Capitolo 12

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《Mamma! Ci devo andare agli allenamenti! Giada se non ci vado mi viene a prendere a casa.》
《E che venisse tanto tuo padre è alto un metro e novantacinque. Riesce a mettere al tappeto anche una sincronette.》
Mi tengo con la mano destra la fronte. Se non fossi arrabbiata sarei scoppiata a ridere. Ma come faccio io a discutere con mia madre che mi spara battutine?
《Ti prego mamma!》
《No, no e no. Non ci penso proprio!》
Adesso la corrompo io.
《E se pulisco i vetri e ti spiego come funziona il telefono nuovo?》
《Certo che ti mando se la metti in questo modo!》
Sapevo che avrebbe funzionato.
《Davvero?!》
《Ma ti pare che mi faccio corrompere da una ragazzina di 15 anni?》
Ci ho creduto troppo che avrebbe funzionato.
《Mi arrendo.》
Basta non so come combattere. Ho solo un modo per andarci senza farmi scoprire: dico di andare a casa di Gaia (visto che Helena non mi sembra il caso) per stare un po' insieme. Mento dicendo che anche lei non va a nuoto e nel frattempo con l'aiuto di Syria, che distrarrà mia madre, butto fuori dalla finestra: costume, occhialetti, cuffia, accappatoio e ciabatte. Mi sembra un piano geniale e mi viene da ridere solo ad immaginarmi praticarlo.

È arrivata l'ora e dico a Syria di cominciare. Lei inizia a piangere perché non le si accendeva la televisione. Io butto dalla finestra tutto e saluto mia madre. Sono un po' in anticipo ma è meglio altrimenti non avrei fatto in tempo ad attuare il piano. Vado verso casa di Gaia a piedi siccome abitiamo sulla stessa via. Appena tre case prima vedo sull'uscio della sua porta lei e Lucas che si baciano e lui che esce dal cancello.

Stai calma Emily. Hanno fatto pace dovresti solo essere felice per lei.

Sono felice ma ho come il senso di essere gelosa. Non so se gelosa di lei o di lui, però. Di lei perché ho paura che quello che ha fatto con me lo avrebbe potuto fare con qualsiasi altra ragazza e mi dispiacerebbe davvero tantissimo per Gaia se ricapitasse. Geloso di lui no. Non so come mi sia potuto passare per la testa anche per un secondo. Non ne avrei motivo. Come potrei avere a che fare con una persona meschina così?
Decido di non rispondere a questa domanda e siccome Gaia sta arrivando mi nascondo dietro un cespuglio di more. Non sapevo avessero le spine quindi mi ritrovo piena di graffietti sulle braccia. Lui passa e appena superato il cespuglio faccio un sospiro di sollievo, quando lui ritorna indietro e mi chiede: 《Sono buone quelle more?》
《Non sto mangiando. Sto cercando il mio anello che è caduto nella siepe. Uh, eccolo!》dico sfilandomi l'anello che avevo al dito e sollevandolo uscendo da dietro il cespuglio.
《Si vabbè. Emily queste scuse sono vecchie, te lo avrebbe dovuto insegnare Helena oltre a schivare, controbbattere e rispondere a tono.》
Sa dei tre consigli di Helena. Ci stava spiando.
《Ci spii anche adesso? Non starai esagerando?》sono furiosa ma cerco di non dimostrarlo troppo.
《Può essere. Ci vediamo dopo》mi saluta con un sorrisetto e se ne va.
Ma è possibile che ci spia? Io non ci posso credere. Fino a che punto si spinge la gente, poi per quale scopo non si sa.
Decido di entrare a casa di Gaia per non restare a pensare troppo perché con il tempo ho imparato che quando penso potrei essere molto pericolosa.
《Ciao, Gaia. Grazie dell'aiuto ma mia madre proprio non ne voleva sapere di mandarmi e sai com'è fatta Giada.》
《Beh forse aveva ragione.》
Ma che hanno tutti contro di me?
《Dici così solo perché volevi stare da sola con Lucas? E io sono solo un motivo d'impiccio vero? Nemmeno ti sei degnata di dirmi che avevate fatto pace? Non ho parole》mi ha veramente delusa. Questo non me lo aspettavo da lei. Esco da casa sua e chiamo Alice.
《Sì ti prego Ali puoi venire a prendermi? Grazie a tra poco.》

Siamo arrivate in piscina e dall'altro lato della vasca c'è Lucas che parla con Davide e Lorenzo. Davide è molto carino ma Lorenzo, mi dispiace dirlo, ma è proprio un cesso! Davide non assomiglia per niente come atteggiamento a Lucas anche se, mi pare di aver capito, sono molto amici. Iniziamo a provare il doppio io ed Helena non guardandoci negli occhi per la rabbia che proviamo l'una per l'altra.
Ad un tratto mi comincia a girare la testa e cado in piscina.

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