Capitolo 5: Sorprese inaspettate

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Abbottonò la giacca di quella divisa che per certi versi gli era mancata, insieme alla quotidianità della vita scolastica, con le sue verifiche, le battute con gli amici e le passeggiate insieme a Ran e Sonoko per andare e tornare. Si era sempre lamentato di quanto fosse noioso, mentre adesso era entusiasta di potersi godere il suo ultimo anno (o quello che restava) da liceale. Poteva tornare alla sua vita, smettere di mentire ed essere semplicemente Shinichi Kudo.
Si guardò soddisfatto allo specchio, sistemandosi la cravatta verde: voleva farsi trovare al meglio, specialmente da una certa ragazza, una brunetta che ormai era diventata la sua fidanzata a tutti gli effetti.
Gettò un'occhiata all'orologio, controllando l'ora: era in ritardo come al solito. Si sentiva un nuovo Shinichi, ma certe cose si sa, non cambiano mai. Afferrò la valigetta con dentro i libri di testo e si affrettò ad uscire, chiudendo a chiave la porta.
Stava per varcare il cancello quando, spinto da una forza incontrollabile, alzò la testa in direzione della finestra della camera di Shiho, sperando di vedere la sua immagine dietro i vetri. Non aveva più messo piede a casa del Dottor Agasa, insistere era inutile. La conosceva bene, sapeva che gli avrebbe rivolto la parola solo se e quando lo avrebbe ritenuto opportuno. Era bastato un attimo per trasformare quella mattinata iniziata bene in una giornataccia come la precedente, per mutare il suo entusiasmo in senso di colpa e depressione. Si rese conto che la sua vanità di voler apparire bello e in forma non era altro che una maschera che stava indossando per nascondere il disagio interiore. Non lo faceva per Ran o per i suoi compagni, lo faceva perché fingere di stare bene era più facile che accettare la realtà.
Sospirò, distogliendo lo sguardo e uscendo finalmente dalla sua abitazione, diretto verso il liceo Teitan. Doveva affrettare il passo, sicuramente Ran e Sonoko erano già partite da un pezzo e se non si sbrigava non sarebbe mai riuscito a raggiungerle, senza contare che sarebbe arrivato tardi in classe; eppure non riusciva a muoversi più veloce di così, passi lenti e pesanti, come se le gambe pesassero tonnellate.
La suoneria del cellulare lo distrasse dai suoi pensieri. Come non detto, quando parli del diavolo...dovevano essere sicuramente Ran e Sonoko che volevano fargli la ramanzina. Senza nemmeno controllare il nome sul display, accettò la chiamata e si portò il telefono all'orecchio:

- Pronto?- rispose svogliatamente, sicuro di sentire la voce stridula di Sonoko dall'altro lato.

- Ti disturbo? Sei già a scuola?-

Spalancò gli occhi, sussultando e nel contempo fermandosi immobile sul posto. La voce non era quella di Sonoko, e di certo era l'ultima che si aspettava di sentire. Per qualche istante non seppe né cosa fare né cosa dire, gli sembrava di essere dentro uno di quei film di fantascienza dove il tempo era in grado di fermarsi e immobilizzare tutto.

- Pronto? Shinichi?- chiese conferma della sua presenza la voce dall'altra parte.

- S-sì...sì, ci sono- riuscì infine a dire, prendendo un lungo respiro.

- Allora perché non rispondi?- si alterò lievemente.

- Scusa, è che sono rimasto sorpreso. Non mi aspettavo di sentirti...- ammise.

- Vorrei parlarti. Anzi, a dire il vero vorrei parlare anche con Akai-san se è possibile. Posso venire a casa tua questo pomeriggio?- arrivò dritta al punto, senza giri di parole.

Che lo avesse chiamato era già una sorpresa, ma che volesse addirittura parlare con Akai...Cos'era successo in quei giorni in cui non si erano rivolti la parola? Che cosa era cambiato? Possibile che il Dottor Agasa fosse riuscito a convincerla? Tante domande gli assillavano la mente, ma nessuna trovava una risposta. Shiho era così misteriosa che tutto quello che la riguardava assumeva lo stesso alone di mistero.

Tomorrow (I'm with you)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon