24; Harper

221 18 12
                                    

"Logan, smettila di autocommiserarti" gli dissi per la millesima volta.

Era sera e lui, per tutto il giorno, non aveva fatto altro che rimproverarsi per quello che era successo la mattina.
Non aveva il coraggio di guardarmi e, ogni volta che provava, le lacrime si rinnovavano nei suoi occhi.

"Sono un mostro" sussurrò.

Mi abbassai di fronte al suo viso, prendendolo tra le mani.

"Guardami" bisbigliai.

Lui alzò gli occhi, scrutandomi.

"Non è successo niente" gli dissi dolcemente.
"Ma succederà. E io non voglio farti soffrire"
"Riuscirai a controllarti" ribattei.

Scosse il capo e una lacrima rigò la sua guancia; lo guardai tristemente, asciugandola.

Accarezzai le sue gote, avvicinandomi per dargli un bacio, ma lui scansò le mie labbra.

"Logan" lo richiamai dolcemente.
"Tu non meriti questo"
"Cosa vuoi dire?" balbettai.
"Io non ti merito. Stando con te, ti farei soffrire e non voglio" disse serio con voce rotta.
Guardai i suoi occhi, sperando di aver inteso male le sue parole "No" bisbigliai.

Si alzò dal divano, indossando il giubbino.

Si diresse verso l'uscita; io, invece, rimasi immobile difronte al sofà, singhiozzando.

"Logan" lo chiamai a bassa voce.

Sentii la porta chiudersi; era uscito.

"LOGAN" gridai disperata, inginocchiandomi per terra, tirando i capelli.

Presi il cellulare, tremante tra le mie mani.

Composi il suo numero, ma il telefono era staccato.

Buttai quell'oggetto sul pavimento, mi alzai e corsi verso l'ingresso.

Aprii la porta guardandomi intorno; la sua moto non c'era più.

Iniziai a correre verso la sua casa, lasciando le lacrime scorrere.

Una volta davanti la porta, bussai ripetutamente, suonai il campanello, urlai il suo nome... Ma lui non rispose.

Mi sedetti sui gradini del suo portico e gridai "IO RIMANGO QUI. NON ME NE FREGA UN CAZZO DEL FREDDO"

Passò mezz'ora, ma niente, lui non apriva.

Intanto, era iniziato a piovere e io, ero sotto quel cielo allo scoperto, a tremare dal freddo, bagnata da testa a piedi.

Sentii la porta alle mie spalle aprirsi.

Mi alzai di scatto; non gli diedi tempo di parlare: mi fiondai addosso a lui facendogli perdere l'equilibrio, cadendo così sul suolo.

Mi misi su di lui, presi il suo viso tra i miei palmi e gli diedi un lungo bacio, che lui ricambiò.

"Stai bene?" chiese lui preoccupato; annuii sorridendo come un'ebete.

Logan passò una mano sulla mia fronte "Harper, scotti"
"Non fa niente" dissi; non mi interessava della febbre, finalmente ero con lui, finalmente ero riuscita a baciarlo.
"Come non fa niente" esclamò "Vieni, devi cambiare i vestiti e asciugare i capelli" continuò con tono premuroso.

Mi alzai dal suo petto, seguita da lui.

"Vai davanti il camino. Vado a prenderti qualcosa"

Feci quando mi aveva detto; ora sentivo il freddo invadermi e i sintomi della febbre impossessarsi del mio corpo.

My Batman Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora