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Il prossimo capitolo sarà l'ultimo.

*

Pov Justin.

Sentire le mie mani di nuovo sul suo corpo mi fa andare giù di testa. È passato più di un mese dall'ultima volta che le mie dita hanno percorso il perimetro della sua morbida pelle, ed ora, con le sue labbra sulle mie che fremono dalla voglia di andare oltre, non vedo l'ora di ripetere quei movimenti delicati e sinuosi e privarla di ogni tessuto che la ricopre.

Apro leggermente la bocca e premo la lingua sulle sue labbra, mentre lei, capendo le mie intenzioni fa fuoriuscire la sua iniziando lentamente a leccarmi.

Il solo sentire la sua saliva mi fa eccitare. La spingo piano contro la parete della stanza e appoggio le mani all'orlo della sua camicetta, per poi sfilarla e lasciarla cadere a terra poco dopo. Indossa un reggiseno di pizzo rosa chiaro che le sta benissimo, ma la voglia di toglierglielo di dosso aumenta quando i miei occhi si fissano sul suo seno tondo e sodo.

Con una mano le afferro una coppa e inizio a palparla con poca grazia mentre appoggio le labbra al suo collo, lasciandole così una scia di umidi baci che termina dietro al suo orecchio sinistro.

La sento gemere e mentre emette versi di piacere mi sfila lentamente la felpa, gesto che mi obbliga a staccarmi dalla sua pelle.

Una volta privo di questa, con la mano appoggiata sul fondo della sua schiena faccio una leggera pressione e la attiro verso di me, facendo combaciare alla perfezione i nostri bacini.

Probabilmente lei ora sta sentendo l'eccitazione crescermi nei boxer, ed è un peccato che io non possa sentire la sua, perché, dal modo in cui si morde il labbro e mi guarda, sono sicuro che non aspetti altro che le tolga gli indumenti restanti.

<<Non sai quanto ti voglio, Nora>> sussurro cercando di usare un tono di voce sensuale, e credo di esserci riuscito quando la rossa mi afferra i capelli e li stringe tra le dita, facendomi male. Ma è un male che mi piace da morire.

<<Spogliami>>

Il modo in cui mormora quella parola mi incendia l'anima, e non solo, tanto che in pochi secondi la privo sia dei jeans che degli slip della stessa tonalità del reggiseno, il quale combacia ancora perfettamente con la sua pelle chiara. Ci metto poco a privarla anche di quello e finalmente è nuda davanti a me.

I battiti del mio cuore si fanno sempre più veloci fino ad arrivarmi in gola, ed aumentano sempre di più quando lei, con estrema maestria, mi sbottona i pantaloni facendo poi cadere anche i boxer, ormai stretti, a terra.

Nel momento in cui penso che ora è tutta mia, Nora compie un gesto che mi spiazza completamente.

Si abbassa mettendosi in ginocchio all'altezza della mia intimità.

Quando siamo stati insieme, cioè circa due mesi, non sono state molte le volte in cui abbiamo fatto l'amore, ma neanche così poche. Beh, mai una volta ha osato fare quello che sta per fare ora. Io non glielo avevo mai chiesto per rispetto nei suoi confronti, ma di certo non mi sarebbe dispiaciuto.

È brava, non c'è che dire. La delicatezza con cui passa la lingua intorno a tutta la lunghezza e infine sulla punta è disarmante. Continua così per un po' poi si rialza, fa combaciare le labbra alle mie facendomene sentire il sapore.

Con uno scatto, la sollevo posando i palmi delle mani sulle sue cosce toniche e a passi lenti mi avvicino al letto, dove poco dopo la faccio distendere. La raggiungo posizionandomi sopra di lei ed inizio a baciarle il seno, il petto, il ventre fino ad arrivare sempre più in basso.

Ha un gusto così buono che potrei stare ore a baciarla in quel punto, ma la voglia di farla mia è troppo forte, così, dopo aver afferrato un profilattico dalla valigia sul pavimento ed averlo messo a dovere, torno in posizione ed entro in lei col piacere già al limite del possibile.

Le spinte che do al suo interno sono lente ma decise. I polpastrelli di Nora stringono la mia schiena come se avesse paura che, da un momento all'altro, io possa fuggire lasciandola sola.

Sono così preso dal suo sguardo penetrante nei miei occhi e dall'orgasmo che insieme, lo noto dalla sua espressione, stiamo per raggiungere, che per tutto il tempo ho dimenticato che ciò che stiamo consumando è del tutto sbagliato e illegale. Ma la verità è che non me ne frega un cazzo.
Se deve essere l'ultima volta, voglio che entrambi la viviamo al meglio.

<<Ti prego non fermarti>> sussurra ad un certo punto mordendomi il lobo e facendomi deglutire. Possibile che con una sola frase mi faccia aumentare la sudorazione e accelerare i battiti?

Le do ascolto e non mi fermo, ma sto per impazzire. Poco dopo infatti raggiungo l'apice del piacere, e dal modo in cui anche lei, come me, urla, mi rendo conto che entrambi siamo venuti.

Esausto mi sposto accanto a lei e per un istante contemplo il soffitto.
E ora? È davvero tutto finito? Non potrò mai più stare così bene con lei, né toccarla, né baciarla? Chiudo gli occhi e l'amarezza mi pervade. Non è giusto.

Li riapro solo quando sento il materasso muoversi, segno che Nora si è spostata. Mi volto quindi verso di lei e la vedo rannicchiata che mi dà le spalle. Poi, la sento tirare su col naso.

<<Piangi?>> domando sporgendomi verso di lei.

<<No>> risponde, ma non le credo. La voce tremante l'ha tradita.

<<Ehi, che succede?>> chiedo di nuovo accarezzandole il fianco nudo.

A quel punto, forse spronata dal mio tocco leggero ma rassicurante, si gira verso di me. Ha gli occhi lucidi.

<<Succede che mi è piaciuto, più delle altre volte. Ma non devo pensarci perché se no sarà sempre peggio>> sussurra accarezzandomi una guancia. <<Sei mio fratello, ed io non posso che esserne felice. Non poteva capitarmene uno migliore!>>

Detto ciò mi abbraccia ed io ricambio senza sapere cosa dire.

Quando poco dopo, sento aprire la porta d'ingresso, capisco che mio padre è tornato e noi siamo ancora nudi.

In fretta e furia le lancio i vestiti e ci ricomponiamo; poi io mi metto al pc e lei estrae il cellulare che aveva nella tasca dei jeans, per non destare sospetti, appena in tempo prima che mio padre spalanchi la porta avvertendoci di essere tornato a casa.

A Terrible Secret || J.B. {Conclusa} Where stories live. Discover now