Capitolo 49: Avvicinamenti inaspettati

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Si rigirò fra le mani quella busta bianca appena recapitata dal postino e rilesse il nome del mittente: Jodie Starling, direttamente da new York. Erano ormai trascorsi due mesi da quando era ripartita per gli Stati Uniti e come sempre si erano sentite costantemente tramite chiamate e messaggi; tuttavia non le aveva anticipato nulla riguardo al fatto di averle spedito una busta e soprattutto sul suo contenuto. Al tatto sembravano esserci dei documenti o comunque numerosi fogli di carta.
Spinta dalla curiosità e dal fatto che il Dottor Agasa si era appollaiato di fianco a lei in trepidante attesa, la aprì ed estrasse il contenuto: una serie di opuscoli su varie università (principalmente di Tokyo) e dei documenti di una banca che sembravano essere relativi ad un conto aperto a suo nome, dove sopra era già stata versata una somma notevole. Insieme a tutto ciò vi era una lettera scritta a mano, della quale riconobbe la calligrafia di Jodie.

Sorpresa!

Dal momento che non volevi chiedere né al Dottore né ai tuoi zii di pagarti gli studi, abbiamo pensato di farlo io e Shu. Ti abbiamo aperto un conto su cui ogni mese verseremo una quota per pagare le tasse universitarie. Ci abbiamo già messo la quota per l'iscrizione e per i primi due mesi.
Scegli pure l'università e il corso di studi che preferisci, sentiti libera di decidere la tua strada: noi ti appoggeremo sempre.
Sei destinata a grandi cose, piccola grande scienziata!

Con affetto

Jodie e Shuichi

Restò a fissare quella lettera con gli occhi sbarrati, non sapendo cosa dire o come reagire. Quella era davvero l'ultima cosa che si sarebbe aspettata.

- È stato davvero un gesto bellissimo, ma perché non hai voluto chiedere a me?- intervenne Agasa.

- Perché vivo sotto il suo tetto e non contribuisco alle spese, mi sembrava troppo chiederle anche i soldi per l'Università-

- Ma cosa dici, te li avrei dati!-

- Proprio per questo non glieli ho chiesti-

Non sapeva come sentirsi: da un lato era felice e riconoscente alla sua amica e a suo cugino per quel gesto; dall'altro aveva la sensazione di essere nuovamente un peso per qualcuno. Sicuramente l'FBI li pagava bene, ma erano comunque parecchi soldi.
Colta da un impulso improvviso, prese il cellulare e chiamò Jodie, incurante del fuso orario e del fatto che potesse essere tanto a dormire quanto al lavoro.

- Pronto?- rispose la bionda dall'altro lato.

- Siete forse impazziti?!-

- Buongiorno anche a te, principessa. Hai mangiato yogurt scaduto a colazione?- ironizzò.

- Perché mi avete dato tutti questi soldi per l'Università?-

- Perché ci teniamo al tuo futuro-

- Ma...-

- Niente ma- la interruppe - Ora prendi le brochures e scegli la facoltà e la sede che ti piacciono di più, poi corri ad iscriverti!-

- Vi restituirò i soldi appena troverò un lavoro-

- Non dire sciocchezze! Pensa a prendere dei bei voti piuttosto-

- Non dovevate...Grazie. Anche a Shuichi-

La sentì parlare con suo cugino, che a quanto pare era vicino a lei, dicendogli "Shiho ha ricevuto la busta, sta facendo la difficile ma in realtà è molto contenta". Storse il naso di fronte alla sfacciataggine con cui aveva detto quella frase sapendo che dall'altro capo del telefono l'avrebbe sentita perfettamente. Ma a Jodie poteva perdonare tutto, anche questo.
La ringraziò nuovamente e terminò la conversazione, per poi buttarsi a capofitto nella lettura di quegli opuscoli.
Due ore dopo aveva già individuato l'Università di suo interesse. La scelta era ricaduta sull'Università di Beika, dove sarebbero andati anche Shinichi, Ran, Sonoko e Masumi. Oltre ad essere comoda da raggiungere anche con i mezzi di trasporto (considerando che non aveva un'auto sua), sapeva già di avere qualche amico e non si sarebbe sentita in ansia all'idea di dover socializzare da zero. Quanto al corso, invece, aveva scelto nientemeno che Biologia e Chimica.
Quando Shinichi tornò da scuola insieme a Ran e alle altre, diede loro la notizia che fu accolta con gioia, in particolar modo da Masumi, la quale l'abbracciò e non sembrò volersi separare da lei. Festeggiarono cenando tutti insieme a villa Kudo e poi ognuno tornò alla propria abitazione. L'indomani sarebbe andata alla sede universitaria per l'iscrizione.
Le strade erano piuttosto trafficate e alla fermata dell'autobus vi erano diverse persone oltre a lei. Stringeva al petto la carpetta con tutti i documenti necessari e nella sua mente ripassava alcune formule chimiche e altre nozioni che le sarebbero state utili per il test d'ingresso che avrebbe dovuto sostenere per essere ammessa. Nella borsa aveva persino un vecchio libro che aveva conservato dai suoi studi in America.
Il forte brusio della città le arrivava ovattato alle orecchie, grazie alle cuffie con cui stava ascoltando una playlist di Mai Kuraki per rilassarsi. Non voleva farlo vedere, ma era parecchio nervosa.
Mentre ricontrollava velocemente di aver preso tutto ciò che le serviva, un'auto parcheggiò a due metri da lei, stando attenta a non invadere lo spazio adibito alla fermata del bus. Una Mazda FD RX-7 bianca.
Riconobbe immediatamente il proprietario, ancor prima che scendesse e si dirigesse verso di lei. Era la seconda volta in pochi giorni che lo incontrava; non che fosse strano, dal momento che vivevano entrambi a Beika, tuttavia erano coincidenze curiose. Nella sua mente si insinuò il dubbio che la stesse seguendo di proposito, ma cercò di scacciarlo prima che la giostra della paranoia iniziasse nuovamente a girare.

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⏰ Last updated: Mar 09 ⏰

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