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Mai e Per Sempre 

21.

Notte tra il 12 ed il 13 Dicembre 2015, Parigi

"Arrivasti e mi insegnasi che essere
rotti non era una debolezza
e avere cicatrici  non significa
essere irreparabili. "

-Ron Israel

Nessun Punto di Vista

L'abito blu che Maya stava indossando sembrava che fosse stato fabbricato con un angolo remoto di cielo stellato. 
Da qualche parte nell'immenso universo inesplorato, un piccolo quadrato di cielo risultava mancante, come gli spazi bianchi di un disegno fatto da un bambino, oppure come l'unico pezzo mancante di un puzzle; lì, quel piccolo spazio insignificante per tutto l'universo, era stato strappato dalla sarta che aveva cucito il vestito della ragazza davanti a Marco. 
Il manto stellato le fasciava il corpo facendola sembrare ancora più fragile di quanto non fosse e dando l'illusoria convinzione che con un soffio di vento si sarebbe potuta rompere. 
Quando il fascio di luce proveniente dall'interno della sala colpiva la gonna questa scintillava leggermente, dando l'impressione delle stelle visibili solo in campeggio quando non c'è nessuna luce urbana ad interferire.

"Non trovi sia fantastico?" domandò Maya appoggiandosi la pelliccia bianca sulle spalle, faceva dannatamente freddo quella notte.
"Sì, è una meraviglia." rispose Marco, ma in realtà non aveva la minima idea di cosa stesse cercando di dirgli la ragazza. 

Maya si riferiva al giardino che si estendeva bianco e candido davanti ai loro occhi; sembrava di trovarsi in quei posti estraniati dal tempo. 
In realtà Maya non era lì, per una frazione di secondo Maya era in mezzo al piccolo labirinto e correva in un pesante abito dalla gonna vaporosa con i boccoli che le ricadevano lungo le spalle. 
Per qualche minuto Maya pensò a come sarebbe dovuto essere quel giardino in piena estate, quando i fiori erano tutti sbocciati e lo coloravano; si chiese come sarebbe dovuto essere passeggiare sull'erba accompagnata da due dame. 
Era ovunque e non era da nessuna parte, persa nel suo mondo di sognatrice; annegava tra i  suoi pensieri silenziosi e gioiosi e, mentre ammirava quello spettacolo candido, fluttuava nel tempo e nello spazio. 
O almeno fu in grado di farlo fin quando il suo sguardo non si posò su Marco. 
Marco era sempre stato un bel ragazzo, lei non l'aveva mai nascosto a nessuno, né tanto meno a se stessa; però, sotto la debole luce della sala affollata  ed il pallido colore della luna invernale, Marco sembrava essere completamente un'altra persona o forse la stessa identica persona di sempre, solo un po' più  cresciuta, un po' meno inesperto.
Lì, difronte quel giardino innevato e sotto quelle stelle luccicanti, Maya ripensó alla prima volta che aveva visto Marco, la prima volta che l'aveva abbracciato e pensò  ad un particolare che non aveva mai sottolineato  in tutti quegli anni: il suo profumo.
Il profumo del moro non era mai cambiato da quando i due si erano conosciuti, neanche  per una volta, neanche per sbaglio. Era rimasto sempre lo stesso, immutabile. Era stata una delle pochissime  cose che il tempo non  era stato in grado di cambiare.
Il profumo intenso ma delicato che l'aveva avvolta quella mattina nel bar del padre a Roma era esattamente lo stesso che aveva sentito quando si erano  scontrati per le strade di Parigi, era lo stesso che aveva sentito sulla maglia di lui quando andarono a guardare le stelle sul tetto del suo appartamento, lo stesso della prima volta che le aveva sfilato i vestiti, lo stesso dell'abbraccio in ospedale alla morte di suo fratello; lo stesso dannatissimo profumo che l'aveva perseguitata durante la loro lontananza, che l'aveva fatta piangere, che l'aveva consolata nelle notti lunghe e sole.
Ed ora era lì,  ancora una volta era lì, insieme a lei, al suo fianco e lei lo sentiva forte, come se qualcuno la stesse bloccando con la testa in un mazzo di fiori profumatissimi.
Si sentiva a casa, odiava ammetterlo, ma si sentiva a casa quando sentiva quel profumo. Sarebbe potuta essere ovunque nel mondo, se solo avesse avuto quel profumo al suo fianco si sarebbe sentita a casa.

" Cosa volevi dirmi?" chiese lei poggiandosi con la schiena alla ringhiera del terrazzo, a separarli dal manto bianco che ricopriva il giardino c'era  solo una scalinata in marmo estremamente teatrale.
Le erano sempre piaciute le cose un po'  teatrali, forse perché  la sua vita era stata alquanto teatrale in alcuni tratti, quasi incredibilmente finta secondo qualcuno.
Una di quelle vite che si leggono nei romanzi rosa o si vedono nei film romantici che tanto le piaceva guardare con Matilde.
Marco per un paio di minuti non rispose alla domanda della ragazza  e la guardò  come se fosse in trance, non capiva bene se si trovasse lì  oppure fosse tutto un sogno.
" Che ti amo." trovò  la forza di dire.
"E serviva  portarmi qui fuori per dirmelo?" domandò  lei ridacchiando, in fondo era una cosa che le aveva detto altre volte, in altri posti, anche in circostanze molto più  formali.
"Volevo dirti che ti amo e che per me sei importante. E che sono un cretino." Sospirò e si poggió anche lui con la schiena alla ringhiera, sentì  il marmo congelato che gli entrava nelle ossa ed alzò lo sguardo verso il cielo, con la testa all'insù.
"La prima volta che ti dissi di amarti eravamo sul tetto del tuo appartamento, ero entrato senza far rumore perché dormivano tutti e la tua stanza era più  piccola, ricordava ancora la te ragazzina. Mi piaceva quella stanza, non te l'ho mai detto, ma mi piaceva. Comunque  quella sera, mentre guardavamo le stelle, ti ho detto per la prima volta che mi stavo innamorando di te. Non so se tu mi hai sentito, perché  quando ho abbassato lo sguardo su di te stavi dormendo ed allora ho sorriso e ti ho dato un bacio sulla fronte. Poi  te l'ho detto altre mille volte mentre dormivi, non solo quella sera. Ho continuato a sussurrartelo nel sonno per notti intere, forse perché sapevo che tu non potessi sentirmi o perché  mi piaceva il sorriso spensierato che compariva sul tuo volto. E sono un coglione perché  le cose sono andate come sono andate, ma prima che lasciassi Parigi  ed accadesse tutto ti ho guardato dal gate ed ho pensato di amarti e non ho mai smesso di pensarlo, e l'ho pensato anche quando mi hai chiuso la porta di casa tua in faccia e l'ho pensato anche quando ti ho vista fuori la stanza del mio albergo e quando ti ho vista stamattina mentre ti lavavi i denti. E l'ho detto altre mille volte senza che tu lo sapessi, ma non ho mai trovato il coraggio per dirtelo a parole, perché tu potessi sentire che te lo stessi dicendo. Quindi ho pensato che se non fossi stato in grado di dirtelo a parole avrei potuto scriverlo in una canzone...."
"Mi hai dedicato una canzone?" chiese lei con le lacrime agli occhi.
"La canterò domani per la prima volta, a quell' evento organizzato dalla rivista di musica della tua amica.... Verresti ad ascoltarla?"
"Ovvio che verrei!" esclamò lei saltandogli al collo con gli occhi che luccicavano.

Quando il matrimonio finì  erano quasi le tre del mattino, Maya e Marco presero la loro bomboniera ed uscirono dall'elegante sala del ricevimento.
L'autista di Maya, quello che di solito la scarrozzava avanti ed indietro per le strade di Parigi per il lavoro o per gli eventi importanti, aprì loro la portiera posteriore dell'auto nera ed aspettò che i due salissero prima di richiuderla.
Le strade della capitale non erano vuote, ma non erano trafficate tanto quanto lo erano in pieno giorno.
Maya si poggiò sulla spalla di Marco, sospirò e guardò fuori dal finestrino le luci dei lampioni che si infrangevano e si ricomponevano attimo dopo attimo.
Tutto sembrava giusto. Tutto sembrava essere tornato al proprio posto, anche la sua felicità.

SPAZIO AUTRICE

HEY! Bentornati a tutti su "Mai e Per Sempre"!!
Volevo chiedervi scusa per la mia prolungata assenza ingiustificata, ma fino ad oggi questo capitolo non mi sembrava mai abbastanza per essere pubblicato.
Ad ogni modo per farmi perdonare, prometto solennemente che (esami universitari permettendo) entro il prossimo fine settimana avrete il nuovo capitolo per scoprire cosa accade all'evento musicale a cui è stato invitato Marco!

Avete qualche idea? Cosa pensate che possa succedere? E se ci fosse qualche colpo di scena?
Scrivetemi tutte le vostre idee nei commenti e fatemi sapere anche il vostro parere riguardo questo capitolo appena concluso.

Prima di lasciarvi, volevo dirvi una cosa importantissima: GRAZIE MILLEEEEEEE.
Nonostante la mia lunghissima assenza, la stroria ha acquisito nuovi lettori a cui voglio dare ufficialmente il benvenuto ed è anche diventata #12 nella categoria #marcomengoni!
Non potete immaginare quanto questo mi renda felice!
Tutto grazie a voi, siete fantastici!

Volevo dirvi anche un'altra ultima cosa prima di andare... Cosa ne pensate di un account instagram della storia? In quanti sarebbero curiosi di vedere l'account di Maya e Marco? Leggere pezzi inediti e frasi non inserite nei capitoli? Fatemelo sapere nei commenti!

Vi abbraccio,
Flywithme.

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⏰ Last updated: Jan 13, 2019 ⏰

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Mai e Per sempre [M. M.] (#Wattys2017)Where stories live. Discover now