1; Harper

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Essere l'eroe di una città intera o essere una semplice ragazza che frequenta l'università per avere un futuro come un altro qualsiasi uomo della terra?

Beh, tutti e due.

"Harper ci sei?" mi richiamò una voce metallica dal cellulare.
"Si... Si, Grace. Senti, ci risentiamo più tardi. Ti chiamo io" attaccai la telefonata; era appena suonato l'allarme del mio orologio, ciò implicava un nuovo pericolo per Miami.

In un attimo, i miei vestiti da ragazza qualunque si trasformarono in quelli di Black Girl o, come mi definivano molti, la ragazza della notte.

Già... Molti ragazzini amavano darmi questo secondo nome per il semplice fatto che adoravano la coppia tra me e il ragazzo della notte, ovvero Batman.

La sua identità? Non la conoscevo ma, lo ammetto, quando lo vedevo sembravo una quattordicenne in piena fase ormonale.

Era sexy con quella maledetta tuta nera, la sua voce profonda e i suoi occhi castani così misteriosi da farmi perdere il lume della ragione.

"Black Girl... Ci rivediamo" mi sentii dire alle spalle da una voce, la sua voce.

Mi morsi il labbro, presi un respiro profondo e mi girai verso lui.

Ma quanto poteva essere attraente con quella maschera sul viso?!

"Ciao" sussurrai.

Sapeva la mia insicurezza alla sua visione e sapeva come farmi cadere praticamente ai suoi piedi.

Mi fiancheggiò e avvicinò il mio viso al suo.

Troppo vicini per me, mi mancava l'aria.

"Cosa vuoi fare?" balbettai. Avrei scommesso di essere rossa in viso, fortunatamente a causa del buio della notte e della mia maschera, non poteva accorgersene.

Avvicinò le sue labbra al mio orecchio e con voce profonda soffiò sul mio collo, sussurrando "Combattere quei criminali con te, no?"

Brutto stronzo insopportabile e sensuale.

Mi paralizzai, non riuscivo a battere ciglio, tutto intorno il silenzio, eccetto il rumore che la stoffa del suo mantello provocava al soffiare del vento.

Incastonò di nuovo i suoi occhi nei miei, sul suo viso riposava un sorrisetto malizioso.

Feci un passo indietro, ma lui prontamente mise una mano dietro la mia schiena, tirandomi verso lui: petto contro petto.

"Amo farti impazzire" bisbigliò nuovamente.
"Dobbiamo andare" balbettai insicura.

Ottenni una risata soffocata, si allontanò da me e ci avviammo verso il luogo in cui il caos si stava dilagando.

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"Sai dovremmo uscire qualche volta" gridò lui alle prese con un vampiro.
"Ne riparliamo dopo" contrabbattei io dando un calcio sul volto di una vampira.
"Quindi è un si?" chiese strafottente.

Non era per niente serio sul lavoro ed era odiabile con le sue richieste da latin lover.

"Quindi è un 'mai e poi mai saprai la mia vera identità, quindi sognati di uscire con me'" risposi scaraventando quell'essere con cui stavo combattendo, di fronte a me.
"Nervosetta la ragazza" rise lui di gusto.

Lo avrei già ammazzato se non fosse stato per il fatto che stavo uccidendo un'altra persona.

Mi girai un attimo per vedere in che situazione si trovasse: aveva appena afferrato un paletto e, in meno di un secondo, lo aveva piantato nel cuore di quel vampiro.

Fortunatamente non era stato morso nessun civile.

In un attimo di distrazione, la ragazza mi saltò addosso, sbattendomi contro il muro.

La sua mano iniziò a stringere la mia gola; cercai di sfuggire alla sua presa, ma ogni mio tentativo risultò vano.

Non riuscivo più a respirare, ma per mia fortuna Batman le sferrò un pugno in pieno viso conficcando il suo petto con un pezzo di legno.

Si girò verso di me.

"Tutto ok?" chiese premuroso.

Si, sapeva essere dolce quando voleva... Ed era quello il lato che più mi attirava di lui.

Mi si avvicinò, sollevò una mano e spostò i miei lunghi capelli neri dal collo.

Passò delicatamente le sue dita sul mio collo e, se pur fasciate da guanti, mi provocarono un brivido lungo tutto il corpo.

Mosse i polpastrelli nei punti in cui quella vampira aveva stretto, non mi fece male, ma mi rilassò.

"Rimarranno sul tuo collo per qualche giorno" mi informò, abbassando la mano, portandola lungo i suoi fianchi.

Lo guardavo nei minimi dettagli, ma niente, non riuscivo a riconoscerlo.

Annuii abbassando il capo.

"Io devo andare... Ci vediamo" disse sorridente e in un attimo, balzando da un muro all'altro, scomparì sul tetto del palazzo soprastante.

Ritornai anche io a casa e, senza fare rumore, andai a coricarmi... Ero distrutta da tutto quel trambusto.

My Batman Where stories live. Discover now