• Capitolo XXIX •

1.5K 117 15
                                    

Avviate il video qui sopra giunti al TERZO spaccato del capitolo! Buona lettura!

"BLAKE, PER FAVORE!!! APRI GLI OCCHI... APRI GLI OCCHI..."
Skyler rialzò il viso bagnato, guardandosi attorno. Bisognava allontanarsi immediatamente da lì. Non era sicuro rimanere un secondo di più al centro di quella piazza in subbuglio.
Si mise in piedi, mantenendosi in una posizione inarcata, e prese il braccio del ragazzo, mettendolo attorno al collo. A grande fatica, riuscì a caricarne il peso sul fianco sinistro ed iniziò a trascinarlo via da quel campo di guerra, oramai troppo truculento.
Raggiunse l'auto che aveva rubato al vecchio Connor, qualcuno ne aveva rotto i finestrini posteriori. Lo caricò dentro l'abitacolo, sudando ed ansimando copiosamente. L'agitazione, tuttavia, era talmente alta da non permetterle di sentire nemmeno le piccole scottature sulla pelle, né la totale mancanza di energia in corpo. Avrebbe fatto la qualunque per portarlo in salvo. Avrebbe dato tutto pur di non vederlo morire in quel modo.
"Adesso ti porto in un luogo sicuro... resisti, Blake..." disse, quasi tra sé e sé, mettendo subito in moto il veicolo.
Sfrecciò via, sgommando, e in poco tempo raggiunse il locale del vecchio.
"CONNOR!!! CONNOR!!!" urlò, appena scesa, chiamandolo animatamente.
L'uomo sbucò fuori dal bar, rimanendo turbato "SKYLER! DIO SANTO! CHE STA SUCCEDENDO?!... HO VISTO DEGLI SPARI MA POI IL COLLEGAMENTO SI È INTERROTTO!"
La ragazza prese il vecchio dalle spalle, "Connor, ascoltami!!! C'è stato un agguato dei ribelli... Blake è in macchina... sta morendo, Connor..." gli spiegò, infine, con la voce rotta dal pianto.
Il vecchio spalancò leggermente la bocca, osservandola in un primo momento quasi ammutolito.
Poi, scattò verso l'auto "AIUTAMI A CARICARLO DENTRO!"
Lo portarono fin dentro al locale, tenendolo sia dalla schiena che dalle gambe.
"Nel retrobottega, presto!" ordinò, con preoccupazione.
Lo adagiarono, così, sul pavimento, togliendo di mezzo qualche cianfrusaglia di cui quello stanzino era stracolmo.
"Fa vedere..." sussurrò l'anziano, alzandogli la camicia.
La ferita sembrava davvero grave e totalmente aperta. Il sangue, scuro come non mai, continuava ad uscire ed i suoi abiti ne erano ormai zuppi.
Connor la osservò e deglutì, vistosamente sconvolto.
"Dimmi che c'è una speranza... ti prego..." sibilò, piangendo, la ragazza.
"Resta qui... vado a cercare qualcosa."
Il vecchio si rimise in piedi e corse verso la sala.
Skyler si asciugò la faccia e gli accarezzò i capelli, "Tu... tu sei forte... non puoi lasciarmi qui da sola... non puoi farmi questo... non puoi..."
Connor tornò sul retro, con una bottiglia di gin in mano.
"Strappa dei lembi della camicia e mettili in doppio..." disse a Skyler, mentre apriva la bottiglia.
Scoprì tutto l'addome e versò abbondante alcool sopra la ferita, "Questo perlomeno gliela disinfetterà..." proseguì.
Skyler gli passò le bende ed, insieme, fasciarono fittamente il ventre.
"Stringi forte, ragazza..." le sussurrò Connor.
Dopo aver eseguito quelle fondamentali operazioni, lo sistemarono meglio, ponendogli un morbido cuscino da sofà sotto la nuca e coprendolo con una coperta di feltro.
Il vecchio si sgranchì la schiena, esausto.
"Grazie Connor... non ce l'avrei mai fatta senza il tuo aiuto..." gli disse lei, rimanendo accucciata a terra, di fianco a Blake.
L'anziano sospirò, asciugandosi il sudore dalla fronte, "Non ringraziarmi, Anderson. Fallo solo se questo ragazzo si sveglierà..." rispose, abbassando lo sguardo "Questo stronzo non può andarsene prima di me. Non glielo permetterò..."
"Adesso va a riposare, Connor. Hai fatto già molto... Starò io qui con lui, stanotte." intervenne lei, osservandolo.
L'uomo annuì lentamente e si diresse fuori dal locale, raccomandando prima alla ragazza che, per qualunque motivo, lo avrebbe dovuto chiamare immediatamente.

***

La notte calò in fretta sopra la città. Delle sirene echeggiavano lungo le strade oramai da parecchie ore. I feriti erano molti ed anche dei civili erano stati drammaticamente coinvolti.
Skyler sfilò il giubbino e lo utilizzò come coperta, per cercare di ripararsi alla buona dal gelo che aveva avvolto quel retrobottega. Non voleva perderlo di vista nemmeno per un attimo e, allo stesso tempo, voleva evitare di provocare rumore e rischiare che qualcuno potesse accorgersi della loro presenza lì dentro. Sicuramente lo stavano già cercando, pensò, mentre alitava sulle mani, con le nocche arrossate e screpolate. Ora che Blake rappresentava molto più di un semplice balancer, la sua vita sarebbe stata setacciata ancor di più. Ma non era quello il momento per consegnarlo nelle mani di quelli uomini, adesso doveva solo guarire, doveva solo svegliarsi.
"Puoi sentire la mia voce?..." le sussurrava lei, continuando ad accarezzargli la fronte "...Riesci a percepire le mie parole? So che lo fai." diceva, contemplando quel viso ancor più pallido del solito.
"Voglio aspettare la primavera insieme a te, Blake." sibilò, poi, mentre una lacrima le solcava lo zigomo.
"Voglio... voglio che sia tu la mia primavera. Io... io non so spiegarlo... mi sento così stupida..." continuò, con gli occhi scavati dalla stanchezza, "...Ma so solo che non voglio perderti. So solo... so solo che voglio che tu abbia gli occhi aperti quando l'alba sorgerà domattina..."
Abbassò lo sguardo, sconfitta.
"Cosa sto facendo..." sibilò, sentendo di star solo illudendosi che lui potesse davvero sentirla.
Alzò nuovamente il viso e lo guardò intensamente, rimanendo qualche minuto in silenzio.
"...Credo di essermi innamorata di te, Blake. Credo... credo che impazzirei se tu adesso morissi." concluse, scivolando ancor più in giù con la schiena e cercando di non lasciarsi sopraffare dal sonno.

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora