• Capitolo XIV •

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Si trascinò contro la parete, portandosi sopra al letto. Cercò di rasserenarsi e di sciogliere la tensione che la discussione con Blake le aveva messo addosso. Quel balancer era strano ma, soprattutto, imprevedibile. E questo era un aspetto che Skyler non aveva minimamente preso in considerazione quando aveva accettato di supportare la Resistenza. Forse tre mesi non sarebbero bastati per riuscire a conquistare la sua fiducia, per prendersi gioco di quel ragazzo. Blake era come uno di quei muri pieni di crepe, che sembra quasi siano sul punto di crollare con un solo soffio ma che, in realtà, si dimostrano molto più resistenti delle aspettative. Eppure bisognava sfondarlo e alla svelta: i giorni iniziavano a scorrere con più velocità, le giornate si alternavano con ritmi spasmodici e serrati. Non poteva fallire. Non poteva permetterselo. La responsabilità che aveva sulle spalle era enorme e, poi, aveva promesso a Peter che sarebbe tornata a riprenderlo. Le promesse non erano mai state solo promesse per Skyler.
Ripensò, così, al breve scambio di battute che era riuscita ad avere con quel ragazzino e c'era qualcosa che non le quadrava. Un tarlo le stava scavando in testa da più di due ore.
Indossò, allora, l'auricolare e decise di mettersi in contatto con Alan.
"Sì. Chi è...?"
"Sono Skyler, ho bisogno di parlarti. Possiamo vederci fra un'ora?"
Il ragazzo esitò, "...È successo qualcosa?"
"Questo devi dirmelo tu."

***

Il vento soffiava forte quella sera e l'aria era più irrespirabile del solito. Skyler vide da lontano Alan e si diresse verso di lui, con passo deciso.
"A che gioco stai giocando?!" gli disse, dandogli uno spintone.
Il ragazzo sobbalzò all'indietro, "Hey! Ma che cazzo ti prende?!"
"MI HAI MENTITO, ALAN!" riprese lei, con tono più elevato, piantando i piedi sul cemento.
Spiegò le braccia, "Cosa?!... Quando ti avrei mentito?! Sentiamo!"
Si avvicinò a lui, "Ho parlato con Peter. Sei stato tu a farlo allontanare da me!"
Alan si guardò intorno, alcune persone passeggiavano lungo il marciapiede.
"Okay, vieni..." l'afferrò dalla mano, portandola in un vicolo più appartato e ombroso, "Posso spiegarti..." le fece, cercando di farla calmare.
Skyler serrò la bocca, continuando ad osservarlo infuriata.
"Io... dovevo farlo. Quel bambino avrebbe davvero rischiato la vita se avesse continuato a stare con noi!" le sussurrò, cercando di non farsi sentire nelle vicinanze.
"No, Alan! Quel ragazzino, adesso, è in un fottuto orfanotrofio proprio perché TU mi hai privata della possibilità di stargli vicino!" ribattè lei, puntandogli il dito.
Alan rimase in silenzio e la guardò senza capire.
"...Come hai fatto a trovarlo?"
La ragazza poggiò la testa contro il muro del piccolo vicolo.
"...Mi ci ha portata il balancer." rispose, sospirando e assumendo un atteggiamento più pacato.
Una sarcastica risatina fu strozzata sul nascere, "Già colpito e affondato, a quanto pare."
Si voltò verso di lui, "Non è come credi. Quel tipo mi disprezza."
Alan sorrise nervosamente, "Davvero? Strano modo di ripudiarti, portandoti a vedere quel bambino..."
Skyler abbassò la testa.
"Cosa sai di lui." continuò il ragazzo, portando la schiena contro l'umida parete.
"Per ora non molto, in realtà. Il suo vero nome è Blake ed è orfano da quando era un neonato.", strinse i denti.
"Tutto qui?..."
Skyler deglutì ed un senso di malessere risalì fino in gola.
"Hey... che hai?" le chiese, rendendosi conto che il suo viso era mutato.
"...C'è qualcosa in lui." esordì lei, con un filo di fiato e gli occhi persi nel vuoto.
"Che intendi dire?"
Prese un profondo respiro, "È come se..." si bagnò le labbra, "...come se riuscissi a percepire qualcosa in lui, che però non posso mettere a fuoco. Non so spiegarlo... ma la verità è che non capisco come farmi strada, non ne ho la più pallida idea. Insomma, io... io non riesco a prevedere mai come potrebbe comportarsi o reagire. Ed è qualcosa che non mi era mai successo prima. Solitamente, sono sempre riuscita ad inquadrare le persone, imparando ad anticipare le loro mosse... è una cosa che faccio da quando ero bambina, capisci? Ma, stavolta, con lui... non ci riesco. Non ce la faccio proprio. E questa cosa mi spiazza totalmente. E non mi dà pace."
Alan allontanò le spalle dal muro e si voltò verso di lei, "Non devi preoccuparti... andrà tutto bene. Sono sicuro che ce la farai."
Le sorrise, portandosi di fronte alla ragazza, ancora contro la parete.
Skyler lo osservò fare, "Che cosa..."
Ma lui, senza esitare, la baciò, mozzando le parole della ragazza sulle labbra.

OSMIUM - Il pianeta senza amoreWhere stories live. Discover now