02 Adrian

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02 Adrian



Se c'è una cosa che odio, sono le festività.

Tutti sorridono, si scambiano gli auguri, ma per cosa?

Niente ha valore nel mio mondo. Non i compleanni, non la Pasqua o il Ringraziamento.

Ancora meno la festività che ci sta travolgendo in questi giorni.

Forse una volta il Natale aveva senso, dopotutto, per i cattolici, rappresenta la nascita del figlio di Dio, ma oggi non è altro che un'occasione per partecipare a "feste" insulse con lo scopo ben preciso di sbandierare ai quattro venti la propria ricchezza. O povertà, a seconda dei casi.

Ogni anno, puntualmente, mi ritrovo a partecipare a ricevimenti sontuosi in compagnia di persone che odio e di cui non mi importa nulla. Persone la cui sola presenza fa nascere in me il desiderio di renderle profondamente infelici.

Il tema è la ricchezza, l'abbondanza, e io, in questo ambiente frequentato da persone prive di qualsiasi etica, ci sono nato e cresciuto.

Ho imparato quale fosse il mio posto molto presto, mio padre me lo ha mostrato chiaramente, ma mi è sempre andato stretto e non ho mai avuto nessuna intenzione di fare quello che lui avrebbe voluto facessi.

Avrei già dovuto iniziare a lavorare con lui e avrei dovuto accettare il fidanzamento che aveva programmato per me. Avrei dovuto accettare di sposare una ragazzina superficiale nata solo per essere data al miglior offerente, come un animale per il macello.

Me ne sono tirato fuori, ma prima le ho mostrato cosa il futuro le avrebbe riservato.

Le sue lacrime non mi hanno commosso. Non potrei mai provare nessuna pietà per qualcuno che accetta passivamente le decisioni degli altri e poi si pente delle proprie azioni.

Mio padre non aveva messo in conto che non sarei mai stato una pedina nelle sue mani e, rovinargli qualsiasi piano, è diventato il mio passatempo preferito. Ormai nessuno dei suoi "amici" altolocati vuole vedermi. Tengono le loro preziose figlie lontane da me, come se fossi un mostro pronto a divorarle.

Forse è così, visto quante giovani ragazze ho spezzato nel corso degli anni, ma il mio comportamento non è mai indiscriminato. Hanno avuto ciò che meritavano e, sul momento, sono state più che felici di prendere ciò che davo loro. Peccato si aspettassero molto più di quanto io avessi intenzione di dare, la mente obnubilata dall'idea di accalappiare un marito ricco.

Se potesse, il bastardo cancellerebbe il mio nome dal registro di famiglia.

Diseredare il proprio figlio, significherebbe ammettere un fallimento e lui, questo, non lo può accettare.

Non sia mai che Bruce McLeor, futuro senatore degli Stati Uniti d'America e aspirante presidente, ammetta di aver fallito in qualcosa.

Può tollerare tutto, nessuno scandalo è troppo per lui, ma diseredarmi ufficialmente è una cosa che non si può permettere e io godo immensamente nell'essere la sua spina nel fianco, la macchia nera sulla sua apparente immacolata vita.

Cerca in tutti i modi di tenermi lontano dai "guai" come li definisce lui, ma la verità è che vuole evitare l'ennesima brutta figura. Come se potesse veramente riuscire ad impedirmi qualcosa.

Sono dall'altra parte della grande sala da ballo in cui si sta tenendo la festa di Natale, un occasione dove tutte le personalità più in vista di Denver si riuniscono, ma io non ho occhi che per quel maledetto ipocrita del mio vecchio. Lui e quella sgualdrina della mia matrigna, che potrebbe tranquillamente essere mia sorella maggiore.

Chastity Brian, adesso McLeor, era una modella di lingerie per Victoria Secret che ha teso un bell'agguato a mio padre, mentre usciva dall'ufficio.

Assoluta Perfezione. The Colorado Series #4 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora