3.

383 22 5
                                    

Mai e per sempre.

3. [ capitolo da correggere ]

"Ho comunque sempre scelto te. Ti ho scelto anche con la distanza di mezzo, con la paura di non vederti. Ho sempre scelto te perché nessuno è stato in grado di essere al tuo livello. Ho sempre scelto te perché il tuo sorriso non riesco a trovarlo sul volto di nessun'altro."

18 Agosto 2013.

Maya P.O.V

Quando chiusi il contenitore in ferro dove conservavo i miei colori e riposi la cartellina con i tessuti ed l'album dei disegni, erano le due di notte passate. Dalla camera di Matilde non proveniva nessun rumore, se non il suo respiro regolare, e dalla strada i rumori erano più radi e le luci basse. Sembrava che quella sera Parigi volesse mostrarmi il suo lato tranquillo pur non smettendo di essere attiva. 

Sapevo perfettamente che, ad ogni angolo, c'erano locali stracolmi di turisti ubriachi e di coppie che si sbaciucchiavano; che i bar lungo la senna erano strapieni di gente che mangiava un cornetto o che, lungo la Senna o sotto la Torre, qualcuno stava passando la notte sotto le stella con gli amici, o con l'amata, per aspettare che il sole sorgesse.

Sapevo anche da qualche parte i barboni si stavano creando un letto per la notte e che le strade periferiche erano popolate di auto che correvano e di ragazzini che spacciavano; che la strada che portava fuori Parigi era popolata di donne che non avevano null'altro che il loro corpo.

Ma quella notte Parigi mi sembrava tremendamente tranquilla e terribilmente silenzioso, il cielo mi sembrava più stellato del solito e le piccole vie che si vedevano dal mio appartamento a Montmatre sembravano più belle di quelle che apparivano solitamente; i fiori colorati che erano piantati fuori dal mio balconcino sembravano più colorati ed io stessa mi vedevo più viva guardandomi allo specchio. 

Non so cosa fosse a farmi vedere le cose sotto quella luce, ma quella notte è stata una delle notti che si è avvicinata di più alla mia idea di felicità; quella notte, mentre tutti dormivano, io mi sentivo felice. 

Mi buttai sul letto, con accesa solo la luce sul mio comodino; la mia tisana poggiata sempre sul comodino, il mio libro preferito tra le mani. Gli occhiali con la montatura che andava di moda allora, e che mettevo solo quando dovevo lavorare, erano sul mio volto ed ero pronta ad immergermi ancora una volta nella magia di quelle parole, quando il suono del mio cellulare mi distrasse. 

Il numero era sconosciuto. 

"Pronto?" dissi seria, non avendo la minima idea di chi potesse mai essere a quell'ora della notte. 

"Maya, ti ho svegliata?" chiese una voce troppo familiare, sul mio viso comparve un sorriso a trentadue denti.

"No, no, figurati. Ho appena smesso di lavorare ai bozzetti." rispose scuotendo il capo, ricordandomi solo dopo che lui non era in grado di vedermi.

"Scusa, immagino che tu sia stanca..." 

"No, parla!  Non stavo andando a dormire." dissi velocemente interrompendolo, lui non avrebbe mai saputo che gli avevo detto una bugia; sentii la sua risatina dall'altro capo del telefono e sorrisi ancora di più.

"Nulla, avevi detto di chiamarti se mi fossi perso." disse con tono ovvio ed io scattai sul dal letto. 

"Dio, ma sei coglione?! Dove cazzo vai alle due di notte?!" chiesi alquanto in ansia mentre mi infilavo un pantalone da tuta e le converse. 

"Mi vieni ad aprire?" chiese ridacchiando ed il mio cuore perse un battito. 

Mi mossi velocemente ed inciampai nei miei stessi passi rischiando di far cadere a terra un vaso e di svegliare Matilde; per fortuna, il vaso non cadde e neanche io. Quando aprii la porta di casa, l'unica cosa che poteva destare sospetti erano i pochi capelli che avevo ancora davanti al volto. 

Mai e Per sempre [M. M.] (#Wattys2017)Where stories live. Discover now