Capitolo 117

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«Allora, hai ancora in mente di tenermi a lungo qui dentro? Sai, mi sento come una detenuta in questo momento, il che non è affatto bello» ridacchio leggermente mentre lo guardo divertita. La verità è che la rabbia che provavo prima -grazie a questo ragazzo- è come andata via e di questo ne sono profondamente felice.

«Non hai tutti i torti, Ily» schiocca la lingua ed io subito lo guardo confusa «Ily?».

«Sì, d'ora in avanti ti chiamerò così. Ti dona molto» mi annuncia fiero.

«Lo sai che assomiglia al nome di un cane? Credo che i soprannomi non siamo proprio il tuo forte» ridacchio e lui subito mi guarda male.

«Zitta, sei solo invidiosa del mio talento naturale, Ily», sbuffo pesantemente, alzandomi in piedi mentre Ad segue i miei stessi movimenti.

«Sappi che d'ora in poi tu sarai il mio scudo contro quei ragazzacci ed io ti aiuterò a strappare i capelli a quell'odiosa gallina. Saremo una fantastica squadra!» pronuncia con enfasi «il duo dei Bradily». Gli si illuminano gli occhi soltanto a pronunciare l'ultima parola e per questo gli rivolgo delle occhiate divertite, ma poi d'un tratto corrugo il viso, puntando un dito nella sua direzione «ma io ho conosciuto tuo padre!».

Ricevo subito uno sguardo confuso -e come dargli torto d'altronde-, poi continuo «è stato lui ad accompagnarci fin qua! Chase, oh... no no no, Charles, non è vero? È un uomo molto simpatico e ad essere sincera ti assomiglia» lo vedo annuire con il capo, mentre sul suo viso si fa largo un sorrisetto radioso «allora credo che eravamo predestinati ad incontrarci Ily e dentro me so già che saremo una perfetta squadra insieme» alza la testa soddisfatto mentre prende la chiave per aprire la porta. Si sporge, guardando prima a destra e poi a sinistra ed una volta fatto ciò, mi fa cenno che non c'è nessuno e così usciamo.

Tiro subito un sospiro di sollievo e respiro a pieni polmoni quest'aria che, al contrario di quella dello sgabuzzino, non sa di detersivi.

«Quindi, che si fa?» mi domanda affiancandomi.

«Io credo che adesso andrò a salutare le mie compagne di stanza» mi blocco un attimo sbiancando «oh mio dio! Jade!».

Mi guarda accigliato, così mi affretto a dire «beh, è una lunga storia».

Annuisce lentamente, senza distogliere lo sguardo da me.

«Credo che sia ora di and...» Ad improvvisamente mi strattona da un braccio mentre mi posa una mano sulla bocca ed io, una volta che siamo nascosti dietro una colonna, mi affretto a morderlo, facendo fuoriuscire dalle sue labbra un lamento insieme a varie imprecazioni.

«Non commentare, guarda tu stessa con i tuoi occhi, però attenzione a non sporgerti troppo, altrimenti potrebbero vederti» mi sussurra a pochi centimetri dall'orecchio.

Gli lancio un'occhiata furtiva, per poi fare come mi ha detto e non appena mi sporgo lievemente, il mio sguardo si posa su un ciuffo castano all'insù: Cameron, che purtroppo non è solo...

«Questa è la nostra grande occasione, Ily» mi sussurra con enfasi, ma io ormai non sono più connessa, perché la mia mente vaga a vari momenti trascorsi con quel ragazzo, fino a scorgere i suoi dolci sorrisi; quelli che erano indirizzati a me e che mi illuminavano la giornata; quelli che non dimenticherò mai e che resteranno impressi come un tatuaggio sulla mia stessa pelle, ma soprattutto, quelli che non saranno più dedicati a me, perché saranno rivolti ad un'altra persona, a lei, e per quanto mi costi ammetterlo: niente fa più male di un suo silenzio.

Deglutisco, per poi perdermi per qualche secondo nei pensieri, ma improvvisamente sento una mano che si intreccia alla mia, facendomi assorbire così il suo calore. Abbasso lo sguardo per poi alzarlo, entrando in contatto con due grandi occhi di un marrone chiaro che mi fissano con dolcezza e poi, dalle sue candide labbra rosate esce in un sussurro «fidati di me, Ily».

Sul mio viso nasce subito un sorriso sincero e mentre gli stringo ancora di più la mano, rispondo con sicurezza «okay, mi fido».

Gli vedo nascere due fossette ai lati del volto, ma poi mi attira a se, sbucando fuori dal nostro "nascondiglio" e d'un tratto inizia a ridere. Solo dopo che mi fa un cenno con il capo, capisco le sue vere intenzioni e così inizio a ridere anche io.

Passiamo affianco ai due ragazzi ed io sento già in lontananza il profumo afrodisiaco del ragazzo che mi ha rubato il cuore, ma Ad mi risveglia dai miei pensieri perché, accidentalmente, tira una spallata a Cameron, che subito esclama infastidito «stai più attento!». Si blocca improvvisamente non appena scorge il mio viso e in un mormorio sussurra «Emily...».

Vedo i suoi occhi cambiare espressione e non appena posa lo sguardo su Brad e sulle nostre mani intrecciate, impallidisce e il marrone chiaro dei suoi occhi diventa sulla tonalità più scura. Non li avevo mai visti così e vorrei non averlo fatto.

La sua mascella si contrae e i suoi occhi si assottigliano in due fessure, ed io lo guardo mentre deglutisco, incapace di dire o fare qualsiasi cosa, ma delle parole mi fanno risvegliare dal vortice di pensieri che mi annebbiava «ciao, io sono Molly».

Mi volto nella sua direzione, schiudendo le labbra, ma le parole mi si mozzano in gola, come se non riuscissi più a parlare e in questo momento vorrei soltanto piangere, mi sento così indifesa davanti a lei. È come se quelle poche cose che mi rendevano sicura fossero sparite, dissipate, ma poi, con un profondo respiro e con la vista lievemente sfocata a causa delle lacrime che vorrebbero fuoriuscire, sussurro «io sono Emily»,

«È un piacere conoscerti» subito mi abbraccia e per quanto vorrei sparire in questo momento, purtroppo le mie braccia ricambino questo contatto.

«Cameron non mi ha parlato di te, ma dopotutto che sciocca che sono... ci siamo incontrati soltanto da qualche oretta!», ride e per quanto vorrei odiarla o attribuirgli qualche aggettivo negativo, in questo momento proprio non ci riesco. Forse la causa è il suo sorriso che non sembra affatto cattivo, o per le sue parole, che sembravano dette con sincerità. E solo adesso un pensiero mi passa per la mente: non mi stupirei affatto se Cameron scegliesse lei piuttosto che me.

Ci stacchiamo e dopo che Molly mi rivolge un ultimo sorriso, posa il suo sguardo su Brad «ciao, tu chi sei?».

«Sono Brad, e puoi già definirmi uno spasimante di Emily».

FINE LINE 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora