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Pov Nora.

La palestra, dato che sono le dieci di sera, è deserta, e l'unico suono che si percepisce è quello delle nostre labbra, le quali non vogliono saperne di separarsi. Ancora stretti l'uno all'altra in una morsa delicata ma allo stesso tempo sensuale, finiamo, senza rendercene conto, appoggiati al muro dello spogliatoio femminile. La mia schiena, scoperta dalle scapole in su, mi fa sobbalzare appena entra in contatto con la superficie fredda, provocando un sorriso sulle labbra del biondo, che nel frattempo continua ad accarezzarmi la guancia con il pollice della mano sinistra.
Quel contatto è così tremendamente dolce, che non so più se sto tremando per la scossa gelida di poco prima o per quel gesto continuo sul mio viso.
Decido di staccarmi, un po' a malincuore, per guardarlo negli occhi. E appena li riapre, rimango incantata da tanta bellezza. Non ho mai visto occhi più profondi di quelli.
<<Tutto okay?>>
La sua voce giunge al mio udito roca e allo stesso tempo sexy da far girare la testa. In quel momento, un enigma si insinua dentro la mia testa e bussa più forte che può: saltargli addosso e quel che succede, succede, o mantenere il controllo?
Scelgo la seconda opzione, anche se abbandonare la prima è davvero un'impresa difficile.
<<Non potrebbe andare meglio>> sussurro passando in rassegna ogni particolare del suo meraviglioso volto. Quindi, alzo la mano che prima tenevo dietro il suo collo e la poso sul ciuffo di capelli che gli ricade scarmigliato sulla fronte, spostandolo a lato. È così soffice, che continuerei a toccargli i capelli per ore. Lascio poi scivolare l'arto sulla sua guancia calda, rosea e liscia come la buccia di una pesca. Infine sfioro le sue labbra con l'indice, ed è in quel momento che il ragazzo mi costringe a fermare quel gesto, afferrandomi il polso. Lo stringe, ma piano, con delicatezza, e serra gli occhi, strofinando le labbra contro il mio palmo.
Quando li riapre, la luce della luna, li sta illuminando. <<Perché sei così perfetta, Nora?>> mormora spingendo di più il suo corpo al mio, bloccato ormai tra la parete e il biondo, sensazione alquanto piacevole.
<<Potrei chiederti la stessa cosa, Justin>>. Per secondi che sembrano ore, restiamo a fissarci senza proferire una sola parola. Le nostre labbra, socchiuse e troppo vicine, permettono ai nostri respiri di fondersi e crearne uno solo, mentre l'aria, già calda a causa del contatto tra noi, diventa infernale non appena si fionda su di me, dando di nuovo vita ad un bacio memorabile. Con entrambe le mani mi solleva ed io, subito, circondo il suo bacino con le gambe, mentre gemiti dovuti alla troppa passione fuoriescono sordi dalla mia gola.
Presa da un pizzico di follia e da una marea di emozioni, gli sollevo la felpa fino a sfilarla, gettandola con noncuranza sul pavimento verde dell'edificio. I raggi lunari che filtrano da uno degli alti finestrini, illuminano il suo viso di madreperla.
Gli accarezzo i capelli mentre con l'altra mano traccio il perimetro della sua schiena, soffermandomi sui muscoletti posti tra una scapola e l'altra.

Pov Justin.

Le mani ben salde sulle sue natiche mi provocano un certo piacere, lasciandomi constatare che lì è messa davvero bene. Continuando a baciarla, la poso a terra con garbo e, con una mossa forse un po' troppo aggressiva, le sfilo il grazioso maglioncino bordeaux che indossa. E nel momento in cui lei alza le braccia per aiutarmi nel lavoro, il mio sguardo si abbassa colpevole all'altezza del suo petto, provocandomi un leggero rossore.
Justin Bieber che arrossisce alla vista di un seno non si era mai visto. Mi stupisco infatti di me stesso, quando con imbarazzo cerco di distogliere lo sguardo.
Ma con Nora è diverso. È stupenda, dolce ma allo stesso tempo stronza e determinata, esattamente come me. E forse è proprio questo che fa di lei la ragazza perfetta, quella con cui non sarebbe solo sesso, ma molto di più.

A quel pensiero, il desiderio di averla mia in quell'istante, lì, in palestra, si fa sempre più spazio nella mia mente. Così, afferro la sua mano e mi dirigo verso la porta dello spogliatoio. La rossa mi segue in silenzio e, una volta entrati, richiude la porta alle sue spalle senza fare rumore, come se qualcuno potesse coglierci in flagrante da un momento all'altro. Non faccio in tempo a tornare con le labbra sulle sue, che mi afferra le spalle e mi sbatte con poca grazia contro la parete.
Mi piace che sia lei a prendere l'iniziativa e ora capisco anche perchè prima abbia sobbalzato: quei muri sono ghiaccioli.
Con determinazione, allungo le mani verso i suoi jeans, cercando di sbottonarli. Faccio con calma, aspettando una qualche reazione da parte sua, che fortunatamente non arriva. Quindi abbasso la zip e di conseguenza l'intero indumento.
Intanto le nostre lingue si stanno letteralmente mangiando, cosa questa che non fa che accrescere l'eccitazione nei miei pantaloni. Le mie dita risalgono verso la sua pancia, piatta e liscia come seta, fino ad arrivare a sfiorare la stoffa del reggiseno che ha addosso, il quale è così dannatamente invitante. Con un po' di indecisione, prendo poi l'iniziativa, liberandola anche di quello. Le immagini di noi due che siamo una cosa sola ormai sono ben nitide dentro di me. Ora la sua pelle è a mia disposizione anche in quel punto e ne approfitto per appoggiare entrambi i palmi sulle sue rotondità. Il piacere, però, non dura che pochi secondi, perché lei indietreggia portandosi le mani al petto. È imbarazzata, lo capisco da come si morde il labbro, ma rimane calma.
<<Forse stiamo correndo un po' troppo, no?>>
Cosa? No! Cioè.. Si, insomma. Argh!
Leggermente dispiaciuto mi lascio cadere sulla panchina li a fianco e mi passo una mano tra i capelli umidi. <<Scusa, hai ragione, non volevo approfittarne>> spiego.
Lei sorride e si siede accanto a me, schioccandomi un leggero bacio sulla tempia. <<Fino a qui mi è piaciuto>> sussurra, abbassandosi a raccogliere il reggiseno per poi rimetterlo. <<Anche a me>> affermo con sincerità, sentendo la conferma provenire da dentro i miei boxer.

Una volta che entrambi siamo di nuovo vestiti, usciamo dalla palestra mano nella mano diretti ai dormitori. Spero capiti presto un'altra occasione come quella.

- Intanto in camera di Theo... -

Pov Theo.

Sono quasi le dieci quando qualcuno bussa alla porta, lasciando che la mia mente abbandoni la lettura del libro di anatomia per tornare alla realtà. Justin è uscito da poco, quindi elimino l'ipotesi che possa essere lui, a meno che non abbia dimenticato qualcosa. Dunque faccio un segno al punto in cui sono arrivato, e chiudo il manuale per poi andare ad aprire.
Con sorpresa, la figura di Izzy mi appare davanti. <<Ehi!>> esclama con un ampio sorriso, tipico di lei.
<<Ehi!>> ripeto io mentre lei butta un'occhiata alle mie spalle. <<Vieni, entra pure. Justin non c'è, è uscito con Nora>>
Detto ciò, la faccio accomodare.
<<Sono venuta per questo infatti. Non ho voglia di andare a dormire e nemmeno di stare da sola>> sussurra. <<Ma stavi studiando?>> aggiunge scorgendo il libro sulla scrivania.
<<Oh, sì, ma non ne potevo più, quindi grazie, mi hai risparmiato un imminente mal di testa>> rispondo ridendo appena. La ragazza si siede aggraziatamente sul letto, che a sua insaputa è quello del mio compagno. Per qualche minuto, nessuno dei due dice nulla ed io rimango in piedi come uno stoccafisso a fissarla inebetito. Poi il mio istinto tardivo mi spinge ad affiancarla sulle leggere lenzuola color panna del biondo.
<<Allora, come va la preparazione degli esami?>> domando senza sapere cos'altro chiederle, giusto per fare un po' di conversazione.
Razza di idiota, una ragazza si presenta in camera tua, siete soli e tu le chiedi come va lo studio? Sfigato.
<<Bene, direi che sono a buon punto, al contrario di Nora che deve ancora iniziare a studiare>>
Fa una timida risata che io trovo però molto tenera. D'altronde è solo da quella mattina che abbiamo deciso di darci una possibilità, e in effetti anche io mi sento un po' in imbarazzo. Annuisco, ed il silenzio torna ad avvolgerci di nuovo tra le sue spire.
Ora basta Theo, o la va o la spacca!

Con mano leggermente tremante, le sollevo il mento e la costringo in quel modo ad incatenare i suoi occhi ai miei, e solo allora mi accorgo di che bellissimo color nocciola sono.
Come un fulmine, le sue labbra si appoggiano alle mie e, come se da troppo tempo aspettassero quel momento, iniziano a danzare ad un ritmo incalzante.
In poco tempo, come presi da un incredibile astinenza, ci ritroviamo con addosso solo gli indumenti intimi.
Il mio corpo sopra al suo, i nostri respiri già in affanno, le nostre mani legate in un intreccio inscioglibile. Continuo a lasciarle baci caldi e umidi sul collo e sulle spalle, prima di giungere fino alla parte scoperta sopra al seno, dove le sue curve sembrano chiamarmi a gran voce. Come se mi avesse letto nel pensiero, Izzy si alza a mezzo busto e si slaccia da sola il reggiseno, come se non ne potesse più di averlo addosso, scoprendo così ciò che fino ad ora mi aveva celato: seni tondi come mele.
Con voglia irrefrenabile, scendo a baciarle i capezzoli turgidi, mentre nel mio basso ventre l'eccitazione è incontenibile. La sento gemere sotto di me non appena con le dita le sfioro l'intimità. Ora, solo uno strato di tessuto mi divide da lei.
Senza pensarci troppo su, la privo degli slip e lei mi imita ricambiandomi il favore, lasciando così libera la mia erezione.
<<Ti prego, entra>> sussurra con voce flebile, lasciandomi spiazzato.
Timida sì, ma non poi così tanto.
Annuisco sfiorandole le labbra con le mie. Sento le sue gambe divaricarsi e cingermi il bacino, segno, quello, che non lascia alcun dubbio. Entro in lei il più piano possibile e non senza fatica, dato che la parte dei preliminari l'abbiamo direttamente posticipata alla prossima puntata. Gemo per il piacere che, grazie a Dio, finalmente posso soddisfare, mentre lei inarca la schiena appena sente la mia lunghezza entrare del tutto in lei. Con spinte delicate all'inizio e decise poco dopo, la sensazione di estasi si fa sempre più grande da parte di entrambi. Le sue unghie graffiano la mia schiena con forza, mentre i nostri continui gemiti riempiono la stanza. Ad ogni spinta la fronte mi si imperla di sudore e le mie mani stringono con vigore il cuscino sotto la sua testa.
Manca poco, pochissimo, perché io raggiunga l'apice del piacere e infatti pochi secondi dopo raggiungiamo contemporaneamente l'orgasmo.
Mi accascio, stanco, di fianco a lei, la quale sta fissando il soffitto ad occhi sbarrati e col petto che si alza e si abbassa a ritmo irregolare.
Nell'istante in cui tiro il lenzuolo su di noi, la porta si spalanca lasciando intravedere la figura di Justin, il quale, appena ci vede, rimane immobile con la bocca aperta. <<Minchia amico, non potevi scopare sul tuo letto? Dio..>> mormora imbarazzato uscendo di nuovo dalla stanza.
Io e la mia ragazza ridiamo all'unisono.










A Terrible Secret || J.B. {Conclusa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora