23 Chelsea.

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23 Chelsea



È un disastro.

Chiunque sia entrato nella mia stanza è passato assolutamente inosservato.

Non ci sono telecamere di sicurezza e la guardia non ha notato assolutamente nulla di strano.

Sono stata fuori tutto il giorno e, chiunque sia stato, ha avuto moltissime occasioni per entrare e devastare la mia stanza.

Non capisco perché. Cosa ho fatto di male?

Il mio letto è stato distrutto, squarciato, così come il cuscino. Gli abiti sono stati tirati fuori dall'armadio e alcuni capi di abbigliamento sono stati tagliati con le mie stesse forbici.

Quando ho visto quello sfacelo, entrando in camera, sono scappata a gambe levate, terrorizzata.

Mi è sembrato tutto un brutto sogno, il peggiore degli incubi.

Il mio spazio privato, il luogo dove posso essere me stessa, con le mie debolezze, è stato violato e distrutto.

Non sapevo dove andare. Ogni posto che mi veniva in mene mi sembrava pericoloso, non sicuro.

Quando sono uscita in strada, avrei voluto salire sulla mia macchina e allontanarmi il più possibile, ma non avevo nemmeno quella. Ero da sola, di sera, in mezzo alla strada, perfettamente vulnerabile.

Adrian mi ha fatto venire un colpo. In un primo momento, non ho riconosciuto ne la sua sagoma imponente ne la sua voce. Ero troppo spaventata.

Appena ho realizzato chi avevo davanti, sono stata invasa dal sollievo.

Ho iniziato a piangere, a singhiozzare, e mi sono buttata su di lui, perché l'unica cosa di cui avevo bisogno, era una stretta confortante.

Ero così confusa e terrorizzata che se si fosse trattato di mio padre, avrei reagito allo stesso modo.

Volevo essere abbracciata. Avevo bisogno di sapere che sarebbe andato tutto bene.

Adrian non ha detto nulla, si è limitato a darmi quello di cui avevo bisogno, ancora una volta presente quando tutto il mio mondo stava crollando.

Non ho più un poso dove vivere e non posso permettermi di affittare una stanza o un appartamento.

Non so cosa ne sarà di me. Forse per un paio di giorni posso chiedere a qualcuno di ospitarmi, ma non può essere una soluzione ideale e a tempo indeterminato. Dovrò trovare una soluzione e non so come fare.

C'è solo una persona a cui posso chiedere ospitalità, ma no voglio essere un peso.

Mi lavo la faccia per cercare di cancellare i segni della paura.

Che esperienza orribile e andarmene, lasciando tutto in quelle condizioni, è stato difficilissimo, come rientrare in quella stanza con la polizia per poter prendere qualche effetto personale per la notte.

Solo quando sono entrata nel bagno mi sono accorta della scritta sullo specchio del bagno che mi ha messo i brividi.

Fatta con il mio pennarello, abbandonato nel lavandino, la parola Bitch spiccava come se fosse stata un'insegna al neon.

Ho preso le poche cose che mi servivano e sono uscita di corsa, indicando ai due agenti intervenuti il bagno.

Mi hanno fatto un sacco di domande, mi hanno chiesto se ho visto qualcuno di sospetto o se ho avuto l'impressione che qualcuno ce l'avesse con me.

Assoluta Perfezione. The Colorado Series #4 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora