13 Adrian

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13 Adrian





Mi gira la testa e tutto quello che ho messo nello stomaco nelle ultime quattro ore sta pensando di tornare su, ma non per questo ho intenzione di desistere.

So che non dovrei essere qui, non so nemmeno come ci sono arrivato, se ho preso la macchina o se mi hanno caricato su un taxi dopo aver finito di scolare quel po' di tequila che ancora avevo nel bicchiere.

Bere a stomaco vuoto non è stata una buona idea, ma prima di entrare nello streep club non mi sono di certo fermato a comprare da mangiare e lì non servono altro che patatine mollicce e salatissime che servono solo per invogliarti a consumare sempre più cocktail.

Ci sono andato non appena rientrato in città. Volevo ubriacarmi e godermi lo spettacolo di splendide ragazze seminude disposte a tutto per un paio di banconote.

Avevo bisogno di tornare nel mio mondo, di riprendere coscienza con la realtà, dopo il tuffo di testa appena fatto dalla scogliera del mondo incantato di Chelsea.

Avevo bisogno di tornare ad essere me stesso e, per un po', ha funzionato.

È stato tutto perfetto fino a quando una bella ragazza bruna, con indosso una specie di divisa succinta da ragazza pon pon non ha cercato di sedurmi.

Normalmente non mi sarei fatto pregare.

Avrei lasciato che mi accompagnasse nel privè, lontano dagli occhi indiscreti del suo capo, che per una parte del guadagno fa finta di non sapere che le sue ragazze fanno le puttane, e avrei lasciato che allontanasse il fastidioso fantasma di una ragazza dagli occhi violetti.

Eppure quando ha detto: "Scommetto che c'è più di quel che sembra!", mi è sembrato di trovarmi davanti un'altra persona e, nonostante morissi dalla voglia di lasciare che quelle belle labbra rosse si avvolgessero attorno al mio uccello, l'ho allontanata, disgustato da me stesso per aver anche solo immaginato Chelsea al suo posto, china tra le mie gambe.

Mi si è ficcata in testa e non riesco a liberarmene.

Mi sono censurato, ho evitato di dire parolacce in sua presenza per non offendere le sue innocenti orecchie, ma così facendo, non ho fatto altro che darle attenzioni che non merita.

Sono stato io a darle il potere di entrarmi nella testa e ora me ne devo liberare. Devo riprendermi ciò che è mio: il controllo.

Per questo sono qui, per dirle una volta per tutte di lasciarmi in pace, che se non la smetterà di fare la crocerossina con me, finirà per farsi del male.

Forse dirglielo mentre ho in corpo tanta Tequila quanto sangue nelle vene non è una buona idea, ma non posso aspettare a domani.

Voglio dormire senza avere l'incubo che possa continuare a perseguitarmi.

In qualche modo mi sono ritrovato di fronte al locale, con indosso gli stessi abiti di stamattina e senza sentire nemmeno un po' del freddo che mi circonda.

Aaron, il buttafuori, non ha voluto farmi entrare.

"Amico, dove pensi di andare? Sei ubriaco!"

Mi è sembrato più freddo del normale, ma non ci ho dato peso, perché sicuramente è stata un'illusione dettata dall'alcool.

"Devo parlare con Chelsea!"

Le parole sono uscite un po' strascicate, ma lui ha compreso benissimo e ha scosso la testa.

"In queste condizioni non vai da nessuna parte. Lascia perdere e torna a casa e, per l'amor del cielo, prendi un taxi!"

Il suo rifiuto mi ha fatto imbestialire.

Assoluta Perfezione. The Colorado Series #4 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora