sussuratte da Branden piroettavano nella mia testa. Non sapevo cosa fare. Non riuscivo a fidarmi di lui.

Ero ancora disteso sul letto a fissare il soffitto.
Branden se ne era andato da poco.

Tra qualche ora dovrò allenare la squadra così inziai a vestirmi.

Due ore dopo.

Raggiunsi il campo, e in bella vista c'era anche Chandler.
-"Ti aiuterò con gli allenamenti"- mi disse non appena mi avvicinai.
Annuì scocciato.

-"Ragazzi oggi ci esercitermo nel combattimento due a due. Dividetevi veloci!"-
Dopo essersi divisi a squadre di due si allinearono in fila.
-"Ora valuteremo il vostro miglioramento"-

Pov Ciak

Avrei dovuto stare in camera, non me la sentivo. Branden aveva fatto coppia con Jim ed io con Arold.

-"Avanti i primi due "- chiamò Chandler.

-"I prossimi"-

Dopo dieci minuti

-"Ciak e Arold tocca a voi"- duglutii a fatica. Avevo paura, ma perché?
-"Via"-
Tutto ad un tratto inziai a tremare.
-"N-no aspetta"- urlai.
Coprii il viso con le mani.
-"Tutto a posto?"- chiese Aaron.
-"Non lo so"- non risucivo più a controllare i miei movimenti.
Chandler si avvicinò.
In un attimo la sua figura si alternava da lui a due occhi grigi , muscoloso con una leggera barba.
-"No, non avvicinarti, non farmi del male"- urlai.
Le immagini di qualche giorno prima tornarono vive nella mia mente.
I suoi occhi carbone si ritrasformarono i due occhi grigi e poi di un rosso acceso. I suoi capelli color platino in un grigio brizzolato.
-"Ciak, calmati, sei in Accademia nessuno ti farà del male."-
-"No siete tutti uguali, come loro come mio padre"-
Più si avvicinava più io mi allontanavo. Non capivo chi era quella persona davanti a me.

Chandler o quell'uomo?

Persi l'equilibrio cadendo all'indietro,sbattendo il sedere a terra.
-"Che ha?"- sentii chiedere Aaron a Chandler. La mia mente era offuscata.
Iniziai a perdere sangue dal naso.
-"Non va bene"- si irrigidí Chandler avvicinandosi.
Prese il mio viso tra le sue mani .
-"Respira, sono qui, resta con me. Ascolta la mia voce. È calda, dolce. Guarda i miei occhi , sono due gemme nere non grige."-
Ero in un momento di trance.
Da una parte sentivo una voce rude e la palle bruciare dall'altra una voce calda , una voce che diceva di rimanere lì.
-"Ascolta le tue paure. Non levarle via. Prendile e mischiale con le mie. Sai io ho paura degli spazi stretti."- sussurrò ancora. Ma che stava facendo?
-"Dimmi di cosa hai più paura, concentrarti"-
Strinse ancora di più le mani sul mio viso passando i pollici sulle mie guance.
Iniziai a comprendere cosa stava accadendo.
-"Ho paura di mio padre"- risposi quasi automaticamente.
-"Ecco, ora tuo padre non c'è. Ci sono io , Aaron, Branden e tutti i tuoi compagni , li vedi? Ora la tua paura uniscila alla mia. Ora dovresti avere un po' più di coraggio vero?"-
Annuii.

Inaspettatamente scoppiai a piangere. Singhiozzai. Il petto si alzava e abbassava velocemente. Buttai le braccia al suo collo.
-"È tutto a posto, passerà vedrai"- sussurrò stringendomi e accarezzandomi i capelli.
Asciugò le mie lacrime. Mi strinse forte senza dire più niente.
Mi facevano male le costole, ma faceva maledettamente bene al mio cuore.
Tornai alla realtà.
-"Riesci ad alzarti?"-
-"Si"-
-"Sei anche un dottore?"- chiesi ironicamente.
-"No, ma per te potrei diventarlo"- rise.
-"Cos'ho avuto?"-
-"Delle conclusioni. Si presentano se hai subito qualche trauma. Non avevi il controllo del tuo corpo e e tremavi spaventosamente. Ma passerano, non preoccuparti."-

-"Ciaaaaak!"- urlò Branden.
Si mise in ginocchio per la corsa.
-"Ho avuto paura, tu tremavi e... E la tua mano faceva cosi!"- aveva il fiato corto e faceva strani gesti con la mano.
-"Sto bene ora"- lo rassicuari.
Tutti risero.

Da quel momento inziai a capire come la mia vita stava iniziando a difendere da tutti loro.

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