Capitolo 2

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Il locale dista circa trenta chilometri da casa mia e ci mettiamo una vita ad arrivare. Le strade sono molto trafficate e scivolose. Ha incominciato a nevicare piano e la temperatura si prospetta glaciale.

Fortunatamente troviamo parcheggio vicino all'ingresso del locale e, appena entrate, veniamo investite da un'aria calda e confortevole.

Eleanor ed io ci togliamo i cappotti e la mia amica si complimenta con me per la scelta dell'abbigliamento. <<Sei un vero schianto>>, commenta fischiando.

Anche lei non è niente male: la vita sottile le permette di indossare qualsiasi cosa. Stasera sfoggia un vestito a tubino nero, ricoperto di paillettes luccicanti. Ha i capelli scuri raccolti, con un paio di ciocche che le ricadono sulle spalle. La sua bellezza è accecante.

<<Farai colpo su qualsiasi ragazzo stasera>> continua, sussurrandomi all'orecchio. <<Andrew cadrà ai tuoi piedi. È già cotto di te, perciò non oso immaginare come reagirà quando ti vedrà>> aggiunge ridacchiando.

Io alzo gli occhi al cielo. <<Lo sai, Andrew è solo un collega. Nulla di più>>.

Sono mesi che insiste con la storia che Andrew è innamorato di me e la cosa incomincia a darmi fastidio.

Insomma, come può anche solo lontanamente pensare che io possa dimenticare quello che ho fatto a lui e andare avanti, scegliendo la prossima vittima da ferire?
Come può pensare che qualcun altro possa innamorarsi di me?
No, io ho chiuso con le relazioni. Definitivamente.

<<E tu sai che devi smettere di pensare a lui...>>

Veniamo interrotte proprio dall'arrivo di Andrew che, in camicia bianca e pantaloni blu scuro, si avvicina a noi per abbracciarci.
<<Ragazze, siete venute! Siete bellissime>> esclama, soffermandosi a guardarmi negli occhi, mentre io abbasso lo sguardo, imbarazzata.

Andrew non è un brutto ragazzo, anzi, sono certa che abbia parecchie pretendenti. È di qualche anno più grande di me, laureato con i massimi voti e già perfettamente inserito nel mondo del lavoro. Gli occhi scurissimi, neri come la pece, e i lineamenti marcati, fanno di lui un perfetto uomo del mistero.

Tuttavia, quando guardo i suoi occhi, non posso fare a meno di pensare ad altri occhi. Occhi che, nei miei ricordi, mi guardano ancora in maniera sprezzante, disgustata, come l'ultima volta che li ho incrociati.

Il ricordo mi lascia senza respiro, tant'è che devo allontanarmi un attimo per riprendere fiato.

<<Vado a prendere qualcosa da bere>> esclamo.

<<Stai bene, Tessa?>> mi domanda Andrew. Sembra sinceramente preoccupato.

<<È tutto ok, ho solo bisogno di un drink.>>

<<Prendi quello che vuoi, è tutto offerto da Mark. La prossima primavera si sposa e questa festa è una specie di addio al celibato. Fortunato bastardo!>> esclama ridendo.

Anche Eleanor scoppia a ridere e io mi affretto al bancone per prendere un cocktail. Non ho ancora l'età per bere, ma nessuno sembra preoccuparsene.

<<Un sex on the beach, grazie>> ordino e ritorno finalmente a respirare normalmente.

Pensare a lui mi fa ancora lo stesso effetto e qualcosa mi dice che non smetterà mai di farmi sentire esattamente così: come se fossi sott'acqua da un'eternità e non ricordassi più come risalire in superficie.

Mi siedo sullo sgabello del bancone perché i tacchi alti incominciano già a farmi male, sorseggiando il mio drink.

<<Sei qui da sola? Non ti ho mai visto da queste parti>> mi sussurra all'altezza dell'orecchio una voce profonda.

Un imperdonabile erroreМесто, где живут истории. Откройте их для себя