Capitolo 28: Una scelta difficile

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Nei giorni successivi aveva continuato a tenere d'occhio Jodie, osservando il suo comportamento e seguendola ogni volta che usciva con Clay. Il giorno dopo il loro primo appuntamento era arrivata al lavoro con il sorriso sulle labbra, segno che aveva dormito sonni tranquilli e che aveva iniziato bene la giornata, al contrario di lui che invece continuava a perdere ore di sonno e a tormentarsi. Più la vedeva felice e più si rendeva conto di quanto si stesse allontanando da lui. La sera del primo appuntamento, quando Clay l'aveva abbracciata e baciata sulla guancia, era stato un boccone amaro da mandare giù e ne sentiva ancora il sapore in bocca. Il venerdì del concerto era tornato anche lui al locale, confondendosi in mezzo alla folla, senza mai perderli d'occhio: per tutta la sera aveva dovuto assistere agli abbracci che Clay le dava, guardare come la stringeva a sé e come lei, piano piano, si lasciava andare e ricambiava, sempre col sorriso sulle labbra. Aveva dovuto pagare il biglietto per ascoltare una band a suo parere mediocre e per vedere fra le braccia di un altro la donna che si era reso conto (troppo tardi) di volere.

Il suo umore peggiorava sempre più, di pari passo con le sue occhiaie e le ore di sonno arretrate. Lo aveva notato anche Camel e soprattutto lo aveva notato la stessa Jodie, che non smetteva di chiedergli se andasse tutto bene e di preoccuparsi per lui.

Dopo la sera del concerto, Jodie era uscita con Clay altre due volte e lui ovviamente li aveva seguiti entrambe. Era stato proprio durante l'ultima uscita, avvenuta la sera prima, che aveva visto qualcosa che, egoisticamente, aveva sperato di non dover mai vedere: si erano salutati davanti al portone del palazzo di Jodie con un bacio sulle labbra. Clay l'aveva stretta a sé con un braccio, mentre con la mano dell'altro braccio le aveva accarezzato dolcemente una guancia; lei aveva posato le mani sul suo petto e si era lasciata baciare. Certo era stato lui a prendere l'iniziativa, ma lei non lo aveva respinto. Era lì che aveva capito di doversi fare da parte una volta per tutte, che il treno era passato e lui era arrivato alla stazione troppo tardi. Ora non gli restava che continuare a convivere con i suoi rimpianti, consapevole di averne appena aggiunto un altro alla collezione.

Quella mattina in ufficio era stato più silenzioso del solito e aveva mantenuto la conversazione a un semplice livello lavorativo. A pranzo aveva rifiutato l'invito di Camel ed era riuscito a sfuggire anche a Jodie, che come sempre aveva insistito nel fargli mangiare qualcosa e nell'uscire da lì. Si era rinchiuso in archivio, l'unico posto dove poteva stare da solo. Era il suo rifugio, a volte andava lì e pensava mentre l'odore della carta dei vecchi dossier gli pungeva le narici.

Stava controllando le notizie sul cellulare, nella speranza di distrarsi, quando un articolo catturò la sua attenzione. Parlava di una "pioggia di comete", definita in gergo scientifico "sciame meteorico", che avrebbe avuto luogo fra due giorni. In realtà era da due settimane che ne sentiva parlare, anche alla radio e in televisione, ma non vi aveva mai prestato attenzione fino a quando il giorno prima, mentre parlavano del più e del meno durante la pausa pranzo, Jodie aveva espresso il desiderio di vederla. Gli sarebbe piaciuto invitarla a guardare tutte quelle meteore brillare nel cielo solo per vederla sorridere, ma ora che tra lei e Clay le cose sembravano farsi serie non poteva intromettersi minacciando la sua felicità.

Posò il telefono e chiuse gli occhi, portandosi le mani dietro la nuca e tirando su le gambe, appoggiando i piedi sulla scrivania che si trovava all'interno dell'archivio. Cercò di rilassarsi, ma la pace interiore sembrava lontana dall'arrivare. Fu costretto a riaprire gli occhi quando sentì il cellulare vibrare sopra la scrivania: di nuovo una chiamata di Shiho, l'ennesima di una lunga serie che si protraeva dal giorno in cui Jodie le aveva detto di aver iniziato a uscire con Clay. Non aveva voglia di toccare di nuovo l'argomento, specie dopo quello che aveva visto la sera prima, ma non voleva nemmeno ignorare la telefonata della ragazza. Le voleva bene e sentiva di dover sopportare tutte le ramanzine che avrebbe voluto fargli per ripagare il debito che aveva nei suoi confronti.

Tomorrow (I'm with you)Where stories live. Discover now