• Capitolo XV •

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La ragazza corse incontro a Blake.
Rimase a fissarlo, cercando di pensare alla cosa più intelligente da fare. Ma l'intero isolato era deserto alle 4.30 del mattino ed in cielo non era ancora albeggiato.
"Merda..." sussurrò, rendendosi conto di avere una sola scelta.
Si rimboccò, allora, le maniche e afferrò il ragazzo dalle gambe. Lo trascinò, a fatica, fino all'ascensore, facendo attenzione a non farlo sbattere contro le portiere.
Digitò, così, il suo piano, rimanendo incollata in un angolino, con Blake raggomitolato su sé stesso. Per un attimo pensò a quanto potesse sembrare assurda e fraintendibile quella situazione, dall'esterno. Era come uno dei tanti thriller di media qualità che amava guardare in tv sua madre, ogni mercoledì sera, quando si sdraiava sul divano con una scodella di frutta candita in mano. Solo che, stavolta, la parte dell'assassino sarebbe toccata proprio a lei e la vittima non era un ricco e attempato signore mal tollerato dai parenti, ma il suo balancer. Il suo fottutissimo balancer.
L'ascensore giunse a destinazione e Skyler trascinò, con non poca goffaggine, il ragazzo fin dentro l'appartamento. Riuscì a metterlo sdraiato sul suo letto, pensando di aver fatto proprio un bel lavoro.
Gli sistemò un cuscino sotto la testa ma, a quel punto, Blake sussurrò qualcosa.
La ragazza spalancò gli occhi, "Hey... parlami, va tutto bene..."
B-273 faceva fatica ad aprire gli occhi e si limitava a dondolare confusamente la testa, come un completo idiota alla fine di un rave party.
"La pio... la pioggia..." disse, con un filo di fiato.
Skyler si piegò su di lui, cercando di capire cosa stesse borbottando.
"La pioggia?!" osservò la finestra, "...Ma non sta piovendo."
Il ragazzo deglutì, continuando a tenere gli occhi chiusi, "Non sono mai stato sotto la pioggia..." esordì, come se ogni parola gli costasse uno sforzo fisico immane.
La ragazza lo guardò, interdetta, e portò la sedia della scrivania vicino al letto, mettendosi seduta.
"Okay..." gli rispose, cercando di assecondarlo, "...Sai, è un vero peccato che tu non sia mai stato sotto la pioggia..."
Blake si mise su un fianco, rivolto verso di lei, e schiuse leggermente gli occhi, come se avesse riacquistato un barlume di energia.
"Com'è."
Skyler rimase con la bocca semiaperta, "Com'è cosa?... Intendi, starci sotto?"
B-273 si limitò ad annuirle, lentamente.
"Oh... beh, diciamo che... beh, insomma..." balbettò, lei.
Poi, ci rifletté e prese un respiro "...è bellissimo, Blake. È davvero magnifico... stare sotto la pioggia." riprese, assumendo improvvisamente un tono molto più serio.
Il ragazzo la guardò negli occhi, "Cosa si prova."
Skyler si sfregò le mani, "Beh..." accennò un sorriso, "...libertà. Una completa unione col mondo. È come se... come se, per un attimo, tu sia un tutt'uno col cielo ma, allo stesso tempo, anche con la terra che hai sotto i piedi. E ti senti inconsistente, ma immensa."
La osservò, rimanendo rannicchiato "...Mi piace come descrivi le cose." sussurrò.
"E a me piace quando... quando mi fai questo tipo di domande, Blake." gli rispose, rendendosi conto di trovarsi in presenza di una persona completamente diversa rispetto a quella che si era trovata di fronte mezz'ora prima.
Il ragazzo, poi, rimase in silenzio, come in uno stato di trans.
"Tutto..." Skyler deglutì, "Tutto bene?"
"Mi dispiace." le disse, d'un tratto.
Lo guardò, corrugando la fronte "Ti dispiace... cosa?"
"Mi dispiace essere quello che... sono."
Portò i capelli dietro le orecchie, "Non devi... non devi scusarti. Davvero."
"Mi dispiace non essere..." continuò, subito, lui "...come vorresti che io fossi."
Lo osservò negli occhi, rimanendo più che perplessa "...Non sei poi così male, Blake. Non... preoccuparti."
"Oh Dio, vorrei tanto stare sotto la pioggia in questo momento..." emise tutto d'un fiato, portando le mani sul viso.
"È... è davvero un bel pensiero..." si alzò, provando a non farlo muovere troppo, "Ma non agitarti... va tutto bene. Avrai tutto il tempo per farlo..."
"Non è vero..." rispose allora lui, quasi sconfortato.
"Okay, ascoltami..." la ragazza si poggiò su un lato del materasso, "Non c'è nulla che tu non possa fare. E, sono sicura, che non c'è nulla che tu non possa mai essere. Quindi..." alzò le spalle, "...semplicemente lasciati andare. Ammetto che, la prima volta che ti ho visto..." distolse lo sguardo, osservando le pareti della stanza, "...ho pensato okay, questo è un grandissimo stronzo... Invece, adesso, sì... continuo a pensare che tu lo sia, non lo nego, ma allo stesso tempo... "
Si girò nuovamente a guardarlo: Blake si era addormentato, come se fosse caduto in un sonno profondissimo.
Skyler rimase impalata, scrutandolo.
"Beh, magnifico..." commentò, ritornando sulla sedia.

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora