Capitolo 33

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Sento una stretta al cuore, sentirlo parlare di queste cose mi fa stare male, sapere che si rifugia nella droga per sfuggire al passato mi devasta, sapere che ha un motivo che lo spinge a distruggersi è orribile.
È seduto sul divano e fissa intensamente le sue mani come se esse potessero svelargli qualche segreto.

Non ho molto da dire, non posso promettergli che resterò per sempre con lui, stargli accanto non sarà facile e a volte neanche piacevole, quello che è successo poco fa ne è la dimostrazione.
Non voglio mostrarmi troppo compassionevole nei suoi confronti perché quello che ha fatto non è facile da ignorare.

-Ho bisogno di uscire un po'- affermo, sposto una ciocca di capelli ribelli e abbasso il capo verso il pavimento, sento un peso al centro del petto e la tristezza che scorre nelle vene.

-Vuoi che venga con te?- mi guarda, ha gli occhi quasi chiusi, si alza e barcolla, cerca di reggersi poggiandosi al divano ma fallisce miseramente e crolla su di esso.

-Ho bisogno di pensare, riposati- lo lascio lì da solo e vado nella camera da letto, prendo i vestiti che indossavo il primo giorno in cui sono venuta qui e li indosso, poi prendo il mio zaino e le cuffiette.
Dopo che prendo le mie cose afferro una coperta e un cuscino che porto ad Axl.

Esco dall' appartamento, le scale sono buie e cerco a tentoni l'interruttore quando lo trovo lo premo e tutto intorno a me viene illuminato.
Mi avvicino a una finestra del palazzo, è notte e non si vedono altro che i pali della luce, ammiro il cielo e molti ricordi piacevoli ritornano a galla.

Scendo le scale lentamente e il più silenziosamente possibile, prendo il cellulare e le cuffie faccio partire una canzone e in poco tempo già mi sento meglio, i pensieri sono offuscati e mi concentro solo sulle parole del testo.

Senza che io possa rendermene conto sono fuori dalla struttura e immersa nelle strade stranamente silenziose di questa immensa cittadina, ad un tratto sento che il mio cuore cede, gli occhi sono colmi di lacrime e non posso più trattenerle.

Tutti fino ad ora mi hanno tradito, Matt mi ha abbandonata, le ragazze mi hanno ferito e Axl mi ha picchiato, il dolore si impossessa di me e proprio ora che ho bisogno delle mie amiche non ci sono, ci sono solo io.

Ho bisogno di parlare con qualcuno, Louis sarebbe perfetto ma è troppo distante e non sa niente al riguardo, ho perso la mia felicità che avevo duramente conquistato in strada.
Inizio a camminare tra le strade buie, trattengo a stento i singhiozzi, non so dove sto andando e neanche in che quartiere io mi trovi.

Supero circa quattro isolati e poi mi siedo su una panchina lontana da qualsiasi lampione, un singhiozzo mi sfugge e poi un altro ancora, apro lo zaino e tiro fuori le sigarette.

-Non dovresti stare qui da sola ragazza- mi volto spaventa, trovo dietro di me un ragazzo alto, capelli scuri, gli occhi non riesco a vederli bene a causa del buio ed ha un fisico quasi perfetto.

-Non volevo spaventarti- sorride dolcemente, sembra cortese, fa il giro e si posiziona davanti a me.
Cerco di asciugare le lacrime ma il mio viso oramai è troppo bagnato.

-Non dovrei essere qui- mi alzo e afferro lo zaino, sistemo con cura lo skate appeso al gancio dello zaino.

-Questo posto è di tutti, stai bene?- chiede, sembra stranito, il suo sorriso è sparito quando ha visto che stavo asciugando le mie lacrime.

-Non proprio, ma non importa- mi sforzo di sorridere e continuo a fumare.

-Posso abbracciarti, mi sembra che tu ne abbia bisogno- sorride di nuovo e mi guarda attentamente.
È proprio ciò di cui ho bisogno in questo minuto e non mi importa se lui è uno sconosciuto senza nome, lo abbraccio e lui ricambia, sussulto quando poggia una  mano sulla schiena proprio sul taglio.

-Scusa- si allontana leggermente, e porta le braccia lungo i fianchi.

-Non è colpa tua, mi sono tagliata- provo a dissimulare il dolore che provo ma non mi riesce perfettamente.

-Spero veramente che non sia colpa mia, comunque il mio nome è Mark- si presenta e allunga la sua mano verso di me.

-Claire, puoi stare tranquillo non è colpa tua- stringo la sua mano, ha una stretta molto vigorosa.

-Sono le tre del mattino, ti va di andare a prendere una tazza di caffè in una caffetteria aperta ventiquattro ore su ventiquattro?- sfoggia un altro dei suoi sorrisi calorosi.

-Mi farebbe piacere- è uno sconosciuto ma in questo momento è molto meglio di tutte le persone che conosco...

Spazio autrice:
Chi è questo Mark comparso dal nulla? 😏

Kiss, Serena 🤘

On the road ~ Dark trip [ #wattys2017 ]Where stories live. Discover now