Capitolo 32

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Sento l'acqua che mi scivola addosso. Ad ogni bracciata aumento la potenza. Ho bisogno di sfogarmi e lo sto facendo nel modo giusto. Facendo quello che più amo: nuotare. Raccontare tutto il fatto alle persone più importanti della mia vita è stato più facile di quanto pensassi. Mi hanno sostenuta e abbracciata. Quello di cui avevo bisogno. Inoltre Giada e Daniela mi hanno detto che quando non mi va di venire perché sono stanca oppure per qualche difficoltà in famiglia posso saltare la lezione basta che le avviso prima. Ma la cosa che non hanno capito è che io nuoto per "riparare". Il nuoto mi serve per non farmi piangere. Per dimenticare quello per cui avrei fatto scendere le lacrime. Anche se molto spesso scendono comunque, questo è uno sfogo in più che mi aiuta molto. Muretto. Prendo aria con un ultima bracciata. Faccio la capriola. Punto i piedi al bordo e spingo più forte che posso lasciando i pensieri, che con lo scorrermi dell'acqua addosso scivolano via. Forse sto andando un po' veloce. Ho Gaia nella corsia accanto che sta perfettamente al mio passo però Alice dietro a me ed Helena nella stessa posizione di Ali solo che dietro a Gaia, stanno faticando, hanno circa metà vasca di distanza da noi. Muretto. Ci fermiamo ogni 50 metri quindi appena arriveranno le ultime ripartiremo.
《Gaia rallenta.》le dico.
《No.》risponde lei imperterrita. Si sistema gli occhialetti e riparte senza aspettare le ultime. Colta di sorpresa riparto anch'io e spingendo un po' di più con le gambe riesco a raggiungerla. Adesso sono io al suo passo. Mi avvicino alla sua corsia. Allungo la mano, le afferro una gamba e la tiro indietro. La colgo alla sprovvista. Lei sussulta ed esce dall'acqua.
《Che cazzo fai?》domanda in un misto tra arrabbiata e sorpresa.
《Rallenta.》le rispondo cercando di fingermi arrabbiata. Mi viene troppo da ridere guardando la sua faccia. Lei sta per ricominciare a nuotare ma Giada la interrompe: 《Emily e Gaia. Vi sembra che stiamo giocando? Volete farvi 20 vasche in più?》
《No no no.》rispondiamo in coro.
《Allora muovetevi.》intanto le altre ci hanno raggiunto. Prima di ripartire Alice mima un "grazie" con le labbra.
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《Mi spieghi cosa ti è saltato in mente?》domanda Gaia mentre si asciuga i capelli. Sto per rispondere quando Helena mi precede.
《Ti voleva far rallentare perché LEI si è preoccupata di noi che stavamo indietro.》
《Ma se all'inizio era lei che andava veloce...》ribatte. Ha ragione.
《Sì ma poi ha rallentato.》mormora Hele alzando un sopracciglio.
《Risultando la "buona" della situazione e io la cattiva.》ho il presentimento che questa discussione andrà a finire male.
《Ok basta.》dico tappando la bocca a Helena che stava già per risponderle. Lei mi dà un morso alla mano e mi esce dalla bocca un urletto. Gaia, alzando gli occhi al cielo, si gira dall'altra parte per finire di asciugarsi i capelli. E così fa anche Helena scoccandomi un'occhiataccia. Ma io mi chiedo: cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?
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Davide apre la porta di casa e poggia le chiavi della mia macchinetta sulla solita mensola a destra. È una specie di catorcio. Era l'auto di mia cugina di secondo grado. L'ha usata per 2 anni e poi l'ha data a me. È rovinatissima. Non mi piace infatti la usa sempre mio fratello. A volte preferisco addirittura prendere l'autobus.
《Ciao ragazzi! Com'è andato l'allenamento Emily?》
《Bene, grazie Simona.》
È una signora giovane e suo figlio le assomiglia tanto. Davide le si avvicina per darle un bacio.
《Cosa c'è per cena mamma?》 domanda lui guardando le pentole con i coperchi di acciaio.
《È una sorpresa.》esclama lei divertita. Odio quando la gente mi risponde così. Se fosse stata mamma glielo avrei già detto ma purtroppo non lo posso fare. Quindi mi limito a fare un sorriso forzato.
《Hey!》arriva papà dal piano superiore. Si avvicina a Simona e le dà un bacio sulle labbra. Non riesco ancora a guardarli. Ero abituata che questi baci li dava solo a mamma e invece nel giro di 3 settimane mi ritrovo davanti una donna completamente opposta a mia madre che riceve le attenzioni come se fosse lei.
《Dai tesoro. Vieni a tavola》ma tesoro a chi, oh? Lei non lo può chiamare così. Syria si siede accanto a me come fa anche Davide.
《Amore mi passi l'acqua?》ma perché stasera fanno così? Sto stringendo forte la forchetta per far defluire la rabbia.
《Em, tutto ok? Calmati》sussurra alla mia sinistra Davide. Mi mette una mano sul braccio per farmi allentare la presa e con quel tocco mi ricordo di tutte quelle volte in cui mi ha preso per mano. È un momento doloroso ma allo stesso tempo piacevole. C'è un po' di tensione qui a tavola quindi Davide decide di "abbassarla" iniziando a parlare:《Mamma e papà, non sono uscito tutta la settimana, domani posso andare tutto il giorno da Lucas e dormo lì?》lui in realtà mi aveva parlato del fatto che rimaneva a dormire sulla spiaggia insieme agli amici... forse se ne sarà dimenticato.
《Ma non dovevi andare...》sento un grosso colpo allo stinco sinistro.
《AHHHH!》urlo e capendo tardi la situazione lo trasformo in un sospiro di comprensione un po' forzato《Ahhhh è vero. Me lo avevi detto》cerco di rendermi il più credibile che posso. Lui mi scocca un'occhiataccia e io mi massaggio la gamba. Mi ha fatto male. Domani mi verrà un bel livido.
《Va bene》annuisce mio padre. Perché ogni volta che chiedo io qualcosa ci mettono 3 anni per rispondermi mentre a lui danno il permesso subito? Ma soprattutto come fanno ad essere così stupidi da non aver capito che è una scusa.
《Grazie. Vi voglio bene》.
Leccaculo》dico a bassa voce tossicchiando.
《Stronza》mi imita lui.
Papà e Simona sono troppo occupati a farsi gli occhi dolci per badare a quello che diciamo. La situazione degenera. E a me da fastidio quando non riesco a tenere qualcosa sotto controllo.

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