Capitolo 18: Goodbye, Japan

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Capitolo 18: Goodbye, Japan

Si soffermò anche su quell'ultima foto, che li ritraeva tutti insieme sorridenti e spensierati, come avrebbero dovuto vivere da ora in avanti; poi richiuse l'album, passando delicatamente un dito sopra la copertina. Lo aveva fatto fare appositamente, per custodire per sempre il ricordo di quel compleanno speciale. Era ormai trascorsa più di una settimana dalla festa, eppure erano cambiate così tante cose che sembrava fossero passati anni. Ormai gli screzi con Akai sembravano solo un'eco lontano, non c'erano più stati litigi né frecciatine, tanto che si era recata con più frequenza a casa Kudo, portando con sé anche il suo nuovo amico che aveva chiamato Mendel, in onore del padre della genetica (nome che aveva lasciato perplessi tutti). Tuttavia non le era ancora chiaro cose fosse successo di preciso fra lui e Jodie, poiché l'amica aveva continuato ad eludere le sue domande. Si chiese se Akai avesse veramente capito il senso del messaggio che gli aveva inviato la sera del compleanno o se semplicemente lo avesse ignorato.
Le tornò in mente una conversazione che aveva avuto proprio con Jodie qualche giorno prima, nella quale l'amica le aveva comunicato che ormai tutto era pronto e l'FBI avrebbe lasciato il Giappone fra quattro giorni. Non l'aveva presa bene, anche se adesso aveva dei nuovi amici non si sentiva pronta a separarsi da quella che era diventata la migliore di tutti. Jodie a volte la faceva sentire come se fosse tornata indietro a quando Akemi le dava consigli da sorella maggiore: rinunciare a quella sensazione ritrovata era un boccone troppo grosso da mandare giù in una volta sola.
Mentre era assorta in questi pensieri, le venne un'idea improvvisa. Istintivamente, prese il cellulare e cercò fra le ultime chiamate il numero di Akai.

- Ma che sorpresa, a cosa devo questa telefonata?- rispose dopo pochi secondi la voce dell'uomo all'altro capo.

- Volevo sapere se hai impegni per l'ultima sera che l'FBI passerà qui in Giappone. Pensavo di uscire noi quattro, io te Shinichi e Jodie, visto che poi non ci vedremo per parecchio tempo- spiegò.

- Beh, l'ultima sera immagino che avremmo parecchie cose da impacchettare e le valigie da finire. Forse sarebbe meglio farlo dopodomani, sempre che non sia un problema-

- No, affatto, ho preferito chiedere proprio per questo. Avverti tu Jodie?-

- Pensavo che l'avessi chiamata prima di telefonare a me- rispose sorpreso.

In effetti non aveva tutti i torti, fino a quel momento lei si era sempre rivolta prima a Jodie che a lui, per qualsiasi cosa. Invece adesso si era ritrovata a telefonargli senza quasi rendersene conto, lasciando l'amica al secondo posto.

- Non avrebbe avuto senso, visto che lavorate insieme potete passarvi la parola- trovò una scusa plausibile.

- E perché non hai chiamato lei in modo che poi lo dicesse a me?- rigirò la domanda, trovando quasi piacere nel metterla in difficoltà con quell'interrogatorio.

- Ti scoccia così tanto se ti faccio una telefonata?!- tagliò corto, non sapendo più cosa dire, con un tono di voce quasi irritato.

- No, al contrario. È solo che sono sorpreso, tutto qui- ammise.

- Bene, allora diglielo tu. Dille che andremo a cena nel posto dove siamo andate io e le la prima volta che siamo uscite, poi ci penserà lei a spiegarti bene dove si trova-

- D'accordo principessa, come vuole lei- ironizzò, divertito dal suo modo autoritario di dare ordini anche a chi era più in alto di lei.

- Bene, allora ci sentiamo presto- riattaccò.

Soddisfatta e un po' meno triste all'idea di quella serata che avrebbero trascorso insieme, tornò a sfogliare l'album fotografico dall'inizio, pregustando altri momenti come quelli immortalati.

Tomorrow (I'm with you)Where stories live. Discover now