Capitolo 21

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Oggi

Sono già passati tre giorni da quando ho confessato la verità a Coraline, eppure continuo a sentirmi tremendamente devastata: rivivere il ricordo di ciò che ho fatto ad Alex è stato terribile, a dir poco orrendo.

Ho cercato per mesi di dimenticare, di evitare a tutti i costi di ricordare, ma mi è bastato disseppellire il passato per un secondo per sentirmi di nuovo distrutta, senza speranze.

Un vero schifo.

Nonostante tutto, la madre di Alex sembra aver accolto bene la verità. Proprio come mi aveva promesso, non si è permessa di giudicarmi, sebbene avrebbe avuto ogni ragione per farlo.
Mi ha abbracciato e mi ha cullato dolcemente mentre le raccontavo di come mi sono sentita dopo il tradimento.
Se avessi immaginato che avrebbe reagito in modo così maturo e comprensivo, mi sarei confidata prima con lei.

Tuttavia, non riesco a fare a meno di sentirmi terribilmente in colpa per quello che ho fatto ad Alex e alla sua famiglia.

Ma non è solo questo a destabilizzarmi, psicologicamente e fisicamente.
C'è qualcos'altro, qualcosa che mi spaventa a morte: da giorni, mi sento minacciata.

Domenica, dopo la confessione a Coraline e dopo aver abbandonato l'abitazione che per anni è stata come una seconda casa, ho ricevuto un breve SMS da un numero sconosciuto.
Poche parole, ma che mi hanno letteralmente gelato il sangue nelle vene.

Ti conviene guardarti bene alle spalle, Tessa McRayn.

Nonostante siano giorni che continuo a scervellarmi cercando di intuire chi sia l'autore del messaggio minatorio, non riesco veramente a capire chi possa aver avuto il coraggio di scrivermi una cosa del genere.

A parte Alex, non mi viene in mente nessun altro che possa avere il minimo interesse a minacciarmi. Tuttavia, detto onestamente, non riesco proprio a credere che il mio ex spenda tempo prezioso a mandarmi messaggi anonimi, quando può tranquillamente urlarmi in faccia quanto mi detesti ogni giorno.

Deve essere per forza qualcun altro. Forse qualcuno che non ho minimamente preso in considerazione.

È un freddo mercoledì pomeriggio di lavoro, e sono ore che fisso la pagina del romanzo da correggere, senza vedere neanche una parola.

Temo già il momento in cui dovrò uscire dalla casa editrice e dirigermi da sola verso il parcheggio: non è molto lontano e forse mi sto solo lasciando influenzare un po' troppo, ma ultimamente ho sempre la terribile sensazione di essere seguita, osservata.

Nei giorni scorsi ho viaggiato con Eleanor, per sentirmi più sicura, ma stasera la verrà a prendere Clark, ormai il suo ragazzo a tutti gli effetti, e sarò completamente sola.

Non le ho ancora accennato nulla del messaggio. Non perché non ne abbia avvertito il bisogno, ma perché conosco bene la mia migliore amica: andrebbe subito nel panico, finendo per aumentare maggiormente anche i miei timori.
Per adesso, ho deciso di non dire nulla. Né a lei, né a nessun altro.
Non voglio allarmare nessuno prima di essere sicura di essere veramente in pericolo.

Sono talmente preda delle mie riflessioni, da non accorgermi che Andrew è entrato nella stanza.

<<Tessa, c'è una ragazza che vorrebbe parlarti>> incomincia e, vedendo che non lo ascolto, mi richiama a gran voce: <<Tessa, mi hai sentito?>>

Io trasalisco e alzo di scatto lo sguardo. <<Andrew>> esclamo sorpresa.

<<Stai bene, Tessa?>> mi chiede lui, preoccupato. <<Mi sembri un po' pallida. Non ti starai ammalando?>>

<<No, Andrew, ero solo... molto presa da questa storia>> mento, indicando i fogli che tengo in mano e che non so nemmeno di cosa parlino.

<<Be', ad ogni modo, c'è una ragazza che attende di vederti. Le ho gentilmente chiesto di aspettare la fine del turno di lavoro, ma sembrava talmente sconvolta che ho deciso di accontentarla. È qui fuori, la faccio entrare?>>

Io mi limito ad annuire, perplessa.

Quando Katherine, la fidanzata di Alex, fa il suo ingresso nello studio, sia io sia Eleanor restiamo di stucco. Ci lanciamo un'occhiata di intesa, entrambe sbigottite.

<<Vi lascio sole>> annuncia il mio collega, uscendo dallo studio.

Sono talmente sorpresa da non riuscire nemmeno a trovare le parole per salutarla.

Si avvicina a me, con quello che ha tutta l'aria di essere un atteggiamento di sfida.
Noto subito che non sembra affatto sconvolta, a differenza di quello che ha fatto credere ad Andrew.

<<Tessa McRayn, finalmente ho l'onore di parlare con te a quattr'occhi.>>

È di qualche centimetro più bassa di me eppure, nonostante la scarsa altezza, sembra dominarmi completamente.
Intuisco immediatamente che è una persona piuttosto sicura di sé, che non si lascia intimidire facilmente e ancora una volta finisco per pensare che sia la ragazza giusta per Alex.

Lei accenna un sorriso falso, di plastica. <<Dovrei dirti un paio di cose e preferirei che fossimo sole>> dichiara, lanciando uno sguardo torvo ad Eleanor. <<Grazie.>>

El mi lancia un'occhiata, come per chiedermi il permesso di lasciarmi sola, e io annuisco.

<<Ho saputo che hai passato la notte a casa del mio fidanzato, sabato sera>> proferisce diretta Katherine, appena El chiude la porta dietro di sé.

<<In verità, ho passato la notte a casa dei genitori del tuo fidanzato>> specifico subito. <<Era ubriaco e...>>

<<So bene cos'è successo>> mi interrompe, alzando la voce e guardandomi di sbieco. <<Ad ogni modo, non mi sta bene. Non mi sta bene che il mio fidanzato passi così tanto tempo con la sua ex, lavorando addirittura a stretto contatto con lei. Non mi sta bene che la sua ex gli ronzi continuamente intorno. Non mi sta bene che lo riaccompagni a casa e che dorma addirittura da lui o forse con lui. Non mi sta bene e questa storia deve finire>> pronuncia, gelida.

È la prima volta che mi trovo in una situazione del genere e quello che sta accadendo ha un non so che di assurdo, di ridicolo.

Resto qualche secondo a fissarla, imbambolata, incapace di rispondere a tono.

Vedendo che non ribatto, Katherine prosegue: <<Penso che tu sappia che in primavera ci sposeremo e incominceremo la nostra vita insieme. Abbiamo già organizzato tutto e non sarai di certo tu a rovinare ogni cosa.>>

<<Non ne ho alcuna intenz...>>

<<Devi arrenderti, Tessa>> mi interrompe nuovamente lei. <<Alex non è più tuo e non lo sarà mai più. Hai avuto la tua possibilità e l'hai sprecata. Adesso è il mio turno e non sarò così stupida da sprecare questa occasione. Perciò, resta fuori dalla sua vita, dalla nostra vita.>>

Fa una piccola pausa, poi mi gela. Letteralmente.

<<Te lo chiedo per il bene del bambino che porto in grembo, sangue dello stesso sangue di Alex. Lasciaci vivere in pace>>.

Un imperdonabile erroreDonde viven las historias. Descúbrelo ahora